RISORSA ACQUA E SISTEMA FOGNARIO IN ITALIA: COME FUNZIONA

RISORSA ACQUA E SISTEMA FOGNARIO IN ITALIA: COME FUNZIONA

Che fine fa l’acqua che quotidianamente utilizziamo in casa per lavarci o quando tiriamo lo sciacquone? In che modo viene differenziata l’una dall’altra e che fine fa l’acqua che viene raccolta in strada dalle caditoie e quella scaricata dalle industrie? Proviamo a dare una risposta ovvero qualche spunto utile.

L’infrastruttura fognaria è un complesso labirinto invisibile sotterraneo che, per quanto non all’avanguardia tecnologica in Italia, permette la raccolta e il convogliamento delle acque reflue domestiche, industriali e urbane, che dopo essere state sottoposte a trattamenti chimici finiscono nelle foci dei fiumi o direttamente in mare.

Bisogna distinguere le acque reflue in due grandi categorie: acque nere e acque bianche. Le prime riguardano le acque di scarto provenienti da attività domestiche ed industriali, caratterizzate dall’elevata concentrazione di sostanze dannose per l’uomo e l’ambiente; comprendono acque di scarico industriale, quelle provenienti dai servizi sanitari, le acque grigie ossia quelle provenienti da cucine e lavanderie, acque grasse ovvero quelle con un’elevata concentrazione di oli e detersivi. Le seconde invece, sono quelle meteoriche di dilavamento, le acque utilizzate per il lavaggio delle strade e quelle di raffreddamento provenienti da attività industriali.

Il Target 9.4 del goal 11 dell’Agenda Onu 2030 recita: «Entro il 2030, aggiornare le infrastrutture e ammodernare le industrie per renderle sostenibili, con maggiore efficienza delle risorse da utilizzare e una maggiore adozione di tecnologie pulite e rispettose dell’ambiente e dei processi industriali, in modo che tutti i paesi intraprendano azioni in accordo con le loro rispettive capacità». Questo suggerisce un grande miglioramento in Italia per quel che riguarda il sistema di infrastrutture fognarie e acque reflue in modo tale che non vengano disperse lungo il tragitto. Inoltre, «Il settore civile ha prelevato 9 miliardi di metri cubi di acqua: 8,3 miliardi sono arrivati alle reti comunali, ma nelle nostre case ne sono giunti 4,9 miliardi. Nel tragitto sono andati persi 4,1 miliardi di metri cubi di oro blu e, nella sola rete di distribuzione, la quota di perdite idriche totali ha raggiunto il 41,4%».

I Target dell’Obiettivo 9 includono diversi impegni significativi sottoscritti dall’Italia, tra i quali:

– Target 9.1: «Sviluppare infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti, comprese le infrastrutture regionali e transfrontaliere, per sostenere lo sviluppo economico e il benessere umano, con particolare attenzione alla possibilità di accesso equo per tutti»;

– Target 9.4: «Entro il 2030, aggiornare le infrastrutture e ammodernare le industrie per renderle sostenibili, con maggiore efficienza delle risorse da utilizzare e una maggiore adozione di tecnologie pulite e rispettose dell’ambiente e dei processi industriali, in modo che tutti i paesi intraprendano azioni in accordo con le loro rispettive capacità» [da Corriere della Sera].

Nel nostro Paese vi è una buona presenza di risorse idriche, ma esistono anche sprechi fino al 50%: è fondamentale aumentare la sensibilizzazione su un settore che gode ancora di scarsi investimenti e interventi migliorativi.

In Europa, infatti, è l’Italia il Paese che vanta la maggiore ricchezza di acqua, ma al contempo deve fare i conti con un sistema di infrastrutture non adeguato. Si calcola che, della totalità dell’acqua immessa negli impianti di distribuzione, circa la metà venga persa e sprecata, sia che si tratti dell’acqua distribuita nelle case, sia, sebbene con perdite percentuali decisamente inferiori, quella dedicata all’irrigazione.

La nostra incapacità di adeguamento alle più recenti normative in campo idrico, tra l’altro, ci ha reso bersaglio di sanzioni salatissime applicateci dalla UE: basti pensare che nel 2015 sono stati contati 342 comuni privi di impianti di depurazione. A rendere ancora più triste questo scenario è il fatto che per il sud Italia (zona dove è collocata la maggior parte delle bandierine nere) siano stati stanziati 4 miliardi e 700 milioni di euro finalizzati al rinnovamento del servizio idrico, fondi che però sono tuttora inutilizzati a causa dell’incapacità tecnica e della scarsa sensibilità nei confronti del tema da parte delle imprese.

Ma dove vanno a finire le acque reflue?

