LA MAGLIA DEL COLORE DEL DISAGIO – 8 NOVEMBRE 2020

LA MAGLIA DEL COLORE DEL DISAGIO – 8 NOVEMBRE 2020

«Sub-politica» e «post democrazia» sono espressioni che ricorrono spesso e delle quali si avverte fortissima l’attualità. Il fenomeno merita di essere studiato nella definizione e nelle implicazioni, soprattutto sul piano sociale e del coinvolgimento partecipativo dei singoli.

È nella storia dell’evoluzione politica che, per la miglior organizzazione, il Popolo ripone la propria fiducia non tanto nel corretto piano normativo, dalla composizione spesso difficilmente comprensibile specie ai non addetti ai lavori, ma nelle persone. In chi si dimostri in grado di meglio rappresentare le esigenze della comunità e dei singoli.

Da sempre, la massima espressione della capacità rappresentativa sta nella forza di confondersi con le masse e di vestire i panni dei più sofferenti, la maglia dello stesso colore del disagio. Sta nell’indifferenza al successo, nel coraggio dell’impopolarità della rettitudine e nell’interpretazione del sentimento di tanti.
Ad assicurare ai cittadini serenità e stimolo nei momenti di affanno sono il potere di analisi lucida e la visione di prospettiva del leader.

Da anni, invece, si assiste a un’inversione di ruoli e funzioni.

La classe politica tradisce la missione e prende le distanze dalle masse. Si fa megafono di interessi diversi da quelli dei rappresentati. Le strategie di intervento sono proiettate al mero consolidamento della propria posizione di forza.

Lo scollamento tra politica e società è macroscopico.

E questo acuisce la crisi e allontana dalle soluzioni, perché, senza conoscere la realtà e vivere i bisogni altrui, non è possibile elaborare strategie di intervento realmente utili.

In epoca post democratica, negata la consapevolezza partecipativa e persa di vista la funzione rappresentativa della leadership, la libertà dei singoli perde vigore. Il controllo è affidato alle dinamiche di globalizzazione, alle leggi del mercato, che fanno del cittadino un mero consumatore. I bisogni sono pilotati dalle strategie commerciali, tra le quali v’è anche la costante campagna elettorale.

Il leader non rappresenta, ma dirige e dirotta il pensiero collettivo grazie al controllo delle informazioni.

Eppure, mai come in questo momento, il Paese avverte il bisogno di una guida in grado di tracciare la traiettoria verso il benessere. Le preoccupazioni sono oggi ancora monopolizzate dall’emergenza pandemica e dalla prospettiva di un nuovo lockdown, ma, al netto del virus, lo scenario resta comunque desolante: Pil in costante mortificazione, farraginosità burocratiche a ostacolo all’effettività dei diritti sociali, quadro politico insensibile alle variazioni sociali e culturali, imminente crisi sociale annunciata e debolezze dimenticate. L’odierna crisi sanitaria si limita ad accrescere difficoltà già in essere.

Riportare la luce è impresa ardua, perché combattere la battaglia sul campo dell’emergenza non basta. Serve intervenire su problemi radicati e preesistenti, stratificatisi nel tempo anche a causa dell’infedele esercizio del potere rappresentativo.

Meritocrazia Italia si propone di donare energia nuova alla causa, puntando sul sacrificio dello studio, sul valore della diversità dei pensieri e delle esperienze e sulla verità dell’impegno quotidiano.
Contro i protagonismi. A testa bassa verso il traguardo della dignità.



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