PROGRAMMA MI

CON IL PNRR SI APRA PER L’ITALIA UNA FASE COMPETITIVA

Nel momento di massima debolezza economica e sociale e di difficoltà del quadro istituzionale mondiale, Meritocrazia Italia vuole fare la sua parte e dare un segnale di cittadinanza attiva e impegno propositivo.
A sostegno alle iniziative del Governo e delle forze parlamentari, mette a disposizione competenze diversificate e la sensibilità di profili sociali differenti per dare un fattivo contributo in vista della composizione e dell’attuazione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza.

Si gioca oggi una partita importantissima.
Non può andare sprecata l’opportunità di ridisegnare l’assetto economico e inclusivo in termini di maggiore vivibilità, a beneficio anche delle generazioni future.
Occorre programmare interventi calibrati sulle peculiari attese dei singoli ambiti di interesse, con visione di sistema e organicità d’impostazione valoriale, rendendosi pronti ad affrontare sfide certe del futuro prossimo, di grande impatto ambientale, tecnologico, economico e sociale.

L’obiettivo primo sia restituire effettività ai diritti civili grazie alla digitalizzazione e alla sburocratizzazione dei servizi pubblici, al ripensamento dei modelli di vita cittadini, al miglioramento dei livelli di inclusione lavorativa e finanziaria, alla conquista di reali parità di genere, alla lotta all’inattività giovanile, alla valorizzazione delle risorse disponibili, con attenzione particolare per le aree del territorio che vivono una situazione di maggior affanno.

L’Italia riparta da una seria riforma della giustizia, della fiscalità e delle politiche del lavoro, e dal risanamento di una crisi ambientale che è il portato di politiche errate, alla base di disastri socio ambientali, danni alla salute pubblica, e creazione di automi ossessionati dal consumo oltre l’utile e dal soddisfacimento oltre il bisogno.

L’Italia riparta
– dalla definizione di nuovi approcci alla diffusione del sapere, per una comunità realmente inclusiva, puntando sulla ricerca e sulla formazione, su percorsi di studio riprogrammati nel verso della migliore aderenza alle esigenze imposte dal nuovo contesto sociale, culturale ed economico e della valorizzazione dei progressi tecnologici, d’internazionalizzazione e di multiculturalismo;
– dal supporto alle situazioni di fragilità sociale ed economica e dal sostegno alle famiglie e alla genitorialità, con una specifica linea d’intervento per la disAbilità, con progetti su vulnerabilità sociale, povertà materiale e disagio abitativo, e con valorizzazione del contributo del Terzo Settore;
– dalla ristrutturazione del Servizio Sanitario Nazionale, perché ogni cittadino abbia pari possibilità di accesso a cure di qualità adeguata nel proprio territorio;
– dal rilancio delle attività d’impresa, puntando sull’innovazione per dal valore alla ricchezza della tradizione;
– dalla esaltazione delle bellezze artistiche e paesaggistiche, con ristrutturazione e ridirezionamento del comparto turistico;
– dalla razionalizzazione complessiva del sistema burocratico, con riduzione all’essenziale delle dimensioni e delle articolazioni dell’apparato amministrativo e promozione di una nuova filosofia rivolta alla soddisfazione dell’utente del servizio pubblico.

Dall’analisi di obiettivi, missioni e componenti del Piano di Governo, Meritocrazia Italia, grazie all’impegno dei suoi Dipartimenti, ha ricavato ambiti in cui propone risposte, nel verso del miglior recupero dialettico e di cooperazione di cittadinanza attiva nella gestione della cosa pubblica.

L’Italia merita una organizzazione di qualità; non deve, e soprattutto non può, essere sempre in ritardo sul progresso. Deve saper osare e deve sapere guardare oltre con coraggio e visione prospettica.
È questo che Meritocrazia Italia chiede al Governo: …di saper osare!

Piano Nazionale per la Resilienza

Nell’epoca del rancore e dell’odio, quando l’abitudine dei più si attesta nell’ozio della critica e la delusione per la deriva politica, sociale ed economica corrode anche la forza dell’indignazione, la vera Rivoluzione è nel riscatto della cittadinanza attiva, per un impegno sociale che sappia porsi a beneficio di tutti e contro nessuno.

È politica ogni valutazione dell’ordine di priorità dei bisogni.

Per questo, è il momento che le coscienze si risveglino dal torpore della disillusione, del disfattismo e del nichilismo.

Perché ciascuno nel suo può fare la differenza.

Se la cittadinanza attiva fosse costantemente alimentata senza lasciare all’oblio i sentimenti più veri e onesti, sarebbe possibile descrivere un’altra Italia, e forse anche un altro modo di fare politica.

La politica ha bisogno di autorevolezza e non può piegarsi e sottomettersi ai poteri di turno, anche quello giudiziario malsano.

In un altro Stato, il caso Palamara avrebbe visto coinvolti in prima linea il Presidente della Repubblica e tutti i partiti come garanti del riequilibrio istituzionale.

Ciò senza mortificare il grande e onesto lavoro del 95% della Magistratura. Al contrario, un’azione legislativa equilibrata renderebbe liberi i magistrati non appartenenti alle correnti che, con sacrificio e umiltà, compiono onorabilmente il proprio faticoso lavoro.

Una reale organizzazione dei poteri dello Stato, basata sulla valorizzazione del merito, consentirebbe di creare benessere sociale. Perché il Popolo ha bisogno di pace e di fiducia verso le varie funzioni, esecutive, legislative e giudiziarie.

Il motore del benessere collettivo ha trazione individuale ed è l’altruistico impegno quotidiano la maggiore espressione della libertà partecipativa.

La riconquista del benessere sociale è gioco di squadra. Ruoli diversi e intenzione comune. Per tutti, passione, purezza delle intenzioni, umiltà, garbo, rispetto e fiducia nelle mosse dei compagni, pronti a dare il proprio sostegno e fare la propria parte.

Il momento storico, però, è particolarmente complesso.

Gli affanni procurati dalla crisi emergenziale non hanno ancora trovato sollievo e il tessuto economico e sociale ne risulta fortemente lacerato. Vecchie e nuove fragilità invocano protezione.

L’accelerata impressa da ultimo a un processo di trasformazione da tempo avviato rende non più differibile una pronta risposta in termini di fattività e operosa progettualità ai bisogni di categorie in sofferenza, comparti produttivi e realtà locali.

Proprio ora, la gestione delle difficoltà non può essere affidata all’approssimazione.

Guidare un Paese non è impresa da poco. Richiede studio, sacrificio e generosità. La buona volontà non basta.

Diversamente, l’Italia non sarà mai in grado di raggiungere quella fondamentale stabilità che invece vantano altri Paesi, di riflesso economicamente più forti e con maggiore peso sul piano delle relazioni internazionali.

Per l’uscita dalla crisi e il risanamento del sistema produttivo e sociale, sarà necessario risolvere problemi legati al presente, senza dimenticare che ogni misura merita lungimiranza di previsione, perché è certo che le decisioni di oggi tracceranno anche il futuro delle prossime generazioni. Nessun utile intervento può essere limitato a misure di stretta contingenza, meramente proiettate al superamento delle sollecitazioni emergenziali.

