Oltre il nichilismo dell’oggi, la passione di chi cerca il cambiamento

Oltre il nichilismo dell’oggi, la passione di chi cerca il cambiamento

Intorno al 1800 prese piede la corrente filosofica del nichilismo, sostanzialmente basato sul concetto di egoismo e sul sopravvento del nulla.
Tantissimi gli orientamenti, peraltro sostenuti da autorevoli studiosi. Il più noto e autorevoli tra questi era per certo Nietzsche, che sviluppò anche alcune intuizioni di Schopenhauer.
Secondo Nietzsche, il nichilismo rappresenterebbe il culmine del pensiero metafisico occidentale. Il nulla sarebbe una risposta quasi ontologica, dovuta da parte di un realismo capace di catturare la verità delle cose.

Invito a una riflessione proprio su questo.
Invito a farlo a partire da quello che sta accandendo nell’ambito della competizione elettorale in vista delle europee della prossima settimana. Non si ascolta nulla di nuovo. Sembra di risentire gli stessi proclami della tornata precedente.

Si parla di un’Europa fatta di Popoli, non costruita su esigenze puramente economiche. Si parla di un’Europa di solidarietà.
Ma, a conti fatti, quell’idea di Europa che oggi si promuove con le parole non ha nessuna concretezza.
L’Europa sta perdendo tutte le sfide.
Unione, pace, equilibri internazionali sono obiettivi non realizzati. Anzi, in questi ultimi anni si sono acuite le differenze in termini di ricchezza e ha preso piede una politica non inclusiva ma addirittura escludente, incapace di costruire ponti e di favorire il dialogo.
È aumentato il divario di forza economica tra i Paesi, a livello globale. La Cina è penetrata nei mercati con facilità, conquistandone delle fette significative, senza sopportare costi per la sicurezza, per la qualità della produzione. E invece gli operatori economici provenienti dai Paesi europei sono hanno dovuto rispettare criteri fintamente o inutilmente rigidi, che comunque alzano i costi e falsano la competizione.
Assistiamo al fare incerto di un’Europa che non decide. Non è chiaro neppure che posizione abbia assunto a fronte del conflitto tra Russia e Ucraina. Invece di lavorare sulla diplomazia, perorando la causa della pace, ha continuato a mandare armi.

Se questo è, in effetti, non può non tornarsi al nichilismo.
L’immagine che mi viene in mente è quella della granita. Non tanto ghiacciata da essere gelato, ma densa, amalgama di acqua, zucchero e frutta, al punto da non permettere il passaggio dell’aria al suo interno.
In un’Europa unita, ben amalgamata, a mancare non è l’aria, a mancare sono le idee. Manca il pensiero differente di chi vuole costruire le solide fondamenta di una civiltà retta da solidarietà e non da interessi economici, da ragioni di vera giustizia. Una civiltà diversa da quella pilotata da lobby che guadagnano dettando i tempi dell’agenda politica, attraverso laute remunerazioni e sponsorizzazioni. La stampa racconta di scandali ripetuti, davanti ai quali ormai non ci indigniamo più. Abbiamo consentito alle lobby di entrare nelle nostre case, di intercettare i nostri desideri e di guadagnare sui nostri bisogni.
Di questo nessuno si lamenta.
Nessun allarme. Nessuna reazione. Nessuna voglia di cambiamento.
Eppure coltivare ambizioni diverse è possibile, facendo del nostro quotidiano una battaglia continua. Con la presenza, con la costanza, con la lealtà, con l’umiltà di farsi sostegno per l’altro.
Dobbiamo farci portatori di un pensiero nuovo, riscoprendo la bellezza della coesione, del dialogo diretto.

Meritocrazia vive di contatto umano, di verità. È differente perché sa alimentare la passione, non cerca qualcuno a cui affidare la responsabilità, ma la assume su di sé, con l’opera e il sacrificio di tutti i giorni.



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