NELLA GUERRA DEI POTERI È SCONFITTA L’UMANITÀ – 21 MARZO 2021

NELLA GUERRA DEI POTERI È SCONFITTA L’UMANITÀ – 21 MARZO 2021

Le posizioni di potere attraggono in tanti, da sempre. Ma la capacità di controllo e direzione della forza non appartiene a tutti.

La Storia è raccontata anche dalle tante vittime di guerre d’affermazione, tra Popoli ed etnie. Sono alla base di sterminazioni di massa le lotte per il dominio. Non si contano i morti travolti dalla Guerra di indipendenza del 1775 o dal primo e dal secondo conflitto mondiale.
Ogni volta, una sola missione: l’imposizione di sé in funzione espansionistica.
Una scala valoriale comune: la dimensione produttivistica delle relazioni sull’essere. Verso forme di schiavitù sempre diverse, adeguate ai tempi e alle circostanze.

Non pago degli errori del passato, l’uomo continua a commetterne di nuovi, a mancare di rispetto al benessere collettivo in nome delle ragioni dell’economia e del mercato. Passano nell’indifferenza collettiva le condotte irresponsabili e suicide alla base, tra l’altro, dell’alto grado inquinamento dell’aria e dell’acqua e della deturpazione del contesto ambientale. Non ultimo, è traccia della scelleratezza umana il triste epilogo dell’evento pandemico, dalle incerte origini e comunque inedito quanto a impatto sulle vite dei singoli e rispetto alle esperienze già vissute in un passato più e meno prossimo.

È il momento del cambio di rotta.

Il tempo impone la realizzazione di un’unione reale tra i Popoli, anche attraverso una politica economica comune e relazioni internazionali stabili improntate a solidarietà, affinché tutti possano remare nella medesima direzione in civile e pacifica convivenza.
Il male delle lotte di potere è generato proprio dalla scarsa coesione sociale e dall’iniqua distribuzione della ricchezza e delle forze decisorie. Vale nei rapporti internazionali, vale per l’Europa, vale anche per il piccolo di contesti cittadini divisi fra benessere dei centri, povertà delle periferie ed emarginazione dei ghetti.
Proprio quando serve la forza dell’unione, l’Europa mostra la sua maggiore fragilità.

Assistiamo, inermi e impotenti, a giochi di mercato sull’acquisto dei vaccini. Subiamo scelte non sempre calibrate sui bisogni reali, e piuttosto pilotate dal desiderio di affermazione di pochi su tanti. A rischio la salute dei cittadini (non importa se di uno o di molti), priorità è data alle ragioni di bandiera.

Non è quello che merita chi ha combattuto per l’affermazione della giusta gerarchia dei valori e l’effettività dei diritti fondamentali. Non è quello che meritano le vittime di (sempre) ingiuste guerre civili.

Serve una Rivoluzione, fatta in un modo nuovo. Fatta di impegno culturale e rinnovata consapevolezza. Una spinta alla transizione politica dall’insicurezza alla stabilità, a riconquista dell’equilibrio.
Occorre un cambiamento nell’approccio, un pensiero che non abbia confini territoriali e apra a una più solida e leale collaborazione tra genti.

Siamo a un bivio.

Ora si decidono le sorti del futuro, perché all’orizzonte si schiudono scenari di ulteriore difficoltà. E non è certo che la crisi emergenziale potrà pienamente superarsi in un arco di tempo contenuto.
Non è pronto a cogliere la sfida un mondo che non riconosce il valore della Persona, ammette l’iniqua distribuzione delle opportunità e affida al prodotto interno lordo il potere di misurare il livello di felicità di un Popolo.
Si ritorni all’intimità della riflessione. Si recuperi il coraggio delle proprie responsabilità.

Perché generazioni di anziani che, con sacrificio e lavoro, hanno costruito il nostro presente non siano più costretti alle paure di un virus ignoto e all’incertezza delle cure.
Perché nessuno debba più perdere la vita per l’ambizione altrui.
Perché il benessere di tanti non dipenda dal potere di pochi.
Perché, nella guerra fra grandi, a essere sconfitta non sia l’Umanità.

Il potere da conquistare sia quello della fratellanza e dell’eguaglianza. L’unico del quale è possibile andare fieri.



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