L’intuizione politica è destinata a tradursi in nulla se non è retta da linee programmatiche adeguate alle esigenze e frutto di analisi informata e di riflessione. È destinata a restare astrazione se non supportata da una struttura agile ma solida, meno burocratizzata e più capace di ottimizzare le risorse.

Insomma, di fronte al declino della democrazia, serve un nuovo modo di fare politica.

Svelata l’illusorietà dei proclami, si ritorni alla serietà e alla concretezza.

Vissuti i nefasti effetti dell’autorefenzialità, si ritorni alla responsabilità e all’altruismo.

Meritocrazia Italia muove alla riconquista dello spirito di sacrificio e dell’impegno, perché, partendo dal problema, emergano soluzioni di fattibilità e durata e l’Italia ricominci a credere che esiste anche l’ordinario oltre la costante emergenza.

È certo, però, che, per riconsegnare valore alle energie del Paese, occorre imparare a conoscere le difficoltà, interiorizzarne l’essenza e farsi portavoce di istanze, punto di riferimento e catalizzatore delle energie, per tendere all’equità sociale. La chiave sta nel saper cogliere le sfumature e osservare il graduale mutamento delle stagioni.

Occorre abbandonare la certezza dei privilegi ed essere disposti a rimettere in discussione posizioni acquisite e comodi status quo.

 Per il Noi, oltre l’Io.

Con il ‘Progetto Italia’, firmato nel corso del primo lockdown, l’1 aprile 2020, Meritocrazia Italia avanzava la propria offerta di ristrutturazione nei settori a maggiore priorità di intervento (tra gli altri, sanità, ricerca e formazione, fiscalità, lavoro, imprese, ambiente, pubblica amministrazione), composta grazie al lavoro sinergico dei propri gruppi di studio e in costante dialogo con i coordinamenti regionali e, per loro tramite, con le realtà locali. Con il ‘nuovo Progetto Italia’, di pochi mesi dopo, il primo ha ricevuto arricchimento, approfondimento e dettaglio.

Così sceglie la responsabilità.

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Nuovo Progetto Italia

L’accelerata impressa dall’evento pandemico a un processo di trasformazione da tempo avviato rende non più differibile una pronta risposta in termini di fattività e operosa progettualità ai bisogni di categorie in affanno, comparti produttivi e realtà locali, oltre ogni sia pur utile contemplazione.

Nessun utile intervento non può essere limitato a misure di stretta contingenza, meramente proiettate al superamento delle sollecitazioni emergenziali. L’assetto corrente si pone in linea di logica consequenzialità con lo stato delle cose ereditato da un passato più o meno prossimo ed è certo che molti elementi di novità di oggi – nella gestione delle dinamiche relazionali, sociali ed economiche – resteranno assorbite anche per il futuro. Per altro verso, non si può non tener conto della potenziale permanenza degli effetti di riforme che sono di breve periodo soltanto all’apparenza. E allora tanto vale, in prospettiva, investire in pratiche virtuose e di lungo periodo, e, con uno sguardo all’esistente, tentare la definitiva correzione di storture consolidate.

Con il ‘Progetto Italia’, firmato nel corso del primo lockdown, l’1 aprile 2020, Meritocrazia Italia avanzava la propria offerta di ristrutturazione nei settori a maggiore priorità di intervento (tra gli altri, sanità, ricerca e formazione, fiscalità, lavoro, imprese, ambiente ed energia, pubblica amministrazione), composta grazie al lavoro sinergico dei propri gruppi di studio e in costante dialogo con i coordinamenti regionali e, per loro tramite, le realtà locali.

Fedele al proprio impegno, Meritocrazia prosegue nell’opera di costruzione e dà continuità, dettaglio e arricchimento alla prima proposta, verso la rimozione di incrostazioni culturali, fatte di assistenzialismo, burocratizzazione dei processi e resistenza all’innovazione e alle diversità, che soffocano la lungimiranza e il coraggio necessari alla realizzazione di nuovi percorsi di sostenibilità e inclusione.

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Progetto Italia

In coraggiosa reazione alla profonda crisi economica, politica e valoriale che segna il corrente momento storico, aggravata da uno stato emegenziale che non si preannuncia di breve durata, Meritocrazia Italia intende dare espressione alla volontà di aggregare le competenze personali e professionali del Paese e metterle al servizio del ben-essere collettivo…

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IV CONGRESSO NAZIONALE DI MERITOCRAZIA ITALIA

2002: Obiettivo democrazia partecipativa
Il fallimento della politica del consenso
– Roma, 20-21 ottobre 2022 –

La politica fatta nelle aule del Parlamento è insufficiente al ripristino degli equilibri sociali e alla ristrutturazione di una Comunità disaggregata e incerta.
Purtroppo l’indifferenza resta il male più comune. Nasce dalla convinzione che il benessere collettivo non sia nella possibilità dei singoli e che la ricerca affannosa del bene individuale non abbia nulla a che vedere con l’altruismo. Si perde di vista la dimensione partecipativa della libertà, che è conquista continua.
Senso civico, cura dell’ambiente e delle relazioni sono indici del grado di Civiltà di un Popolo, che dipende anche e soprattutto dall’impegno individuale. Siamo responsabili dello spazio condiviso tanto quanto lo siamo di quello privato.
Da questa convinzione nasce l’idea di un Congresso dedicato al confronto sulle ragioni del fallimento della politica del mero consenso e sulle strategie da adottare per il ripristino di un benessere sostenibile e condiviso, in regime di piena equità sociale.

III CONGRESSO NAZIONALE DI MERITOCRAZIA ITALIA

Welfare
La transizione del Merito
– Silvi Marina, 3-4 settembre 2021 –

Il terzo Congresso nazionale rappresenta un’occasione importante di discussione in vista della sfida che impegnerà tutti i Paesi europei nel futuro prossimo: la ricostruzione degli equilibri alterati e la ripartenza dopo il devastante periodo emergenziale.
Meritocrazia si propone di fare il punto su bisogni e priorità di intervento e riportare l’attenzione su un concetto di transizione calibrato sul valore del Merito, in ogni ambito, per un benessere condiviso realmente sostenibile.
«Sarà un momento decisivo di confronto. Vogliamo riportare le diverse sensibilità sui problemi comuni, per la definizione della migliore strategia di intervento. Le risorse straordinarie del Recovery Fund rappresentano un’opportunità da non sprecare. Una chance unica per cambiare le regole del gioco e rivoluzionare il funzionamento di servizio sanitario, giustizia, pubblica amministrazione e infrastrutture. Troppo poco è stato fatto negli ultimi anni, specie a livello europeo, nel verso di dare concretezza ai propositi di inclusione ed equità sociale» [Walter Mauriello].

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II CONGRESSO NAZIONALE DI MERITOCRAZIA ITALIA

Alla ricerca del buon Governo
– Sorrento, 3-5 settembre 2020 –

Il tramonto degli assolutismi sovrani e la codificazione dei diritti fondamentali hanno aperto a una nuova era, abbattuto la legittimità dei privilegi e concesso spazio a meriti e competenze. Su questa consapevolezza, Meritocrazia Italia ha il coraggio di rivendicare la centralità della persona, nella sua giusta vocazione alla realizzazione delle ambizioni, dialogando con cittadini, giornalisti e istituzioni e restituendo normalità e quotidianità al confronto.

