LA FORZA RIVOLUZIONARIA DELLA FIDUCIA – 18 OTTOBRE 2020

LA FORZA RIVOLUZIONARIA DELLA FIDUCIA – 18 OTTOBRE 2020

Dalla Fiducia è retto ogni tipo di rapporto.

Ci si affida al buon sentimento di un amico. All’affetto del proprio compagno o della propria compagna di vita. All’integrità di chi gestisce la cosa pubblica. Più in grande, alle intenzioni solidaristiche delle organizzazioni sovranazionali.

La costruttiva coesistenza sottende il bisogno di aver fede nell’altro. Di chi ha il potere di cambiare in meglio il presente e aiutare a far le scelte giuste per il futuro.

Eppure a serpeggiare in ogni dove è oggi una preoccupante diffidenza. La tensione al mutuo sostegno fa spesso spazio all’odio e al rifiuto della condivisione. L’analisi economica dei bisogni ha dato al sociale la dimensione della freddezza del calcolo matematico.

Al futuro si guarda con la lente delle previsioni algoritmiche, come se non vi fosse alcuna connessione con il momento presente. L’attuale, invece, ha perso il calore del contatto umano ed è stato affidato a relazioni virtuali. La stima è che le generazioni prossime, in più o meno quindici anni, avranno smarrito del tutto il senso dell’orientamento, rimesso in toto alle applicazioni del proprio device.

Sembra, però, che il processo di completo smarrimento della direzione, non soltanto fisica ma soprattutto valoriale, abbia preso già avvio e stia seguendo il suo corso.

Nei nuovi modelli di comunicazione e relazione v’è insieme la causa e l’effetto. È all’evidenza.

Insieme a indubbi vantaggi e utilità, l’uso dei social network porta con sé, tra l’altro, rischi di manipolazione delle intenzioni, rinnovate forme di controllo, inconsapevole circolazione di informazioni personali, massificazione dei desideri, maggiore facilità nell’aggressione verbale. Le enormi potenzialità del digitale vengono mortificate da un frequente utilizzo irragionevole del mezzo, che, pur capace di abbattere barriere temporali e spaziali e favorire l’unione globale, finisce per dividere e farsi strumento di emarginazione.

In questo quadro, promuovere una Rivoluzione culturale è alta ambizione.

Recuperata longevità, maggiore disponibilità di tempo libero, velocità di viaggio e spostamento ed evoluzione tecnologica e industriale sono vantaggi del mondo dell’oggi rispetto a quello del passato. Così accedere alle informazioni, soddisfare nuovi e vecchi bisogni, perseguire lo stile di vita desiderato è più facile. Ci sono tutti i presupposti per una migliore partecipazione democratica.

Ma le paure e le speranze restano sempre le stesse. Segnano il destino dell’Uomo in ogni epoca storica. E, nonostante le rivoluzionarie conquiste dell’oggi, il potere decisionale è ancora concentrato nelle mani di pochi.

Riportare la persona al vertice della gerarchia dei valori e direzionare l’azione politica nel verso di dar seguito a questa impostazione vuol dire anzitutto restituire al mondo la Fiducia.

Passaggio chiave è riscoprire l’importanza della riflessione. Meditazione e ragionata valutazione devono essere alla base di ogni scelta. Contro l’avventatezza portata dall’irruenza dei cattivi sentimenti. A favore del necessario equilibrio.

Altro tassello è dato dall’umiltà. Non si è mai l’unica soluzione possibile ai problemi. Si è sempre parte di un percorso risolutivo fatto di cooperazione e solidarietà. Anello di una catena lunga, che ha necessita di collegamenti saldi.

La Rivoluzione culturale parte dalla presa di coscienza del valore della collettività. Perché, come i mali, anche le certezze di positività e il desiderio di collaborativa costruzione possono essere oggetto di largo contagio.



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