Lettera agli italiani

Lettera agli italiani

Poco riflettiamo su quanto sia meravigliosamente perfetta la struttura del sistema solare. Un sistema ammantato di mistero, che affascina da sempre.
Come è stato possibile creare la vita su un Pianeta?
E come facciamo a ricevere il calore dal sole, stella madre del sistema solare?
È straordinario pensare a quante cose della vita siano assolutamente imprevedibili e quante invece funzionino secondo meccaniche di estrema precisione.

Una metafora, quella del cosmo, perfettamente calzante rispetto alla politica.
Anche dalla politica possono nascere idee capaci di conservare effetti anche dopo tanti anni. Lo hanno dimostrato il rinascimento e il risorgimento. Ma si pensi anche alla costruzione degli acquedotti romani, che ancora oggi reggono per larga parte il sistema idrico italiano, nonostante i grandi passi in avanti fatti dalla tecnologia e dagli studi ingegneristici.

Oggi mi voglio rivolgere a tutti gli italiani.
Dovremmo tutti interessarci della politica un po’ di più, e partecipare attivamente alla costruzione del nostro futuro, invece di subire decisioni altrui. Inseguiamo ambizioni personali e ci accontentiamo di risultati piccoli, senza troppa lungimiranza. Abbiamo perso la voglia di emozionarci.
Poco abbiamo imparato da chi ci ha lasciato l’eredità preziosa di un patrimonio artistico e architettonico senza eguali e ha saputo guardare oltre. Facciamo lunghe file nei musei per ammirare un quadro, senza riuscire a cogliere la grandezza di chi non si è accontentato, ha avuto visione e ha lasciato una traccia indelebile nei secoli.

Nel 1839 fu inaugurata la prima tratta ferroviaria, che passava per Napoli-Portici. L’Italia non era ancora unita e Napoli faceva parte del Regno delle due Sicilie. La gente si riversò in strada, percependo il carattere rivoluzionario dell’evento. Da quel giorno, sarebbe stato più facile viaggiare, lavorare e tenersi in contatto. Sarebbe stato più facile muoversi nei confini regionali e anche all’estero. Oggi il treno è il mezzo più utilizzato. Da un’intuizione, lo stravolgimento delle relazioni sociali ed economiche.

Allo stesso modo, cerchiamo di creare un sistema politico completamente diverso.
Dedicare qualche ora al giorno a un progetto di costruzione, per il benessere comune, vale molto più di un aperitivo da postare sui social. Dobbiamo scegliere cosa essere, cosa vogliamo realizzare e costruire, anche perché la politica non sia quello a cui stiamo assistendo in questi giorni, tra battibecchi e attacchi tra cariche istituzionali.
È incredibile quello che sta accadendo negli Stati uniti, con la rottura tra Trump e Mask, persone che hanno tra le mani la vita di tantissimi.
Il senso di comunità e la cultura del volontariato devono fondare un nuovo umanesimo. Non può essere la logica economica a guidare il mondo, a dirigere il consenso popolare.
Nell’ultimo periodo gli utili Tesla si sono ridotti del 71%. Da subito, fin dall’affidamento del nuovo mandato, la politica trumpiana ha mostrato avversione per associazioni umanitarie operanti da sempre, anche in campo sanitario. Sono stati ridotti gli istituti di controllo e vigilanza sui grandi brand, tra i quali, appunto, quello di Elon Musk. Incredibilmente, a distanza di pochi mesi, siamo già ai ferri corti.
Il popolo osserva basito, senza più capacità di reazione.

Purtroppo l’indifferenza è un problema mondiale.
Sono in tanti a tirarsi indietro quando si tratta di lavorare per il bene comune senza un immediato ritorno economico o di visibilità istituzionale. L’ambizione personale è legittima, ma non deve sfuggire il valore dell’altruismo e della solidarietà, un dovere al quale tutti siamo chiamati.

Meritocrazia si propone di raggiungere risultati alti, con umiltà e garbo, mettendo da parte l’io e puntando alla costruzione del noi, in un mondo malato di egoità ed edonismo.
Ora che tutto sembra andare malissimo, anche nei rapporti internazionali, dobbiamo farci nuovo rinascimento. Dobbiamo farci capaci di essere diversi da tutto quello che non va e portare un aiuto concreto a chi soffre e ha bisogno di sostegno.



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