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I CONGRESSO NAZIONALE DI MERITOCRAZIA ITALIA

Un’Italia che ci crede
– Ischia, 6-7 settembre 2019 –

Un congresso che segnerà una pietra miliare nel percorso avvincente di Meritocrazia Italia – senza fretta ma senza sosta – mediante il confronto, momento essenziale per delineare la linea di azione del movimento e tracciare il futuro al fine di permettere alla società civile di interagire con l’attività di governo, concorrendo a formare, soprattutto con le semplici istanze provenienti dal basso, una nuova classe dirigente che abbia a cuore i problemi reali del paese, “nel solco di una idea che si fonda sulla mediazione ed il compromesso e che rifiuta di trasformare le questioni concrete in problemi ideologici”.

 

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I Book contenuti nella presente sezione,

sono il frutto sapientemente raccolto da Meritocrazia Italia che ogni mese, partendo dai suoi principi fondanti quali Merito, Equità Sociale e Ambiente, dedica le proprie energie ad un diverso studio tematico su argomenti d’interesse socio economici e culturali del Nostro Paese.

Attraverso un’analisi dello stato dell’arte condotto da ogni Dipartimento ed in ogni Regione ed inseguito alla constatazione delle varie criticità riscontrate, grazie al confronto e dopo aver ascolto tutti coloro che, meritevoli nel corso del mese hanno voluto porre la loro esperienza e le loro conoscenze sui vari profili d’indagine, vengono proposte soluzioni alternative a beneficio di tutto il Paese.

La modernità porta con sé nuove difficoltà di gestione del quotidiano. Non tutti reagiscono allo stesso modo dinanzi a incertezze e pressioni e accade che le fragilità spingano nel baratro delle dipendenze. Una vera e propria piaga sociale, gravemente acuita negli ultimi mesi.
La recente crisi emergenziale ha messo tutti a dura prova, una prova ancor più ardua per chi già viveva una situazione di forte disagio e delle frange della società in situazione di maggiore debolezza. Paura, stress e ansia per le possibilità di contagio, la perdita di persone care o l’incertezza per il futuro hanno contribuito a far emergere inedite instabilità. Al rischio delle dipendenze è esposto chiunque, senza esclusioni e senza distinzione di sesso, età, estrazione sociale.

L’uso continuativo di sostanze in grado di alterare completamente il comportamento dell’individuo è quali- ficato ‘dipendenza patologica’. Esistono diversi tipi di dipendenze patologiche. Tra le più diffuse: abuso di so- stanze stupefacenti; dipendenza da alcool; tabagismo; abuso di psicofarmaci; ludopatia, ossia la dipendenza da gioco d’azzardo; uso eccessivo di internet; disturbi alimentari.

Il processo che porta a una dipendenza patologica è articolato e da recenti studi si ritiene che ciò sia dovuto a una complessa interazione tra geni e ambiente circostante. Più che di fattori causali, è opportuno parlare di fattori di rischio biologico, psicologico e sociale.

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«Siamo nani sulle spalle di giganti».
Le parole di Goethe ricordano quanto utile possa essere l’eredità dei grandi artisti del passato per intendere il presente e per guardare con più chiarezza al futuro.
Dalla letteratura, alla scultura, alla pittura, alla danza, al teatro, alla musica, a ogni altra forma di espressione emotiva delle idee e dei pensieri, l’Italia si è fatta nel tempo culla di bellezza e meraviglia.
L’immenso patrimonio culturale del quale gode ha a che fare con la creatività e l’ingegno di un popolo che oggi sembra tradire le sue origini, dimenticando il coraggio e perdendo la visione. Ha a che fare con la forza emotiva, con la capacità di scoprire le proprie abilità e le proprie aspirazioni, e di perseguirle. Per realizzare i propri sogni, migliorando la propria vita. E, così, regalando stupore al mondo.
L’arte è esaltazione della diversità delle anime, messe in comunicazione da una lingua universale.
Meritocrazia Italia ha scelto di dedicare il focus del mese di aprile allo studio dell’immenso patrimonio artistico nazionale, di ieri e di oggi, per metterne in risalto la rilevanza strategica ai fini della ripresa economica e culturale, individuare le ragioni della scarsa valorizzazione delle risorse a disposizione e avanzare proposte di recupero e messa in condivisione.
Come sempre, l’osservatorio aperto sulle realtà locali dai coordinamenti regionali ha fatto da fondamentale supporto all’attività di confronto e proposizione dei gruppi di studio, che hanno voluto mantenere dialogo costante e condividere i risultati delle ricerche con Istituzioni, associazioni e cittadini.
La certezza è che sia indispensabile puntare sulla Cultura per la costruzione di un nuovo Rinascimento. Soltanto arginando la progressiva deriva valoriale, favorendo la riscoperta della bellezza della realtà e rompendo la bolla del confortante isolamento creata dall’uso smodato della tecnologia, è possibile ritrovare la fiducia in un domani migliore e puntare ad ancora maggiore bellezza.

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L’emergenza pandemica ha aggravato la crisi di un settore strategico per l’economia italiana, eppure da sempre non adeguatamente valorizzato, quello dei trasporti.

L’attualità e la centralità dei problemi connessi al sistema logistico hanno spinto Meritocrazia Italia a dedicare il focus del mese di gennaio proprio a questo delicato e complesso tema.

Lo stato dell’arte è il portato del peculiare andamento dello sviluppo economico degli ultimi decenni e, con tutta probabilità, della scarsa lungimiranza di politiche poco attente alle giuste prospettive di rilancio del Made in Italy e, in uno, di rilancio dell’immagine del Paese del mondo.

Fatto è che, oggi, il sistema dei trasporti si rivela del tutto inadeguato, dal punto di vista della velocità, della continuità, della intermodalità e della sostenibilità.

Ne va, quel che è peggio, anche della libera mobilità, dell’accessibilità dei servizi e dell’integrazione sociale.

Nell’epoca della globalizzazione, a fronte delle nuove esigenze di spostamento, occorre un impegno maggiore nell’abbattimento delle barriere spaziali alla libera circolazione, che è anche inclusione e libertà di commercio.

Nell’epoca della transizione ecologica e dell’innovazione, è fondamentale una radicale revisione delle logiche di mobilità. È certo che i trasporti rappresentino una delle principali fonti di pressione ambientale, contribuendo ai cambiamenti climatici, all’inquinamento atmosferico e acustico, al consumo energetico, all’impermeabilizzazione dei terreni e al consumo di suolo agricolo. Si tratta quindi di una delle sfide più difficili del presente.

Meritocrazia Italia, per il tramite dei suoi coordinamenti regionali, ha operato una ricognizione completa dello stato del sistema logistico in ogni ambito e nelle diverse aree territoriali, per rilevare i problemi che meritano di essere affrontati con priorità e avanzare proposte mirate a imprimere la necessaria accelerazione al processo di crescita, sociale ed economica. Allo scopo ultimo di assicurare giustizia sociale ed equità, da misurarsi non (sol)tanto in relazione al funzionamento dei mezzi, bensì sulla capacità del sistema di assicurare a tutte le persone un livello accettabile di accessibilità, e una partecipazione attiva.

Meritocrazia ha inteso fornire un contributo costruttivo e utile alla risoluzione delle tante questioni, più e meno recenti, che affliggono da tempo il settore dei trasporti, nell’auspicio che possa essere un primo passo per dare finalmente avvio a un piano di (ri)costruzione, a vocazione di durata, di un sistema di mobilità più sostenibile e vantaggioso.

