LA PATENTE PER INTERNET – 14 MARZO 2021

LA PATENTE PER INTERNET – 14 MARZO 2021

Viaggiare per le strade del mondo virtuale della Rete richiede attenzione e prudenza.
Mancano i punti di riferimento finora suggeriti dall’esperienza e servono abilità nuove per non perdere la rotta. La bussola delle relazioni conquistata in secoli d’evoluzione delle Civiltà sembra non essere più sufficiente a segnare la giusta direzione.

La fase emergenziale ha impresso un’accelerazione improvvisa al processo di progressiva tecnologizzazione dei rapporti, cogliendo tutti impreparati nella riprogrammazione delle modalità di espressione di sentimenti e idee.

L’interfaccia telematica amplifica le opportunità di partecipazione democratica. Ma, nel farlo, consente a chiunque di vestire i panni dell’esperto di settore, del giudice, del politico. Accresce il potere di condizionamento delle masse, non sempre verso valori socialmente utili.

Lo strumento della Rete, in sé utile al miglioramento della qualità della vita comune e fondamentale in epoca di distanziamento sociale, è spesso utilizzato in maniera controfunzionale, mezzo di prevaricazione. Tutti possibili vittime e tutti possibili carnefici.
L’aggressione da tastiera, che alle volte si traduce nella reazione di tragedie personali che nulla hanno di virtuale, e la mistificazione informativa sono fenomeni tanto diffusi da riscontrare indifferenza e non suscitare indignazione.

Anche l’azione politica sembra ormai diretta dal nuovo costume di comunicazione e sceglie il potere della suggestione alla chiarezza del dialogo, l’opacità della verosimiglianza alla trasparenza della verità, la via di fuga dell’ambiguità al coraggio della certezza. In Rete, il politico diventa più emotivo, involuto, allusivo, sciatto nelle analisi che in passato. La celerità delle dinamiche della vita virtuale non può attendere i tempi dello studio e di quella riflessione che serve ad anticipare i problemi e sciogliere i nodi più intricati, per dare risposte realmente adeguate.
L’esperto, dal suo, perde la naturale attitudine all’indagine approfondita delle esperienze, allo sviluppo di capacità cognitive, alla ricerca, alla trasmissione del sapere e alla formazione delle menti secondo un linguaggio accorto e mirato.
I ruoli si confondono. E i piani si rovesciano.
Lo studioso diventa esitante per eccesso di sapere e il politico si mostra decidente per superiorità d’intuito.
Ha tutto a che fare con il precario sentimento umano, con le individuali fragilità.

Per non perdere di vista la concretezza dell’esigenza di tutela della persona e, soprattutto, per non legittimare zone franche dalla vigenza dei valori fondamentali, occorre favorire un uso maggiormente consapevole della Rete, da parte di giovani e adulti, politici, esperti e professionisti. Soltanto la migliore capacità di usare il mezzo al fine permette di cogliere davvero le utilità dell’evoluzione tecnologica senza pagare il prezzo della tenuta del piano valoriale dei rapporti.

Diversamente, non ci sarà posto per alcun vincitore. L’inaridimento delle relazioni conquisterà tutto il campo. E nella frenesia dell’acquisto economico e veloce, finiranno per restare travolti irrimediabilmente sacrificio, esperienza e impegno (anche economico) dei piccoli rivenditori. Nello smanioso desiderio di dare libera espressione a rabbia e odio nei confronti dell’altro, finiranno per restare travolte le debolezze.

Serve ripristinare il senso d’orientamento, per riportare a equilibrio etico le dinamiche relazionali e rifuggire il falso alla ricerca del vero.

Da sempre impegnata nella promozione dell’effettività dei diritti fondamentali e convinta dell’importanza di un uso responsabile dei mezzi di comunicazione, Meritocrazia Italia lavora a una proposta di riforma normativa per l’introduzione di un documento abilitativo alla navigazione. Imprescindibile la costruzione di percorsi di formazione volti all’acquisizione della consapevolezza della potenzialità lesiva di scelte comportamentali scomposte o poco avvedute e dei rischi fisiologicamente connessi all’uso della Rete.
È il presupposto per una partecipazione realmente libera e democratica.

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