PER NON RESTARE A GUARDARE – 13 DICEMBRE 2020
Il momento è fluido. Di una fluidità atipica e inedita. Ed è facile credere che tale resterà a lungo.
Mentre tutto cambia, osserviamo immobili in vetrina.
A inizio d’anno i ritmi del quotidiano hanno subito un rallentamento non previsto. Le routine uno stravolgimento. E il contatto umano ha assunto la nuova dimensione delle relazioni virtuali.
Da una finestra chiusa, la contemplazione. Guardiamo all’esterno. Costretti a ritrovarci con noi stessi, e a confrontarci con l’intimo delle nostre paure e delle nostre insicurezze.
Per paradosso, da fermi, le maggiori fragilità si mostrano. Cade ogni velo alle debolezze.
Ansia. Depressione. Senso di smarrimento. Sfiducia nelle capacità di riuscire.
Ma, quando tutto sembra andare peggio, è indispensabile trovare la strada della reazione. Non arrendersi. E riscoprire la consapevolezza delle risorse a disposizione.
Per valorizzare le abilità, emotive e relazionali, occorre farsi più forti, riappropriarsi delle utilità necessarie, ricostruire e vincere la sfida contro il nemico invisibile. Alla riconquista del benessere collettivo e individuale.
George Orwell professava l’importanza del dialogo e del confronto. Con coraggio, condivideva le sue idee per una società più giusta, contro iniquità nella distribuzione delle opportunità e della ricchezza, prevaricazioni antisolidali, sfruttamento della classe operaia, e infedeltà di quella religiosa, e per una corretta canalizzazione delle risorse offerte dall’industrializzazione. Proponeva modelli di riorganizzazione dei cicli lavorativi, verso un riadeguamento salariale, l’ottimizzazione dei processi produttivi, un ripensamento dei carichi lavorativi, e la predisposizione di sistemi di supporto alle famiglie in affanno. Orwell decideva di parlare a un mondo apparentemente incapace di comprendere il suo messaggio, e inseguiva il sogno di poter raccontare, un giorno, una storia diversa.
La forza dell’ingegno e la serietà della riflessione hanno portato alla civiltà moderna, al riconoscimento di diritti fondamentali e alla costruzione delle garanzie di effettività.
È il momento di dismettere ogni scoramento e di riscoprire la nobiltà dell’obiettivo della realizzazione di un presente migliore, che è sempre anche un futuro migliore a beneficio delle generazioni che verranno.
Il vetro che oggi separa dall’altro sia l’occasione che le menti del passato hanno saputo cogliere per far grande il Paese.
Che si faccia vetrina dell’immaginazione, dei sogni, della visione, che sono potere e armi di conquista della libertà e dell’indipendenza.
Prendendo le distanze dalla negatività delle opprimenti preoccupazioni, si scopre che il traguardo è più vicino di quanto possa apparire agli occhi stanchi della sofferenza.
Meritocrazia conserva la lucidità dell’ambizione costruttiva, e non arresta la marcia verso un nuovo benessere fatto di Merito ed equità sociale. Non lascia che la sfiducia rubi spazio all’opera altruistica del quotidiano e alla costanza dell’impegno. La passione di tanti alimenta la forza e allontana l’ignavia.
Conservare la speranza e dedicare l’azione al progetto di ridefinizione dell’assetto economico e sociale è la strada per abbandonare la finestra e riavvicinarsi al mondo esterno da vincitori.
Perché il cammino è irto di insidie e le battaglie da combattere sono tante e diverse, ma il male da debellare ha sempre il nome dell’improvvisazione, dell’approssimazione e della deresponsabilizzazione.