
Il valore della squadra
Ormai in disuso è il verbo ‘costruire’.
Si tende molto di più, nei rapporti, a demolire. Anche nelle discussioni, si preferisce attaccare, giudicare, sindacare. È poco comune trovare gruppi di persone disposte a lavorare insieme per realizzare qualcosa di bello e importante.
Eppure è ora il momento di cercare nuove terre, di avviare nuove iniziative, nuovi progetti, anche accettando le difficoltà che comporta il voler restare indipendenti, corpo e non costola di nessuno.
La scorsa settimana ci siamo ritrovati in una direzione nazionale, quella di preparazione del settimo Congresso annuale, molto partecipata, nel corso della quale sono state condivise tante idee. Sono stati fatti importanti passi in avanti nel percorso di costruzione. Abbiamo immagazzinato nuove energie.
Per il cambiamento, serve la collaborazione di molti. È deleteria, invece, la presunzione di pochi, che pretendono di fare da soli il capolavoro.
La sfida, tra crisi energetiche, disastri ambientali, guerre e drammi sociali, è troppo impegnativa per essere affidata ad alcuni. Nell’era del virtuale, dei governi scarsamente rappresentativi, serve il contributo di persone che vogliono cogliere il testimone di quanti, in passato, hanno saputo fare la differenza.
La nostra esistenza è proiettata, invece, solo al successo. Cerchiamo attenzioni, visibilità e approvazione. Soffriamo per un like mancato o un commento non positivo. Curiamo nei dettagli la nostra immagine virtuale e ci dedichiamo pochissimo ai rapporti reali. Abbiamo l’ossessione del fallimento.
Nonostante tutto questo, la settimana scorsa siamo riusciti a riunione tante persone attorno all’idea di un Governo del Merito.
Il ‘Governo del Merito’ non è quello fatto da politici che meritano di andare al Governo. È quello che i cittadini meritano di avere.
Quello capace di costruire una società equa, in cui chi più ha si mette al servizio di ha meno, in cui a pagare sono sempre l’impegno e il sacrificio, in cui si sa dare concretezza al principio di solidarietà.
Vogliamo che le persone comuni siano messe nella condizione di realizzare qualcosa di diverso.
È la Cultura a orientate la livella.
Il messaggio che lanceremo con il nostro Congresso è questo. Partiremo da un Governo del Merito che ripudia la guerra, rifletteremo su una riforma della legge elettorale che punti a stabilità e rappresentatività, metteremo in luce il valore della famiglia, nella sua accezione plurale, fino a toccare il tema di una globalizzazione che, in tempo di virtuale, sembra fare passi indietro, per favorire un ritorno alle autonomie nazionaliste.
I migliori risultati si ottengono con la pazienza, con lo studio costante, che migliora la capacità di valutazione, senza fretta.
Nel programma congressuale c’è l’anima di Meritocrazia, un movimento che ripudia ogni forma di conflitto, che invoca la partecipazione popolare, che prende le distanze dalla politica artificiale e che riporta i colori in un mondo grigio.
La vita non può essere fatta solo di successi, di guadagno. Nè può essere fatta di solo lavoro.
L’equità sociale è un obiettivo che non può essere mancato. Ogni organizzazione che si occupa di politica deve dare valore alle proprie azioni.
Nei giorni della direzione nazionale ho visto all’opera un gruppo che sta crescendo.
Essere eroi non vuol dire solo salvare qualcuno in difficoltà. Si è eroi anche salvando il mondo dall’apatia, dall’appiattimento, dall’incapacità di reagire, soprattutto dall’indifferenza.
Dopo l’incontro ci siamo salutati consapevoli di aver aggiunto un tassello al capolavoro. Più vicini all’obiettivo di dare voce a chi non è ascoltato, a chi è abituato a vedersi scavalcato e a vedere mortificato il merito e il sacrificio.
Il nostro modo di fare squadra dimostra che insieme si può tutto.
Voglio ringraziare ciascuno dei tantissimi dirigenti che hanno partecipato e hanno dato un contributo alla costruzione.