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Nel sentire comune, è legalità la formale osservanza delle regole, il rispetto dei doveri e la trasparenza delle procedure.

In uno Stato sociale di diritto la legalità è molto di più. È il sintomo del raggiungimento di adeguati livelli di Civiltà. È lo strumento necessario ad assicurare equilibrio sociale ed equa distribuzione delle opportunità, per assicurare benessere.

Impegnarsi a garantire legalità non vuol dire soltanto impegnarsi a mantenere l’ordine e riconoscere formale eguaglianza di tutti i cittadini dinanzi al potere costituito. Non vuol dire conservare l’esistente, ma favorire una giustizia sociale adeguata al costante mutamento delle dinamiche di relazione e del contesto economico, politico e culturale.

Meritocrazia Italia ha scelto di dedicare il focus del mese di dicembre alle declinazioni applicative del principio di legalità in ogni ambito d’interesse.

L’osservazione, sempre proiettata alla fattiva proposizione, è servita a mettere in luce la necessità di maggiori costanza e continuità nella lotta alle diseguaglianze, nella tutela dei diritti dei lavoratori contro soprusi e discriminazioni, nella promozione delle formazioni sociali realmente utili allo sviluppo delle personalità dei singoli, nella qualità dei servizi essenziali. Fondamentale un riordino dell’agenda politica, con ripristino della giusta gerarchia degli interventi.

Occorre un’opera di ristrutturazione del sociale che passi anche dal rilancio di un’economia eticamente ispirata e lontana dalle logiche del sommerso, da una giustizia realmente a presidio dei diritti fondamentali dei cittadini, da un sistema di istruzione e formazione inclusivo, accorto alle sensibilità e volto alla scoperta dei talenti nascosti, da un sistema di servizi sociali modellato sulle esigenze dei territori.

La legalità che Meritocrazia sceglie di promuovere è ispirata al sistema dei valori composto dalla Carta costituzionale, che pone al vertice di ogni priorità di attenzione la Persona e i bisogni di tipo esistenziale. La Costituzione assume funzione di indirizzo, di distribuzione e di equilibrio tra i poteri e di legittimazione delle scelte.

Libertà individuale, libertà dal bisogno, libertà e solidarietà sociale, eguaglianza formale e sostanziale si fanno tasselli di un unico complesso mosaico, che ha trovato colore e concretezza negli approfondimenti svolti dai diversi gruppi di lavoro su problematiche e in ambiti molto diversi tra loro.

Nelle intenzioni, è stato anche sensibilizzare il mondo civile e giudiziario, dell’istruzione e della cultura sui rischi presenti ed emergenti derivanti da una sostanziale deriva valoriale e sull’impellenza di tracciare un percorso di legalità condiviso, con marginalizzazione delle prevaricazioni e delle sopraffazioni.

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Competenze, connessioni, condivisione e solidarietà sono sinonimi di Merito e di Coesione sociale, pilastri di una Civiltà in continua evoluzione, fatta di passaggi e cambiamenti inevitabili, che danno forza alle relazioni sociali, ai sentimenti di appartenenza e identità comuni, alla lotta contro le discriminazioni e le diseguaglianze.

Meritocrazia Italia ha scelto di dedicare il focus del mese di novembre al binomio Merito e Coesione sociale, nella certezza che, per realizzare quella Rivoluzione garbata ma radicale che è nella sua mission, sia necessario potenziare l’unità di intenti e ridisegnare uno scenario culturale e sociale con tempi e contenuti a misura d’Uomo.

Pare che essere stati per millenni allevatori e agricoltori non sia bastato ad acquisire parte dell’imprinting della natura, del suo essere paziente, del suo donare indipendente dal ricevere. Ed è accaduto che l’umanità cominciasse a chiamare progresso la creazione di macchine e il sopravvento dell’algoritmo e velocemente dimenticasse le regole della semplicità e dell’equilibrio di quell’habitat che ha garantito per millenni la vita di ognuno.

I vantaggi della modernità, indiscutibili per gli aspetti scientifici e tecnologici, dovrebbero essere accompagnati dall’affermarsi di una Cultura dell’Uomo, consapevole ed equilibrata, come le sette lune planetarie, in cui tutto è scandito con ciclica precisione, nel movimento e nell’azione. Dovrebbero essere accompagnati dalla riscoperta delle utilità delle sinergie, in un ritrovato solidarismo e oltre sterili individualismi.

Eversivo è oggi l’obiettivo di riportare la Persona al centro di ogni riflessione e saper risponde positivamente al quesito di Aristotele, che si chiedeva se il motore di ogni sconvolgimento fosse legato unicamente a una condizione sociale e la povertà fosse davvero la madre degli sconvolgimenti e del crimine.

Per un nuovo benessere condiviso, fatto di equa distribuzione delle opportunità di realizzazione di sé e delle proprie aspirazioni, è essenziale rinsaldare i legami e puntare sulla cooperazione, trovare la strategia per il recupero delle affinità e comprendere su quali aspetti insistere con priorità.

Occorre, anzitutto, un radicale mutamento delle coscienze, l’acquisizione di un nuovo approccio collaborativo, da parte dei singoli e da parte delle Istituzioni, e la costruzione di una nuova politica attiva di redistribuzione e di riequilibrio delle occasioni di riuscita.

Per tutto il mese di novembre, Meritocrazia Italia ha aperto tavoli di discussione con Istituzioni e cittadini, accogliendo nel confronto chiunque abbia avvertito il desiderio di fare la propria parte. Il tema della coesione sociale è stato oggetto di studio e approfondimento da diversi punti di vista, grazie al supporto indispensabile dell’Osservatorio regionale.

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Arrivando dallo spazio e guardando la Terra dal lato dell’Oceano Pacifico, in direzione di Nemo Point (il punto sulla superficie del Pianeta più lontano da qualunque terra emersa), si vede soltanto il Mare. Il Pianeta sembra completamente ricoperto dall’acqua. La distribuzione delle terre emerse, infatti, non è uniforme, ma è concentrata per lo più in metà della sfera. L’acqua del mare occupa il 71% della superficie terrestre, costituisce il 97,5% di tutta l’acqua disponibile sul pianeta. È l’elemento da cui è nata la vita e resta fondamentale per la vita stessa. Nonostante la sua abbondanza, però, soltanto una piccolissima percentuale d’acqua è utilizzabile dagli esseri viventi per sopravvivere. Il dato è sorprendente.

Solo il 3% è acqua dolce, e di questo solo l’1,2% è potabile. Di tutta l’acqua dolce fruibile, almeno il 70% viene utilizzato per l’irrigazione. Alcuni esempi: ci vogliono 1.300 litri di acqua per ottenere 1 kg di grano, 3.400 litri per ottenere 1kg di riso, 5.000 per ottenere 1kg di formaggio e ben 16.000 litri per ottenere 1 kg di carne di manzo. Anche una banale tazzina di caffè richiede un grande quantitativo di acqua per essere prodotta, dal processo di coltivazione alla lavorazione: ben 140 litri. Insomma, se non c’è Acqua, non c’è vita.

