La libertà nel pensiero

La libertà nel pensiero

La capacità di pensare, di riflettere sulle cose, è ciò che ci consente di compiere delle scelte, di valutare l’opportunità e la correttezza di quelle già compiute, di comprendere le ragioni alla base di tanti fatti, di pesare le parole dette e da dire.
Iniziare a pensare è sempre il modo migliore per crescere, anche nelle relazioni.
Uno stesso pensiero può trovare tante modalità di attuazione e incidere diversamente, alle volte sorprendentemente, sulle azioni successive.

Questa idea mi riporta alla realizzazione di opere meravigliose destinate a durare nella Storia. Tra le tante, penso alla muraglia cinese, del 215 a.C. Una costruzione di più di 21.000 km, ben più lunga di quanto previsto nel progetto iniziale. La Cina viveva profonde divisioni, nelle idee, nelle religioni; dava sostanza a tre anime diverse, ma l’ambizione era quella di diventare forte nella sua unitarietà. Da qui, l’esigenza di difendersi dagli attacchi esterni e continui, che provenivano soprattutto dalle montagne, in territori impervi. Così nacque l’idea della grande muraglia, nei secoli nota anche come il ‘grande cimitero’; la sua costruzione costò più di un milione di vite.
Dal bisogno di difesa, a una delle sette meraviglie del mondo. Oggi meta di milioni di visitatori da tutto il mondo. Dall’alto si ammirano montagne, colline e pianure. Finalmente una terra unica.
Da principio era difficile immaginare quello che sarebbe stato, era difficile pensare che l’opera sarebbe diventata un punto di riferimento per tutto il mondo.

Tutto questo soltanto per dire che le idee sono importanti. Il pensiero è importante. Perché dal pensiero nascono le azioni, e con le azioni si cambia la Storia.

Ma serve anche ambizione.

Per costruire un muro di 21.000 km sono stati fatti tantissimi sacrifici. Sono stati fatti degli azzardi di progettazione, e realizzarlo ha voluto dire far ricorso a tecniche e materiali diversi nelle diverse aree. Il risultato non sarebbe stato possibile se ci si fosse arresi subito alle difficoltà, se, nell’immaginazione, fosse stato dato più spazio agli ostacoli che ai vantaggi. Se ci si fosse preoccupati della inadeguatezza del numero degli uomini a disposizione, della scarsezza dei materiali, della mancanza di capitali, magari anche del pessimo riscontro di gradimento democratico.

Le grandi imprese nascono sempre dalle ambizioni.
La nostra non è quella di andare al potere o di rivestire una qualche prestigiosa carica istituzionale. È creare una vera democrazia diretta, partecipata dal basso.
Nietzsche, con grande lungimiranza, vedeva l’uomo per quello che sarebbe diventato. Spettatore gaudente della Storia, avido, vinto dall’oblio, acceso dal desiderio di puntare il dito, attento alle vite altrui e distratto dalla propria, interessato al superfluo e travolto dalla spirale d’odio che contribuisce ad alimentare.

Per creare meraviglie servono, invece, pensiero, visione e azione mirata.

Meritocrazia cerca questo tipo di libertà. La libertà della mente. Lo fa rifuggendo le notizie accattivanti ma false, non cedendo alla trappola del clamore mediatico, rinunciando a qualsiasi comoda omologazione. Lo fa dando concretezza a quella che Nietzsche chiamava ‘la forza dell’andare avanti’, per un pensiero nuovo.
Quando la forza del pensiero si combina con la quella della passione nessun risultato è impossibile.
Nessuna rivoluzione può fallire.



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