Nessuna risposta senza domande

Nessuna risposta senza domande

Nel rileggere con attenzione la Divina Commedia, si scopre che ciò che rende meraviglioso un viaggio fatto di scoperta continua è il dubbio, la curiosità di sapere. Sono gli interrogativi posti ai personaggi incontrati a consentire a Dante di conoscere, apprendere verità inedite.

Stupisce quanto ci si possa sentire piccoli se si pensa all’infinito dell’Universo. Quanto ci si possa sentire piccoli al pensiero dell’immensità delle cose che non si conoscono.
Proprio per non sentirci così piccoli, siamo portati a mutare i dubbi in certezze.
Poche domande. Solo risposte.
Ma è nella certezza la vera vulnerabilità. Perché proprio dalla fermezza delle convinzioni nascono i contrasti, le guerre, le contrapposizioni.
Serve sapersi mettere in discussione per riscoprire la bellezza del dialogo e del confronto. È il dubbio che rende umani. E per questo va valorizzato.
Facciamo domande e scardiniamo le più antiche convinzioni. Mettiamoci in forse. Quando siamo in disaccordo con l’altro, diamogli una possibilità di aver ragione. O cerchiamo di comprendere il motivo alla base di alcune scelte o di alcuni comportamenti.
Forse il confronto con l’altro è in sé fonte di incertezza, perché mette a nudo la verità dei propri pensieri. Ma dal confronto con l’altro si può trarre enorme arricchimento.
Se davvero vogliamo avviare un’onda culturale nuova, non limitiamo a specchiarci, da soli, con noi stessi. Coinvolgiamo. Condividiamo.

Il quinto Congresso nazionale di Meritocrazia Italia ha voluto dimostrare proprio questo. Che mettendo in comunicazione sensibilità molto diverse tra loro. L’umiltà fa crescere. E consente di essere coerenti. Perseverare nel desiderio di difendere le proprie certezze porta a contraddirsi, tra quello che si pensa, quello che si dice e quello che si fa.

Nelson Mandela, nel suo dire, non provava a vincere l’odio razziale con altro odio, alimentando le divisioni, ma, strenuamente, ricercava il compromesso. Si chiedeva se l’odio razziale non potesse provenire da una mancanza di fiducia nei confronti di una parte della popolazione abituata a eseguire i compiti, senza capacità di proporre una visione nuova delle cose, senza capacità di contrapposizione dialettica, ideativa e culturale a chi reputava di appartenere a una categoria di persone in posizione di superiorità. E alla fine Mandela ha vinto la più grande delle battaglie con la sola forza della persuasione.
Senza missili. Senza distruzione. Senza una di quelle reazioni scomposte alle quali siamo oggi abituati ad assistere.
Il dubbio aiuta a costruire gli equilibri.
Comprenderlo aiuterebbe anche a stabilire rapporti internazionali diversi. Ma comprenderlo è difficile, specie nel tempo della competizione, della voglia di affermarsi, di essere riconosciuti come i migliori. Nel tempo dell’infelicità, di quell’insoddisfazione alla quale portano l’avidità e l’arroganza.
Come diceva Maria Montessori, se riuscissimo a puntare sulla cooperazione, riusciremmo a costruire un mondo di pace.

Chi è critico prima di tutto verso se stesso riesce ad avere una visione delle cose differente.
Continuiamo a porci domande. I punti interrogativi aiutano a realizzare quella rivoluzione culturale che sarà il punto esclamativo al nostro successo.



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