Fino a soli cinquanta anni fa la percezione comune era che le risorse idriche del pianeta fossero inesauribili. Oggi, la clamorosa emergenza climatica e i fenomeni di progressiva desertificazione rendono evidente il contrario. È certo, infatti, che la carenza di disponibilità d’acqua sia la problematica più grave a livello planetario. È allarme mondiale.

Entro i confini nazionali, non aiutano i gravi difetti infrastrutturali che si registrano sull’intero territorio: reti vecchie e non ben manutenute, perdite di acqua importanti, depuratori assenti o non a norma, investimenti insufficienti. Disattenzione e scarsa educazione ecologica, poi, sono alla base di condotte poco virtuose dei singoli, che portano a gravissimi sprechi. Più dell’80% delle acque reflue derivanti dalle varie attività viene scaricato nei fiumi o in mare senza alcun trattamento, incrementando il degrado della qualità delle risorse idriche disponibili.

Non c’è più tempo. La situazione è destinata a peggiorare rapidamente. La crescita della popolazione, l’urbanizzazione e l’industrializzazione, la domanda sempre maggiore di cibo ed energia hanno creato una combinazione tale da portare a un continuo aumento delle problematiche relative alla scarsità e agli stress idrici.

Oltre ai costi umani e ambientali, la mancanza di accesso ad acqua pulita e a servizi igienico-sanitari comporta anche ingenti costi finanziari, connessi alla perdita di produttività economica. Pronta a fare la sua parte, nello spirito costruttivo che anima il Movimento, Meritocrazia Italia ha scelto di dedicare al tema delle ‘risorse idriche’ il focus del mese di ottobre.

Il desiderio è stato quello di fornire un contributo allo studio delle radici del problema e alla elaborazione di proposte utili in ogni ambito, mediante approfondimenti e riflessioni condivise in tavoli di lavoro aperti alla partecipazione di rappresentati delle istituzioni ed esperti del settore. Le soluzioni avanzate sono il frutto di un intenso dialogo costruttivo e rispondono tutte all’esigenza di riportare le logiche economiche al servizio dei diritti fondamentali dell’Uomo, al vertice di ogni priorità di attenzione.

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Le gravi diseguaglianze sociali e il disagio economico da lungo tempo avvertito generano sentimenti negativi d’odio e invidia per il benessere altrui, allontanano e isolano. In un circolo vizioso, la scarsa coesione sociale genera nuovo malessere e ostacola sviluppo e crescita delle Comunità.
Alla riscoperta del valore della solidarietà, motore del benessere individuale e collettivo, Meritocrazia Italia ha scelto di dedicare il focus del mese di Maggio proprio al delicato tema della ‘coesione sociale’, esplorato nelle sue utilità e nei limiti alla promozione in ogni ambito. Dal settore della produzione a quello della formazione, da quello finanziario alle iniziative di recupero delle fragilità, dal mondo del lavoro a quello della pubblica amministrazione, delle politiche giovanili, dell’ambiente e del turismo, fino alla famiglia e allo sport.
Che sia necessario rinsaldare i legami e puntare sulla cooperazione è una certezza condivisa, da sempre. Trovare la strategia per il recupero delle affinità e comprendere su quali aspetti insistere con priorità è più complicato.
Non c’è dubbio che passaggio preliminare ed essenziale siano un radicale mutamento delle coscienze, l’acquisizione di un nuovo approccio collaborativo, da parte dei singoli e da parte delle Istituzioni, e la costruzione di una nuova politica attiva di redistribuzione e di riequilibrio delle opportunità di riuscita.
Per una ripresa di stabilità e un reale miglioramento delle condizioni di vita. E un’esistenza libera e dignitosa per tutti.
Coesione sociale non vuol dire soltanto lotta all’emarginazione e alla povertà. Vuol dire soprattutto creazione di reti di operosa solidarietà e capacità di dar valore alle diversità, sempre fonte di arricchimento reciproco e mai fattore di conflitto. Questo è il senso della cittadinanza attiva, libertà partecipativa necessaria in sé per il superamento di ogni diseguaglianza. Perché nessuno resti indietro, l’impegno di inclusione deve essere impegno comune, di ciascuno nel suo e di tutti insieme.
Da questo non si può più prescindere.
Su questi temi, Meritocrazia Italia, in coerenza con la missione, ha aperto tavoli di discussione con Istituzioni e cittadini, accogliendo nel confronto chiunque abbia avvertito il desiderio di fare la propria parte.
Soltanto in una Società coesa è possibile vivere in modo armonioso.

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Il termine Giustizia è oggi sinonimo di malaffare, contraddizioni, operazioni opache comunque lontane da ogni desiderio di lealtà.
Ma non è così e non può essere così!
Dietro questa parola c’è una organizzazione fatta di persone che mettono la loro vita nelle mani di un lavoro non facile. C’è la perdita della libertà e della sicurezza dei propri cari, la rinuncia al tempo libero, alle emozioni e alle libere frequentazioni. Ci sono donne e mamme che devono combinare un lavoro senza limiti di tempo alla gestione degli impegni familiari, in un equilibrio difficile e precario.
Eppure questo non viene mai evidenziato. Non è più il tempo dell’indifferenza rispetto a tutto ciò che non va nell’articolato mondo della Giustizia e occorre valorizzare ciò che invece ne ha sempre rappresentato la colonna portante.
La ripartenza passa anche e soprattutto dalla capacità di far ordine tra le priorità, assicurare equilibrio sociale e così riconquistare un adeguato grado di Civiltà. E un sistema giudiziario ben funzionante è sempre fattore di crescita e di sviluppo del Paese. Ne va certamente anche del livello di attrattività di investimenti di capitali esteri.
Per questo, a fronte delle evidenti inefficienze di un processo lento e costoso, che mette in crisi l’effettività del diritto alla difesa garantito dall’art. 24 cost., una riforma seria, strutturale e organica, finalizzata all’adeguamento qualitativo del servizio, non può più attendere. Meritocrazia Italia ha già presentato il piano tecnico di revisione della giustizia civile e di quella penale, nel senso di far fronte alle pressanti esigenze di speditez- za dei riti senza sacrificio per la qualità del servizio e le garanzie del giusto processo. Al proposito ultimo di assicurare reale tutela ai diritti fondamentali, un’equa distribuzione delle opportunità e la libertà d’espressione delle personalità.
È importante anche correggere quelle pericolose storture del sistema giudiziario che inquinano la purezza della missione e sviliscono il contributo dei tantissimi magistrati che svolgono la propria funzione con abnegazione e spirito di servizio, consapevoli della delicatezza del ruolo.
La spettacolarizzazione alla quale la Giustizia è stata esposta di recente accresce la sfiducia e la disillusione dei cittadini, impotenti dinanzi al portato della forte politicizzazione delle correnti interne alla magistratura e allo sviamento dell’attività rispetto al fine istituzionale.
In continuità con l’impegno finora profuso, Meritocrazia ha scelto di dedicare proprio alla Giustizia il focus del mese di aprile, con approccio trasversale e approfondimenti in ogni settore a priorità d’attenzione.
Ha aperto a nuovi tavoli di discussione con istituzioni e cittadini, pronta ad accogliere nel confronto chiunque ha mostrato desiderio di fare la propria parte.

