COME IN UN’AUTO IN CORSA, FUORI CONTROLLO – 10 APRILE 2022

COME IN UN’AUTO IN CORSA, FUORI CONTROLLO – 10 APRILE 2022

Dove sta conducendo la sfrenata corsa al meglio?

L’Uomo tende naturalmente al progresso. Da questo l’evoluzione delle Civiltà, che dobbiamo soprattutto alla determinazione di quanti hanno scelto di studiare, mossi dalla sete di conoscenza, e di agire, per migliorare la qualità della propria vita e, a un tempo, il mondo attorno. Persone che si sono distinte dalla massa, più incline all’indifferenza e all’indolenza.

Per rappresentare lo stato della modernità e tracciare le linee del progresso, uno studioso statunitense spiega che a un pilota non basta spingere in velocità per vincere la gara; deve anche saper conservare il controllo dell’auto e agire di strategia. Deve calcolare i rischi, per restare in pista e portare a casa la vittoria.
Lo strumento è importante, ma lo è di più l’abilità di chi lo utilizza.

E invece succede che si corra senza piano, senza agenda.

Si è scelto di puntare sulla tecnologia, ma si è perso il controllo del mezzo. Tantissimi i vantaggi, in ogni ambito, primo fra tutti quello della ricerca e della medicina. L’inaridimento emozionale sull’altro piatto della bilancia.
Il nuovo mondo digitalizzato è più piccolo di quello di ieri. Il digitale abbatte le barriere spaziali e temporali. Consente di viaggiare da fermi. Di essere vicini da lontano. Di vivere avventure dalla comodità del proprio divano. Di lavorare senza spostarsi da casa. Di conoscere e approfondire.
Ma isola. E mortifica la capacità di stare insieme.
Un vulnus gravissimo per la costruzione del benessere condiviso.
Un vulnus che può essere corretto, anche con piccoli gesti. Momenti, pur brevi, di totale stop alla connessione, da dedicare esclusivamente al reale degli affetti, o anche soltanto alla semplicità di una passeggiata, sono fondamentali per riconciliare con l’ambiente circostante. Sarebbe, come sempre, solo una goccia nell’oceano. Ma sarebbe pur sempre un segnale, per la riscoperta della vera bellezza.

Facendo un salto indietro nel tempo, fa pensare il fatto che, in passato, anche i Santi venissero dall’élite aristocratica. Le cose cambiarono con la conquista della democrazia, quando il Popolo acquisì consapevolezza di sé e non volle più accontentarsi di regnanti designati per successione. Fu senz’altro il cattolicesimo a restituire centralità all’Uomo, rifiutando l’illuminismo, il liberalismo, il consumismo, la violenza, il relativismo, l’agnosticismo, e prendendo le distanze da un’economia fine a se stessa. Da strumento di produzione di reddito, il lavoro diventava momento di completamento delle personalità e di garanzia di un’esistenza libera e dignitosa. Forte la sollecitazione alla carità e all’altruismo.
Il sopravvento del consumismo ha rimescolato le carte, e confuso i valori. Le politiche economiche e lo sviluppo tecnologico, potenziali fattori di crescita, finiscono per appiattire il sociale sull’egoismo, se non indirizzate nel verso giusto.
In questo, nuove e più adeguate regolazioni potrebbero fare la differenza.

Prima che si raggiunga un punto di non ritorno, prima che il mondo sia condannato a un’infelicità che è addirittura incapace di percepire come tale e che si traduce in latente e inconsapevole disagio, è fondamentale tornare a conoscersi. E, per conoscersi, bisogna ripristinare il contatto umano, che insegna a leggere negli sguardi e a cogliere i segnali e consente il miglior dialogo.
Lo si può fare anche con il contributo di realtà come Meritocrazia Italia, che con questi problemi si confronta, e sa che la chiave di volta per una nuova Civiltà non sta nella tecnologia, che pure è utile mezzo, ma nella mente dell’uomo.

A un computer si possono affidare precisione e velocità, ma la sensibilità è solo della persona. Ed è dalla sensibilità e dalla Cultura che parte il viaggio alla riconquista della bellezza che meritiamo.



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