REGIONE VENETO – LO STATO DI SALUTE DEGLI ENTI LOCALI

REGIONE VENETO – LO STATO DI SALUTE DEGLI ENTI LOCALI

In questa trattazione verrà svolta una breve premessa sulle più rilevanti attività economiche che caratterizzano l’economia della regione Veneto che, con una superficie di 18.378 km/q e 4,9 milioni di abitanti  fa parte delle più grandi regioni italiane sia per superficie che per popolazione.

L’agricoltura nel Veneto

Fino ad oggi il Veneto è stato fortemente caratterizzato dall´agricoltura, nonostante la progressiva ed inevitabile industrializzazione. Grano, viti e frutta vengono coltivati prevalentemente nelle distese aree delle fertili pianure e delle colline circostanti. Vini famosissimi in tutto il mondo come il Bardolino, il Valpolicella o il Prosecco maturano sulle colline intorno Verona, Vicenza e Treviso, mentre nelle pianure vengono coltivati mais, grano, patate e riso. La frutticoltura così come la pescicoltura prevalgono nelle zone costiere. La pesca ha una lunga tradizione nel Veneto, ma la diminuzione delle risorse ittiche diminuzione rende la sopravvivenza dei settore molto difficile.

 

L’industria tessile e l’industria pesante

Il settore industriale ha vissuto un boom enorme negli ultimi anni e ha reso il Veneto una delle regioni economiche più importanti d´Italia. Molte aziende si sono stabilite nel Veneto e producono grandi varietà di prodotti. A parte la tradizionale industria tessile, che creò marche come “Diesel”, “Replay” e “Benetton”. L´industria pesante e quella petrolchimica a Porto Marghera nella laguna di Venezia rappresentano un problema rilevante da un punto di vista ambientale.

 

Il turismo – settore vitale

Il turismo è indubbiamente il settore economico più prospero. La sola città di Venezia attira molti milioni di turisti ogni anno ed è una delle attrazioni principali di tutta l´Italia. Il Veneto occupa il primo posto tra tutte le regioni italiane ogni anno con oltre 14 milioni di turisti. Il Veneto, però, è molto di più di un semplice entroterra della città di Venezia. Numerose località balneari come Caorle, Bibione e Jesolo così come il Lago di Garda attirano molti turisti d´estate; d´inverno invece le tante località sciistiche intorno a Cortina d´Ampezzo così come Venezia stessa con il suo Carnevale diventano punto di attrazione per infinite masse turistiche. Da non dimenticare le città culturali ed universitarie Verona e Padova che sono una meta per numerosi turisti provenienti da tutto il mondo.

 

Lo stato patrimoniale e il conto economico

Nell’ analizzare lo stato patrimoniale della Regione Veneto si possono fare delle considerazioni sugli elementi attivi e passivi nonché, per differenza algebrica fra loro, sul patrimonio netto per poi analizzare il conto economico.

 

In sintesi, con il nuovo sistema di contabilità (accountability) nel settore pubblico peraltro imposto dall’UE, la consistenza del patrimonio della Regione assume un ruolo fondamentale perché esprime il livello di ricchezza che una certa generazione mette a disposizione di quelle future.

La contabilità economico-patrimoniale, attraverso una contestuale evidenza tridimensionale degli aspetti dell’equilibrio (finanziario, patrimoniale, economico), consente inoltre una migliore consapevolezza nell’utilizzo delle risorse acquisite e del loro impiego per il soddisfacimento dei bisogni della collettività amministrata.

Ed è proprio grazie all’attività ricognitiva ed alla corretta valutazione della consistenza patrimoniale della Regione, che è stato possibile far emergere un sensibile miglioramento del patrimonio netto della Regione, che è passato da un valore negativo al 31 dicembre 2016 (- 722.089.744,60) a quello positivo nel 2018 di euro 2.255.528.559,52.

La significativa variazione è da imputarsi principalmente all’iscrizione di alcune immobilizzazioni finanziarie in partecipazioni, anche non azionarie, di enti strumentali, fondazioni ed agenzie regionali nonché al completamento di ricognizioni del patrimonio regionale, con particolare riferimento alle Infrastrutture Stradali.