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Per quanto il tasso di occupazione femminile italiano sia aumentato negli ultimi anni, assestandosi intorno al 48,8%, l’Italia resta uno tra gli Stati peggiori d’Europa sul fronte della partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Il problema è sentito non soltanto in termini quantitativi, ma anche per tempi di attività, retribuzione, parità di ruoli rispetto al genere maschile, possibilità di carriera e loro concreta attuazione.
Il vulnus è evidente anche nella ripartizione delle cariche istituzionali e politiche.
È certo che il principale ostacolo alla parità sia nel retaggio di antichi pregiudizi che relegano la donna in una condizione di ancor maggiore fragilità. È diffusa la convinzione che la donna abbia il ruolo primario di occuparsi della cura della casa e dei figli, che il successo nel lavoro sia più importante per l’uomo e che gli uomini siano meno adatti a occuparsi delle faccende domestiche.
La questione culturale ha riflessi significativi anche sull’articolazione normativa. È ancora traccia dell’idea di una donna più attenta al focolare domestico che alla costruzione di una propria identità e indipendenza lavorativa. Un esempio per tutti, quello del congedo di maternità, il più lungo in Europa per la donna e il più breve per l’uomo.
Le conseguenze di queste distorsioni, ormai strutturali e sistemiche, non sono da sottovalutare.
Il sottoutilizzo della forza lavoro femminile comporta la perdita di ingenti risorse in termini di competenza e doti professionali e umane, che, in sinergia con quella maschili, potrebbero risultare determinanti per la crescita e lo sviluppo economico e culturale del Paese.
La storia racconta di uomini di valore. Ma il contributo delle donne segna da sempre lo sviluppo delle Civiltà.
Vite esemplari di donne di scienze e lettere, di arte e di scena, modello di coraggio, resilienza, abnegazione. Operose costruttrici di futuro e nobile fonte di ispirazione dell’opera dell’uomo.
Una presa di coscienza delle potenzialità della forza femminile e della ricchezza nascosta nelle differenze è fondamentale per la necessaria decisa inversione di tendenza.
Da sempre impegnata nella costruzione di percorsi di rivalutazione del Merito e della pari Equità sociale, oltre ingiustificate discriminazioni, Meritocrazia Italia ha scelto di dedicare il focus del mese di marzo all’attuale e delicato problema del lavoro femminile e dell’effettività del diritto alla parità di genere. Grazie all’impegno dei propri gruppi di studio e alla costante interlocuzione dei Coordinamenti regionali con le realtà locali, ha analizzato, nei diversi settori, la condizione delle donne in età da lavoro, cercando di cogliere disagi, incertezze, instabilità, fragilità, e carpire quei punti di forza che possono rappresentare il giusto trampolino per il rilancio dell’occupazione femminile.
Il fenomeno è stato studiato nelle cause e nelle possibili soluzioni, con attenzione, tra l’altro, per il miglioramento dei percorsi formativi e di rinnovamento culturale, per l’implementazione dei servizi di sostegno e supporto alla maternità, per la rivalutazione quantitative e la maggiore accessibilità economica degli asili nido, per il riadeguamento degli orari scolastici, per la costruzione di una politica del lavoro più inclusiva ed equa.
Tante sono state le occasioni di confronto, grazie all’organizzazione di tavoli di lavoro, ai quali sono stati invitati a partecipare istituzioni ed enti rappresentativi, per la raccolta di idee e proposte.
Occorre una sensibilità nuova, per un progetto di riconnessione e condivisione sinergica d’impegno globale e di comunità. In disparte anacronistici stereotipi di ruolo, serve gioco di squadra per affrontare le sfide del presente e del futuro.
«Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società» (Rita Levi Montalcini)

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Il mondo dei NEET

Lo sguardo sempre rivolto alla crescita del benessere sociale, Meritocrazia ha dedicato il focus del mese di Febbraio ai problemi del mondo giovanile portati da un contesto ambientale non sempre pronto all’inclusione.
Ha scelto di prestare ascolto al disagio degli esclusi, dei disillusi, degli indisponibili, degli inoccupati, degli sfortunati cercatori di opportunità, dei volontari senza prospettive, dei sognatori poco coraggiosi.
Il preoccupante ed eterogeneo fenomeno dei NEET (‘Neither in Employment nor in Education or Training’), giovani non impegnati in alcun percorso scolastico, formativo e lavorativo, rappresenta una nuova grave piaga sociale. Per i tristi riflessi sul piano emotivo, delle relazioni, delle prospettive di crescita e realizzazione delle aspirazioni, la questione merita di essere discussa e riportata all’attenzione.
Lo studio ha riguardato ogni ambito di interesse. L’osservazione si è accompagnata, come di consueto, al confronto e alla discussione, grazie all’organizzazione di incontri mirati e al coinvolgimento di Istituzioni e gruppi di interesse.
L’impegno di Dipartimenti e Coordinamenti regionali, chiamati alla costante interlocuzione con le realtà locali, è andato nella direzione di comprendere le ragioni alla base dell’inattività giovanile, da ricercare spesso nelle nuove dinamiche relazionali, nel disagio procurato da alcune evidenti storture nel funzionamento dei meccanismi di integrazione a vari livelli, per proporre soluzioni di recupero ed equa distribuzione delle opportunità.
Nuovi e più utili percorsi formativi per l’acquisizione delle competenze richieste da un mutato mercato del lavoro e per il recupero della coscienza di sé e delle proprie potenzialità, misure di sostegno alle difficoltà economiche ed emotive, sistemi di prevenzione dei fenomeni di illegalità e strumenti di agevolazione nell’accesso all’impiego sono soltanto alcune tra le strade esplorate.
Necessario postulato di ogni adeguato intervento è una Rivoluzione delle coscienze, della cultura del rispetto e del sentimento etico, la sollecitazione alla curiosità per il diverso e alla riscoperta del valore delle differenze.
Meritocrazia fa la sua parte per riconsegnare ai Giovani, padroni del futuro, la possibilità di dar libera espressione alla propria creatività, riprendere il controllo della fiducia, vincere gli ostacoli all’uguaglianza, mutare lo scoramento in azione propositiva e vivere, così, la libertà della partecipazione.

