Cittadini, restauratori della politica
Quella del restauro è una vera e propria arte. Vuol dire restituire un valore a cose che hanno regalato la propria bellezza al tempo.
In politica, tutto si consuma con grande rapidità. Una vittoria o un insuccesso esauriscono l’importanza dei momenti, delle piccole e grandi imprese. Solo corse all’evidenza, a mostrare la grandezza di risultati che diventano nulla nel giro di pochissimo. La memoria distorce i fatti, dà rilievo a cose futili e sminuisce il senso di traguardi significativi.
L’opera di restauro di una politica ormai logora si traduce spesso nel riuso, nel riciclo di discorsi triti e ritriti. Inutilmente. Così che tutto cambi per rimanere irrimediabilmente immutato.
La storia di qualsiasi leader politico è punteggiata da una serie più o meno numerosa di sconfitte. Così si raggiunge ogni posizione di forza, combattendo e riparando a errori, dando consistenza alle proprie idee, per renderle più credibili e attrattive agli occhi della massa degli elettori. In questi giorni mi sono imbattuto nel racconto del percorso di crescita politica del Presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha collezionato forse più sconfitte che vittorie, ma su questo ha costruito la propria posizione, anche promuovendo la coesione e favorendo la collaborazione tra forze partitiche contrapposte, e dando completezza ad alcune delle opere incompiute più utili a ridare al Paese lustro e stabilità, anche a livello internazionale.
A conti fatti, però, i più si limitano a ricercare l’applauso con frasi fatte e affermazioni scontate, con posizioni nette, distinguendo senza ambiguità torti e ragioni, giusto e sbagliato, secondo prese di posizione fintamente ideologiche. In una continua competizione elettorale.
C’è chi punta sul valore della Nazione. Chi sul reddito di cittadinanza. Chi sui temi caldi dell’immigrazione o del lavoro. Slogan detti e ripetuti, senza pausa.
Ma è davvero questo la politica?
Purtroppo la stortura del sistema è agevolata dall’inclinazione comune al facile, al superfluo. Pur non essendo indifferente alle miserie del mondo, l’uomo cede al fascino del potere. Ogni buon proposito si perde nel desiderio di autoaffermazione, dal quale nessuno, proprio nessuno, è immune. Non ci si immagina di quanto peggiori si possa diventare rispetto al male che ci si proponeva di sconfiggere.
Allora, il vero senso del restauro della politica non sta nel cambiamento degli obiettivi, ma nello stravolgimento dell’approccio, nel cambiamento delle mentalità. Ripulendo ogni azione politica dall’egoismo degli interessi individuali, che la sporca, e prendendo coscienza della propria fallibilità si restituisce bellezza alla missione.
L’espressione ‘sei proprio un politico’ è ormai usata per indicare una persona capace di dar ragione a tutti pur di piacere e avere consenso. Il politico dovrebbe invece avere il coraggio di dire di no, di far notare l’incoerenza o la non correttezza di alcune posizioni, senza superficialità e senza trascurare nessun aspetto. Anche gli scontri servono per far crescere un gruppo, far emergere la verità delle cose e trovare i giusti punti d’equilibrio. Le fratture del contesto sociale non vanno ignorate, ma colte e riparate, a vantaggio di tutti.
Perché la politica possa essere restaurata nella sua originaria funzione è fondamentale saper puntare sullo studio e su quella sensibilità che consente di conoscere i bisogni e stabilire le priorità. Solo così la politica riuscirà a dismettere logiche di pura urgenza, per tornare a farsi capace di anticipare i problemi e costruire ponti. Perché è anzitutto passione e costanza.
Meritocrazia Italia assume l’impegno di contribuire al restauro della politica italiana, facendo da ponte tra cittadini operosi e Istituzioni.