Ci sono due tipi di fognatura che possono essere utilizzati: quello a sistema misto e quello separato. Il primo raccoglie nella stessa canalizzazione sia le acque reflue di insediamenti civili o industriali che quelle di origine pluviale che lungo il percorso hanno delle ‘camerette di sfioro’ che permettono il deflusso nei corsi d’acqua delle portate in eccesso. Nel sistema separato invece si differenziano due tubazioni: una è dedicata alla raccolta degli scarichi civili e/o industriali che portano al depuratore, mentre l’altra è dedicata esclusivamente alla raccolta delle acque di drenaggio meteorico, che vengono inviate ai corsi d’acqua superficiali.

 L’esempio di Rimini

Un case study molto interessante è l’opera infrastrutturale moderna che si sta costruendo nel Comune di Rimini, dove si sta lavorando per revisionare e ristrutturare il sistema fognario della città che prevede entro il 2020 il superamento dei dodici scarichi di acque miste con lo scopo di soppiantare il divieto di balneazione. Ad aprile anche lo sfioratore Matrice, che si colloca tra Rivabella e San Giuliano, è stato modernizzato ed indicato come sfioratore per «sole acque meteoriche e di drenaggio» e la sua apertura ha comportato il riversamento in mare di sole acque bianche, garantendo dunque la balneabilità dei tratti adiacenti. «Passo dopo passo stiamo ridisegnando la cartina della costa della città» – sottolinea l’Assessore all’Ambiente Anna Montini – «Siamo praticamente a metà del percorso che porterà Rimini a essere la prima città costiera a risolvere in maniera definitiva il problema degli scarichi a mare, consentendo la balneabilità anche dopo precipitazioni intense. Un Piano che consentirà un progresso sotto il profilo ambientale, della qualità della vita e che riposiziona il mare al centro dello sviluppo e della crescita del nostro territorio. Nella zona nord, dove si è partiti già dal 2014 grazie alla presenza di una parte di rete fognaria già separata, siamo allo scatto finale, ‘cancellando’ i divieti di balneazione temporanei su gran parte del tratto costiero: su sette sfioratori presenti, ai tre già da tempo riclassificati, se ne aggiungeranno altri due a breve, Matrice e Sortie. All’appello quindi ne mancano solo due, quelli che fanno riferimento alle fosse Brancona e Viserbella (la Turchia), i cui lavori inizieranno nel 2019» [comunicato stampa disponibile sul sito: www.comune.rimini.it].

Focus

Ischia: 1,7 milioni di euro per la realizzazione di un impianto di depurazione in due comuni dell’isola

Appena il 26 gennaio 2018, sul sito di Invitalia, è stata pubblicata la procedura di gara per la progettazione di un impianto di depurazione a servizio dei comuni di Forio d’Ischia e Serrara Fontana, nell’isola di Ischia (NA). L’appalto, del valore di oltre 1,7 milioni di euro, prevede l’affidamento del progetto di fattibilità tecnico-economica, di progettazione definitiva e del coordinamento della sicurezza in fase di progettazione dei lavori per la realizzazione dell’impianto. L’impianto sarà realizzato sul porto di Forio d’Ischia con l’impiego della condotta di scarico sottomarina: la progettazione sarà quindi preceduta dalle indagini batimetriche-morfologiche ed archeologiche. Per il trattamento delle acque reflue verrà utilizzato il processo MBR (Membrane BioReactor), un bioreattore che prevede la combinazione di un sistema di trattamento biologico a fanghi attivi con un processo di filtrazione a membrana.

La scadenza era fissata per il 14 gennaio 2019.

La procedura di gara è curata da Invitalia, in qualità di Centrale di Committenza per il Commissario straordinario unico per la Depurazione. Invitalia supporta, infatti, il Commissario nella realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione oggetto di sentenza di condanna della Corte di Giustizia Europea per il mancato rispetto della direttiva 91/271/CE riguardante il trattamento delle acque reflue urbane.

Orbene, consultando il sito di Invitalia, nella sezione Bandi e avvisi, è possibile riscontrare che la procedura n. 000154/2018 Centrale di Committenza per Commissario Depurazione: Forio d’Ischia e Serrara Fontana – realizzazione di un impianto di depurazione id. 33469 – risulta «aggiudicata provvisoriamente». Pertanto, sarebbe interessante, in un’ottica di cooperazione e approfondimento della tematica, conoscere ed informarsi con le Amministrazioni dei Comuni interessati all’intervento sull’esito e sullo stato della procedura di gara.

 

Concludendo, la «Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e indetta per la prima volta l’anno successivo, si celebra il 22 marzo. Per sottolineare, ancora, l’importanza della risorsa acqua, basti pensare a come veniva considerata e definita da chi ha contribuito a migliorare un pezzo del mondo dove il problema acqua è stato certamente molto più sentito che in altri luoghi del Pianeta:

«L’acqua è un diritto di base per tutti gli esseri umani: senza acqua non c’è futuro. L’accesso all’acqua è un obiettivo comune. Esso è un elemento centrale nel tessuto sociale, economico e politico del paese, del continente, del mondo. L’acqua è democrazia» [Nelson Mandela].

Di Antonino Maresca

 

[Immagine da Pixabay]


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