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Il coraggio delle idee

Nell’epoca del rancore e dell’odio, quando l’abitudine dei più si attesta nell’ozio della critica, Meritocrazia Italia valorizza e promuove il concetto di cittadinanza attiva, per un impegno sociale che sappia porsi a beneficio di tutti e contro nessuno.
Si offre quale spazio di dialogo costruttivo e propositivo aperto a chiunque abbia una storia da raccontare, soluzioni da proporre, iniziative da segnalare o esperienze virtuose da condividere. Un laboratorio di idee inteso a far riemergere le energie sommerse e offrire un messaggio di speranza e positività, al servizio di chi ha molto da dire ma non riesce a veicolare con la giusta cassa di risonanza, impossibilitato dall’assenza di adeguati mezzi e luoghi di rappresentazione mediatica.
La politica non si fa solo nelle aule del Parlamento o nei consessi regionali e locali. Permea il quotidiano di tutti e si esprime nei rapporti tra singoli, professionali e addirittura familiari. È politica ogni valutazione dell’ordine di priorità dei bisogni. Alla base, l’idea che il motore del benessere collettivo abbia trazione individuale e che sia la cittadinanza attiva la maggiore espressione della libertà partecipativa.
La riconquista del benessere sociale è gioco di squadra. Ruoli diversi e intenzione comune. Per tutti, passione, purezza delle intenzioni, umiltà, garbo, rispetto e fiducia nelle mosse dei propri compagni, pronti a dare il proprio sostegno e fare la propria parte. Ciascuno nel suo può fare la differenza.
Nello spirito di massima inclusione che la anima da sempre, Meritocrazia Italia auspica il coinvolgimento di tanti. Perché l’impegno sociale condiviso è il volano della riaffermazione del Merito e dell’Equità sociale.
Per questo, con l’inizio del nuovo anno, desiderosa di restituire vivacità di partecipazione alla società civile e coralità d’intenti alla proposta di rinascita, Meritocrazia ha dato avvio alla Campagna Adesioni per il 2021.
L’intenzione di dare visibilità a un progetto in continua costruzione ma retto da una base valoriale e di proposizione solida e consapevole è stato perseguito attraverso iniziative capillarmente diffuse sull’intero territorio nazionale. E l’impegno ha trovato risposta pronta e positiva e, alla fine del mese di Gennaio, si contano già quasi 6.000 adesioni.
Il risultato ottenuto conforta e incoraggia, inorgoglisce e accresce il senso di responsabilità.
Il primo ringraziamento va a tutti coloro che mostrano fiducia nel progetto.
Un grazie anche a tutta la dirigenza, che, con dedizione e costanza, dedica le proprie energie e parte del proprio tempo a quell’Italia meravigliosa che merita di essere raccontata.

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Il valore delle DisAbilità

Il 3 dicembre, in concomitanza con la Giornata internazionale della disAbilità, proclamata dall’ONU nel 1981 al fine di promuovere i diritti e il benessere delle persone diversamente abili, favorire la loro piena inclusione in ogni ambito della vita ed eliminare ogni forma di discriminazione o violenza (anche riconosciuta nel 1993, per volontà della Commissione Europea in accordo con le Nazioni Unite, quale Giornata Europea delle Persone con Disabilità), Meritocrazia Italia ha aperto i lavori relativi a questo delicato tema, dedicando il focus dell’intero mese di Dicembre.
Una società civile, attenta al valore dell’essere umano nelle sue differenze, specificità e fragilità, dovrebbe profondere il massimo impegno nella equa distribuzione delle opportunità e nella rimozione degli ostacoli, materiali a culturali, che si frappongano alla piena ed efficace partecipazione di tutti alla vita sociale, politica, economica. Nella verità delle sensibilità e dei talenti si nascondono preziose risorse che meritano di essere valorizzate.
Per quanto tanto sia stato fatto in questa direzione, a distanza di 14 anni dalla Convenzione ONU del 2006, la strada da percorrere verso la piena integrazione sembra ancora lunga.
L’obiettivo non è ancora traguardato.
Serve proseguire sul percorso già tracciato, con maggiore sensibilizzazione dei singoli e delle Istituzioni.
Quello della conduzione di una vita normale nella diversità è il desiderio che emerge anche dagli emozionanti pensieri e messaggi di chi quotidianamente vive la propria differente Abilità e di chi è a loro vicino, come familiare assistente; istanze che Meritocrazia Italia ha voluto raccogliere, prestando il megafono a chiunque abbia mostrato il bisogno e il desiderio di esprimere le proprie emozioni.
Sull’argomento della disAbilità ha aperto un confronto utile e costruttivo e avanzato proposte di concretezza e stabilità, nell’esclusivo e comune interesse a eliminare le disparità e le discriminazioni e a promuovere processi di reale inclusione, affinché ‘nessuno sia lasciato indietro’.

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Le realtà del BIO

Per il mese di Novembre, il focus di Meritocrazia Italia è stato dedicato al ‘vivere Bio’.
Sono state indagate le potenziali utilità di una politica volta alla valorizzazione del ‘bio’ in ogni ambito di interesse, sotto il profilo economico e sociale.
L’Italia, per tradizione orientata alla qualità e al legame tra prodotto e territorio, continua a distinguersi con buoni risultati per produzione agricola bio, superfici coltivate, consumi ed export.
Ma il biologico merita di essere riguardato anche sotto altri profili espressivi della sostenibilità, dall’alimentazione all’igiene, dalla cura del corpo o all’abbigliamento ecosostenibile, fino alle vacanze consapevoli. Non è fenomeno secondario neppure l’apertura a nuove frontiere nel campo dell’arte, dell’architettura e della sanità.
Nonostante la diffusa consapevolezza dei vantaggi del vivere bio e la sempre maggiore diffusione della cultura del consumo responsabile, i margini di miglioramento sono evidenti anche a un primo approccio valutativo.
S’impone di implementare nuove strategie d’impiego e procedere alla rimozione degli ostacoli allo sfruttamento sano delle ricchezze naturali, con riduzione dei costi anche di consumo. Una ridefinizione del piano normativo sarebbe utile al fine di contenere il fenomeno delle frodi e delle strumentalizzazioni.
Meritocrazia Italia s’impegna affinché l’opportunità venga colta e si punti su politiche di sviluppo adeguate a garantire sostenibilità ambientale ed economica.
Attraverso la composizione di elaborati e l’organizzazione di convegni e tavoli di lavoro, Meritocrazia ha dato il proprio contributo alla verifica delle migliori modalità di utilizzo delle risorse, nella direzione del rilancio economico del Paese, a livello nazionale e nel panorama mondiale, e per il miglioramento della qualità della vita individuale e comune.

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OTTOBRE 2020

Il precariato in Italia

Per il mese di ottobre, Meritocrazia Italia ha dedicato il proprio focus al cronico e delicato problema del ‘Precariato in Italia’. Meritocrazia, con i propri Dipartimenti, analizzerà il disagio che affligge migliaia di cittadini che si trovano in una condizione lavorativa caratterizzata da incertezza, in- stabilità o provvisorietà.

La precarietà appartiene a tutti.
Appartiene all’uomo in quanto tale. Appartiene a un mondo senza regole e progetti.
È fondamentale contribuire alla costruzione di un sistema fatto di determinatezza certa, flessibilità e volubilità, in grado di sostituirsi all’attuale indeterminatezza incerta.
In questa direzione, attraverso elaborati, convegni e tavoli di lavoro, Meritocrazia ha messo in campo le proprie forze e competenze per dar risposta a questioni come lavoro nero, inadeguatezza salariale, insoddisfazione economica, barriere all’accesso delle professioni, ridotte opportunità di formazione delle competenze e ostacoli al pieno esercizio della libertà d’impresa.

Al centro della riflessione, una logica progettuale in grado di ricavare spazio alle opportunità di realizzazione delle ambizioni personali, a presidio di quell’esistenza libera e dignitosa che è diritto fondamentale di tutti e verso la riscoperta della funzione del lavoro come strumento di realizzazione di sé.

Lo studio ha superato i contorni della dimensione lavorativa del precariato, e ha investito ogni settore a priorità di intervento (turismo, formazione, ambiente, infrastrutture, innovazione, politiche agricole, servizi sociali, etc.).

Come sempre, Meritocrazia Italia ha aperto al confronto con chiunque abbia mostrato desiderio di dare il proprio contributo costruttivo, nel desiderio di partecipare alla riconquista di un equilibrio sociale retto da merito ed equità.

