DA AGRICOLTORI, ARIAMO IL CAMPO DELLA CONOSCENZA – 28 FEBBRAIO 2021

DA AGRICOLTORI, ARIAMO IL CAMPO DELLA CONOSCENZA – 28 FEBBRAIO 2021

Nuovi anglicismi conquistano il parlato quotidiano. E la ridotta comprensibilità delle informazioni rivolte alle masse incide in negativo sul piano degli equilibri sociali.

Quantitative easing’ e ‘digital divide’ sono tra le espressioni più inflazionate, parole chiave nella descrizione della nuova realtà economica e sociale. Spiegano, senza efficacia, in che modo la politica monetaria si fa strumento di controllo delle vite dei singoli e fattore condizionante di scelte (anche) esistenziali.

Nel 2015 fu proprio Mario Draghi, allora Presidente della Banca Centrale Europea, a promuovere una forte iniezione di moneta a debito all’interno dei singoli mercati, finalizzata all’acquisizione dei titoli degli Stati membri e con ritorno economico anche per le banche. Il quantitative easing trova innesto in momenti di forte deflazione. La drastica riduzione dei prezzi merita attenzione e rimedio esattamente come l’inflazione. Se i costi salgono troppo, ne va dell’accessibilità di beni e servizi. Se i costi scendono troppo, il potere della moneta cresce e i produttori sono costretti a contenere i costi aziendali con tagli alle spese e licenziamenti. In entrambi i casi e in ultima analisi, a essere afflitta è la qualità della vita dei cittadini.
Il quantitative easing si propone quale strumento di controllo della crisi. Per ottenere liquidità immediata, lo Stato emette titoli, nella disponibilità d’acquisto da parte di cittadini, investitori esteri e istituti bancari. In particolare, di solito sono le banche ad acquistare larga quantità di titoli; la corrispondente riduzione di moneta corrente porta a operare strette creditizie, variamente giustificate, nei confronti di imprese e privati. L’intervento della BCE nell’acquisizione dei titoli porta beneficio primo proprio alle banche, che possano così recuperare adeguati livelli di liquidità da riversare nel mercato, per invertire il processo, riportare l’inflazione alla soglia minima (immaginata al 2%) ed evitare così il crollo dei prezzi.

Ciò accade nella inconsapevolezza di un Popolo ignaro del funzionamento di meccanismi che vive come realtà misteriose e distanti ma che hanno un impatto diretto e dirompente nel vivere di ciascuno.

Le cattive prassi di opacità informativa, in uno alla diffusa e irresponsabile dismissione di ogni impegno nella comprensione dei fenomeni, porta alla resa dinanzi al potere. Le periferie della conoscenza sono terreno fertile dell’ignavia e dell’insofferenza. Passivamente si rinuncia alla partecipazione, che è libertà. E muore il pensiero divergente.

È nelle pagine di storia l’incontro tra Camillo Benso di Cavour, uomo di acume politico e spiccata capacità di relazione, primo Presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia unita, e Napoleone Bonaparte. In quell’occasione fu siglato il sodalizio tra il Regno di Piemonte e quello francese, un’alleanza necessaria alla resistenza contro lo strapotere austriaco. Gli accordi di Plombières del 1858. Non è un azzardo paragonare il modo politico con il quale Cavour gestì anche quest’intesa a quello di un prudente e scrupoloso agricoltore.
Perché, come l’agricoltura, anche la politica è conoscenza e protezione, è cura del popolo.
Cavour aveva una formazione militare, ma, oltre agli impegni istituzionali, viveva la responsabilità dei campi. Portò anche fuori dalla sua Regione le conoscenze acquisite con lo studio delle colture e l’attenzione al particolare, per lo sviluppo agricolo del territorio. Probabilmente fu proprio questo a procurargli l’inclinazione all’analisi certosina e alla concretezza. Probabilmente fu proprio il forte legame con la terra e con la natura a portarlo alla consapevolezza dell’amore per la vita, alla moderazione di pensiero e all’impegno per il benessere collettivo.

Da coltivatori dei nostri sogni, dobbiamo tutti sentirci investiti del compito di arare il campo della conoscenza. Di seminare sacrificio e impegno, con pazienza, per raccogliere la realizzazione del sogno dell’Equità sociale.



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