L’EPOCA DELLE CONTRADDIZIONI – 5 luglio 2020

L’EPOCA DELLE CONTRADDIZIONI – 5 luglio 2020

Nell’era dell’agio diffuso, nessun popolo è salvo da preoccupazioni e timori. Maggiore è il livello di benessere sociale ed economico raggiunto, maggiore è la paura che qualcosa cambi e la precarietà degli equilibri venga svelata.

La recente emergenza ha rimesso in discussione punti di forza che si pensavano acquisiti. Ogni consapevolezza ha ceduto a dubbi e incertezze. La ricerca scientifica, sulla quale era riposta cieca fiducia, si è mostrata non del tutto adeguata a dare risposte pronte e tracciare una strada certa e libera d’ombre.

Il Paese è stretto in un intreccio di contraddizioni. Il rigore della logica perde il passo.

La promessa di non lasciar nessuno indietro si scontra con i fatti dei mancati pagamenti della cassa integrazione e dell’insufficiente sostegno economico ricevuto finora da imprese e liberi professionisti.

Dopo mesi di sospensione, finalmente riprendono attività di ristorazione, di svago e sportive, ma la giustizia stenta a ripartire. Gli uffici pubblici non riaprono.

I notiziari spacciano guerre per l’accaparramento di risorse naturali per battaglie religiose o di idee. Eppure quando il conflitto si esaurisce in zone povere e dimenticate nessun clamore mediatico lo accompagna. Soltanto silenzio e disaffezione, da parte degli Stati non coinvolti e delle Organizzazioni internazionali. È la brama di potere economico a sollecitare l’animo di conquista dei popoli. Nessuna traccia della fame di arricchimento culturale che in passato ha consentito anche all’Italia di farsi eccellenza.

Si parla di economia in ripresa, ma nulla sembra muoversi. Sono passati mesi dall’avvio della discussione su Mes e Recovery Fund, ma nessuna forma di sostegno reale ha raggiunto le fasce della popolazione più bisognose di supporto. Le banche dovrebbero garantire aiuti alle imprese, ma, a conti fatti, il meccanismo predisposto serve a null’altro che a rafforzare la posizione, già in sé stabile, di banche e istituti di credito, che possono cancellare i propri debiti e ottenere nuovo credito garantito dallo Stato.

C’è un disagio che chiede soccorso a gran voce, ma resta inascoltato.

Si fa voluta confusione tra immigrazione e migrazione. Crescono le preclusioni all’integrazione tra culture. L’afflusso non regolato non risolve ma amplifica le difficoltà di chi cerca protezione. Il concetto di cittadinanza merita oggi di essere ridisegnato, perché le aperture alla solidarietà restano vuoti proclami finché non ci si preoccupa delle reali possibilità di integrazione sociale e lavorativa degli stranieri che chiedono ingresso.

Non ultima, l’attuale legge elettorale è il riflesso delle contraddizioni di un Paese che pretende rappresentatività ma non riesce a dotarsi dello strumento che meglio riuscirebbe a soddisfare l’esigenza. Nella sua formulazione, l’Italicum, approvato a fine 2015, consente che la minoranza acquisti potere di governo, con rovesciamento di quei rapporti di forza che meglio rappresenterebbero la volontà popolare. Il popolo ha diritto fin da subito a conoscere quale sarà la compagine di governo all’esito dell’elezione, ma, ancor di più, ha diritto al rispetto del principio di maggioranza e della propria espressione di gradimento per persone e programmi di azione politica. Non è casuale la disaffezione di molti per il quadro politico. Non è un caso neppure l’elevata percentuale di astensione al voto registrata negli ultimi anni.

Meritocrazia Italia prende lucidamente atto dei limiti e delle contraddizioni del sistema e si propone di fare la sua parte, impegnandosi a mantenere concretezza, serietà, continuità, trasparenza di intenti e umiltà; quell’umiltà che è propria di chi conosce gli obiettivi da perseguire. Meritocrazia sarà sempre il megafono dei più deboli.
Dare il proprio apporto concreto al recupero della stabilità è oggi più importante di ieri, perché più forte è il bisogno di ripristino dell’equità sociale.

La missione è difficile, ma la sfida è affascinante.

Meritocrazia Italia è pronta a giocare la partita con ardore di squadra, a dare onore alla maglia e soddisfazione a chi crede.



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