Never give up

Never give up

Si ha spesso l’impressione, di fronte alle difficoltà, che arrendersi sia l’opzione migliore, o l’unica possibile.

Sono in tantissimi a esprimere apprezzamento per la costanza con la quale Meritocrazia porta avanti le proprie idee, ma sono tantissimi anche quelli che però si tirano indietro di fronte all’invito a una partecipazione più attiva, perché, in fondo, tutta la nostra opera è considerata nient’altro che puro eroismo.
È perché accade molto spesso che le nuove iniziative vengano bloccate, in qualche modo, con quale pretesto. Questo scoraggia molto. Ci si è abituati anche al fatto che nella vita non si può andare avanti per meriti e competenze; il successo è sempre di chi appartiene a gruppi di potere. L’appartenenza a una lobby è un lasciapassare incredibile.

Un sistema distorto, più grande di noi, invincibile, al quale non ci si può che arrendere.

Effettivamente, se questo è, perché sprecare tempo prezioso in battaglie che non portano utilità immediata?
S’è persa quella sana rabbia che porta a resistere, a crederci. Forse è che sono sfumate le emozioni, che sono il motore di ogni azione.
La rabbia è necessaria, ma non deve mai degenerare in violenza. Deve soltanto servire a far prendere coscienza delle cose e dare la carica per perseverare, verso gli obiettivi che vale la pena perseguire.
Su questo sentimento sono state edificate le più importanti costruzioni sociali e democratiche. Da questo sentimento sono sempre partite le più importanti spinte culturali, e le vere rivoluzioni.
Come si fa a sovvertite un potere occulto, sommerso, che non si può osservare, che si nasconde? Ci si sente impotenti. E allora, sì, ci si arrende.

Eppure reagire non è difficile. Non è difficile mostrare il proprio dissenso. Impegnarsi a favorire al comando persone pulite, che hanno solo il desiderio di fare bene, di costruire uno Stato diverso.
Questo Paese ha bisogno, oggi più che mai, di uomini e donne di coraggio.

Rabbia e coraggio.

Serve il coraggio di ricavare qualche minuto della propria giornata da dedicare agli altri, di andare controcorrente, di non cedere alla tentazione del canto delle sirene e accettare il primo incarico che capita, per perseguire le proprie ambizioni e puntare in alto. Serve il coraggio di determinarsi nonostante i pareri contrari, di unire il proprio pensiero a quello opposto di chi crede in cose diverse.
Così si sconfigge l’arrendevolezza. E si indebolisce chi usurpa ai danni dei cittadini, conquistando una vita facile per sé.

È una battaglia che dobbiamo combattere tutti e tutti insieme. Soprattutto i più giovani, che devono essere instradati da docenti responsabili, chiamati a educare alla sana competizione, non alla polemica o alla voglia di autoaffermazione. La sana competizione consente di elevare il livello di tutti, del primo come dell’ultimo.
Non occorre rompere vetrine e usare violenza per farsi sentire e valere, per mostrare voglia di eversione. La rivoluzione che conta è fatta diversamente.

La politica, alla fine, è fatta di numeri. Più persone si arrendono, più persone saranno private dei loro diritti. Meno persone sceglieranno di votare e di partecipare alla vita politica, più forte sarà il potere delle lobby e di chi, dietro le lobby, nascostamente agisce e guadagna potere.



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