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Meritocrazia Italia ha dedicato il mese di Maggio alla riflessione sulle patologie generate dalla eccessiva burocrazia nella pubblica amministrazione e sui diversi gradi di inefficienza che ne sono derivati.
La tematica ha impegnato tutti i Dipartimenti e i Coordinamenti regionali, che hanno messo a disposizione competenze specialistiche legate ai temi delle infrastrutture, dell’ambiente, del reperimento e dell’utilizzo dei fondi strutturali, della ricerca e della formazione, della giustizia, del funzionamento della p.a., per la soluzione dei problemi, anche locali, di sviluppo e gestione dei servizi.
Sono un dato di fatto la generale insoddisfazione dei cittadini nei confronti dei servizi pubblici e lo scarso livello di performance dell’azione regionale e statale, che finisce per tradursi in indebolimento della forza istituzionale dello Stato anche a livello europeo ed internazionale.
La burocrazia, nella sua verse fisiologica, ha una funzione di controllo e regolazione imprescindibile e, tuttavia, gli eccessi formali, il mancato coordinamento tra gli uffici, la scarna attenzione alla motivazione e al bilanciamento del sistema delle responsabilità dei funzionari e del personale hanno generato discrasie, gap e distonie tra obiettivi dichiarati e normati da una parte e pratiche realizzate dall’altra.
Nelle attuali condizioni, la burocrazia è elefantiaca, conformista e paralizzante. È a tutti gli effetti ostacolo insormontabile allo sviluppo che blocca assai spesso perseguendo un solo vuoto fine di autoconservazione.
Meritocrazia Italia ha intuito che la presa d’atto di tale opprimente e condizionante gestione non può fermarsi al rango di malcontento ma deve costituire serio e convinto motivo di studio finalizzato ad un concreto cambio di direzione soprattutto a cagione dell’importanza fondamentale che l’amministrazione pubblica riveste all’interno della società.
Le dimensioni e le articolazioni dell’apparato amministrativo del nostro e di tanti altri Paesi hanno bisogno di essere drasticamente ridotti attraverso una razionalizzazione complessiva del sistema burocratico divenuto ormai insostenibile.
Occorre promuovere un’altra mentalità all’interno della classe burocratica dirigendosi verso un modo più responsabile di porsi di fronte all’esigenza sottesa all’avvio del procedimento amministrativo che si traduca, oltre il formalismo, in miglioramento del servizio al cittadino.
Meritocrazia Italia ha ritenuto di fornire questo breve contributo, quale stimolo al ripensamento della struttura e della politica del management pubblico, suggerendo strumenti rapidi ed efficaci che incidano sul sistema di reclutamento, di formazione e di performance del personale dirigenziale, privilegiando sempre una valutazione del merito, al fine di consentire alla p.a. di arrivare puntuale e preparata a gestire le nuove sfide della imminente ripresa economica.

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Nel mese di Aprile, Meritocrazia Italia ha condotto uno studio tematico finalizzato a favorire il rilancio della Sanità e della Ricerca scientifica nel Nostro Paese.

“Non c’è cura senza ricerca”: questo è stato il connubio da cui si è partiti.

Grazie al coinvolgimento di istituzioni, associazioni di categoria e operatori dell’settore, il Movimento partendo dalla predisposizione di uno screening il più veritiero della situazione attuale nel nostro Paese e in ogni sua regione, ed attraverso una serie di incontri e di tavoli di lavoro sui grandi temi quali: prevenzione, programmazione, innovazione, investimenti e ricerca, con tutte le associazioni di categoria, le realtà scientifiche, economiche, sono state messe a confronto le diverse scuole di pensiero sulle possibili evoluzioni del SSN e della Ricerca Scientifica in Italia.

Si è prestato il palco a chi ha voluto condividere la propria esperienza e le proprie conoscenze, raccogliendo idee, proposte e suggerimenti al fine di individuando azioni e percorsi per costruire uno scenario nuovo che dia risposte concrete alle aspettative dei ricercatori del servizio sanitario, dando tranquillità a chi già lavora nel settore e offra nuove opportunità a chi ha talento.

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Meritocrazia Italia a marzo ha dedicato la sua attenzione alle “generazioni involontarie”, a coloro la cui condizione è quella di essere sospesi tra due mondi e due culture, sia essi nati nel paese d’accoglienza, ovvero giuntivi in tenera età. Sul piano giuridico, detta condizione di sospensione tra il mondo geografico e quello culturale trova corrispondenza nell’orientamento normativo del nostro Paese in materia di conferimento dei dìritti dei cittadini. Sul piano socio – culturale, oltre all’accesso allo status giuridico di cittadino, ulteriori sono gli ostacoli che compromettono o, tentano, l’integrazione nel paese ospitante, a causa delle differenze, somatiche e culturali, che sia a livello individuale che collettivo, vengono ancora percepiti come segni di diversità.

E sono proprio queste differenze che rischiano di evidenziare quel senso di sospensione tra due mondi di cui si parlava.

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Per il mese di Febbraio, Meritocrazia Italia ha condotto uno studio tematico finalizzato a favorire il rilancio della piccola e media impresa e dell’impresa diffusa, per cucire sul tessuto italiano una nuova prospettiva di sviluppo economico ed occupazionale sostenibile.

Grazie al coinvolgimento di Istituzioni, associazioni di categoria e PMI operanti sull’intero territorio nazionale, il Movimento ha prestato il palco a chi ha voluto condividere la propria esperienza e le proprie conoscenze e, con spirito propositivo, ha aperto al confronto sui principali punti di criticità e ostacoli allo sviluppo del settore.

Prospettive della politica fiscale e del lavoro, razionale sfruttamento di risorse energetiche e ambiente, flessibilità e semplificazione contrattuale, de-burocratizzazione della macchina amministrativa, ruolo dell’innovazione innovazione tecnologica e modelli di interazione tra istituzioni e operatori economici sono soltanto alcuni dei temi oggetto di riflessione condivisa.

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Una delle domande più frequenti sul futuro di Meritocrazia Italia riguarda la sua possibile trasformazione in Partito politico. La curiosità cade di solito sulla scelta ideologica che, nell’evenienza, ne caratterizzerebbe il percorso.

La risposta sta tutta nell’operosità che potrebbe essere definita post-ideologica o meglio contemporanea.

La strumentalizzazione di termini come ideologia, post-ideologico, ideologia contemporanea e democrazia, infatti, induce spesso in confusione. Argomento di gran moda, ad esempio il populismo si fa nuovo codice comportamentale come espressione del disagio sociale di un popolo rassegnato e sofferente, che non si sente adeguatamente rappresentato ne’ soddisfatto dall’azione politica.

Chi studia il fenomeno riporta il populismo alla celebre e ironica affermazione del poeta e drammaturgo gallese Dylan Thomas, secondo la quale un alcolista «è uno che beve quanto te, ma non ti sta simpatico». Forse, sia pur inconsapevolmente, il populismo appartiene un po’ a tutti, perché non è null’altro che il sintomo di un male profondo, e a lungo taciuto, della democrazia. L’ideologia potrebbe anche essere populista o, al contrario, potrebbe essere immaginata come il contenitore, tramandato di generazione in generazione e in parte modellato dal tempo, di quei valori che hanno fatto crescere l’idea di Paese e che, nei momenti di maggiore difficoltà, hanno creato uno scudo sociale a protezione dei più deboli.

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