
Il mondo perduto
Quando abbiamo immaginato Meritocrazia Italia, sapevamo che la strada sarebbe stato in salita.
Risentivamo ancora molto della crisi finanziaria globale. Quella causata dalla gestione spregiudicata del mercato dei derivati, che George Soros ha bene definito armi finanziarie di distruzione di massa. Tutto partì da alcune banche statunitensi, e l’effetto domino raggiunse in breve anche l’Europa.
Ci rendemmo tutti conto che, per fermare l’ondata nefasta, era necessario ripensare il rapporto tra persona e mercato. Ma mancava la fiducia. Tutto sembrava irrimediabilmente perduto.
Di fatto, il mondo è davvero perduto. Vinto da virus economici e naturali. Senza contare la piaga del sopravvento del virtuale, che ci disumanizza e ci rende facile preda di un deleterio consumismo.
Ci sono evidenze innegabili del danno che tutto questo sta infliggendo alla cultura. È un fatto anche che nessuno reagisca.
Quando tutto va male, bisogna pensare a come ricostruire.
In Italia, tra il 1999 e il 2007, il pil era precipitato del 12% rispetto alla media dell’Unione europea. Il Governo allora in carica cercò di evitare il tracollo. La legge finanziaria del 2009 non prevedeva misure particolarmente severe, ma le previsioni della Banca d’Italia sulla tenuta della finanza pubblica erano tutt’altro che rassicuranti.
In tutta Europa si cercava di racimolare il possibile per garantire almeno i servizi essenziali.
Giocava un ruolo decisivo il vincolo di bilancio.
E così si arriva a oggi. La battaglia non è ancora terminata.
Anzi, pensiamo che la guerra sia circoscritta all’Ucraina, alla Palestina. Ma ce n’è una ancora più grande e più pericolosa, quella culturale, che non fa salvo nessuno.
Per farvi fronte, ogni Paese dovrebbe essere guidato non da leader economicamente forti, ma da leader capaci e dotati di sensibilità e competenza.
Nessuno fa caso a questo. Eppure una rivoluzione culturale è fondamentale per compensare le degenerazioni dello strapotere economico.
Tutto questo peso dato al potere economico non fa che dimostrare che l’uomo è facilmente corruttibile. È debole. Si lascia condizionare.
La Cultura è l’unico antidoto alla dipendenza.
Ora la missione di Meritocrazia diventa essenziale. Dobbiamo risvegliare le coscienze, riportare l’attenzione di tutti su quello che conta davvero e rispolverare i vecchi valori dell’altruismo e della solidarietà. Per un nuovo risorgimento, dal quale trarre nuova forza.
La Cultura che vogliamo affermare è quella dell’accettazione, della pace, della non discriminazione, dell’accoglienza, dell’aiuto alle fragilità, anche mediante la tassazione dei grandi capitali, di coloro che si arricchiscono sulle debolezze delle masse.
Questa è la formula per restituire felicità al popolo, per garantire alle generazioni a venire non un mondo perduto, ma il mondo meraviglioso che meritano.
Lottiamo contro questa costante pandemia, insieme, numerosi.