Per quanto concerne infine il conto economico per il 2018, si registra un risultato economico di segno positivo pari ad euro 245.442.254,71; il volume maggiore dei componenti positivi (84,86%) riguarda i proventi da tributi (euro 11.782.374.541,43) derivanti dalle entrate proprie regionali, fortemente in incremento rispetto al triennio (+ 7,61% sul 2016).

Tra i componenti negativi della gestione, di importo complessivo pari ad euro 11.492.833.657,70, la voce più consistente riguarda prevalentemente le risorse trasferite alle aziende sanitarie locali (euro 9.215.837.812,17 indicate anche nella missione n. 13 dedicata alla ‘Tutela della salute’), in incremento a seguito di maggiori erogazioni.

Particolare attenzione merita la gestione finanziaria nel settore sanitario in quanto la spesa sostenuta nel Veneto per la sanità nell’esercizio 2018, pari a 10.902,63 mln di euro, incide per l’81% sul totale della spesa del bilancio regionale pari a 13.416,05 mln di euro, in una misura quindi rilevante.

La Regione Veneto peraltro rientra tra quelle ‘virtuose’, in quanto in regola con gli adempimenti regionali fissati a livello nazionale, e quindi destinataria di finanziamento aggiuntivo o ‘quota premiale’ per un importo di euro 6.889.819,00.

Ciò premesso, si sono superate le criticità evidenziate nel corso del rendiconto del 2017 che si riferivano anche  a quello del 2018, dove nella rappresentazione dei profili contabili si sono evidenziate come sono state allocate e utilizzate le risorse finanziarie nel servizio sanitario regionale.

L’individuazione  dei fabbisogni standard da parte dello Stato in collaborazione con gli enti territoriali è finalizzata a garantire la precisa delimitazione finanziaria dei Livelli Essenziali di Assistenza – costituzionalmente vincolati ai sensi dell’art. 117, secondo comma, lett. m, cost. – rispetto alle altre spese sanitarie invece “comprimibili” e in questa direzione si è sempre mossa la regione Veneto.

 

Le società partecipate e Veneto Sviluppo s.p.a.

In questa materia risulta molto rilevante trattare della “Direzione Partecipazione Societarie ed Enti Regionali” questa struttura  si è attivata invitando le Strutture regionali interessate ed i 27 organismi partecipati (n. 18 enti strumentali e n. 9 societaà) «a compiere tutti gli atti necessari per armonizzare tutte  le differenze» tra i rispettivi rapporti crediti/debiti delle Società partecipate dalla Regione Veneto.

È stato attuato un “Piano di razionalizzazione straordinaria” del 2017 con la dismissione quasi ultimata a fine 2018 di n. 6 società “direttamente” partecipate (College Valmarana Morosini S.r.l. , Società Veneziana Edilizia Canalgrande S.p.A. , Rocca di Monselice S.r.l. , Veneto Nanotech S.c.p.a., Veneto Promozione S.c.p.a. e Fin.est S.p.A.) e con il mantenimento di 9 società (Autovie Venete S.p.A., Concessioni Autostradali Venete S.p.A., Immobiliare Marco Polo S.r.l., Sistemi Territoriali S.p.A., Veneto Acque S.p.A. , Veneto Innovazione S.p.A. , Veneto Strade S.p.A. ,Veneto Sviluppo S.p.A. e Veronafiere S.p.A.).

Tra le società partecipate ritenute “strategiche” e quindi da non dismettere  rientra la Veneto Sviluppo S.p.A., con partecipazione del 49% detenuta da soci privati facenti parte del sistema bancario e finanziario, che costituisce la “Finanziaria per lo sviluppo economico regionale”, in quanto da un lato gestisce numerosi fondi regionali destinati ad interventi a favore delle imprese per lo sviluppo economico del sistema veneto e dall’altro, in via prevalente, investe in partecipazioni societarie attraverso operazioni di merchant banking.

Ed è proprio per la mission demandata a Veneto Sviluppo S.p.A. e per la presenza di sostegno finanziario alle imprese locali che si ritiene opportuno non trascurare l’aspetto relativo al rispetto della disciplina normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato e di concorrenza, atteso che l’articolo 107 dei Trattati dispone che «salvo deroghe contemplate dai trattati, sono incompatibili con il mercato interno, nella misura in cui incidano sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza».

Si ritiene inoltre assolutamente inderogabile, nella fase attuativa di erogazione dei finanziamenti, il rispetto dei principi ordinamentali in materia di trasparenza, non discriminazione, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione.



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