TRA REALE E VIRTUALE, SEMPRE LA VERITA’ – 1 NOVEMBRE 2020

TRA REALE E VIRTUALE, SEMPRE LA VERITA’ – 1 NOVEMBRE 2020

Un’indagine accorta delle ragioni alla base delle difficoltà del momento deve andare oltre l’evento pandemico. Le origini della crisi hanno radici lontane, nel tempo e nello spazio. La riflessione merita di essere estesa ulteriormente, all’evoluzione delle civiltà e ai diversi modelli di sviluppo economico, sociale e del mercato del lavoro.

Nel 1958, la Cina di Mao Tse-tung tentò il ‘grande balzo in avanti’, la rivoluzionaria trasformazione da Paese agricolo in Paese industriale. Un paio d’anni più tardi, l’impresa si arenò. La drastica riduzione della produzione agricola fu causa di carestie e il livello di povertà divenne insostenibile. Da allora, sembra passato ben più di mezzo secolo. Oggi la Repubblica cinese ricopre una posizione di spicco nel panorama internazionale ed è capace di decisivi investimenti nel settore dell’innovazione tecnologica, con prospettive di controllo del domani. I punti di forza sono tanti. Ma ciò che assicura maggiore potere è l’accorta organizzazione interna, insieme alla particolare strategia di controllo; è il monitoraggio delle informazioni, difficilmente concepibile dalle culture a più marcata impronta democratica, ad assicurare al popolo cinese stabilità economica. Il pubblico si sovrappone e confonde con il privato. L’iniziativa privata si giova della solidità della struttura pubblica nella quale si innesta. Al prezzo, però, della rinuncia alla riservatezza e del controllo dei desideri. La raccolta dei dati dei singoli consente di censurare contestazioni, filtrare contenuti disallineati, monitorare le abitudini e pilotare i bisogni. Così è modellato il progresso economico e sociale.

La conquista del benessere passa, ossimoricamente, per l’inconsapevole perdita della libertà.

La stabilità economica è costruita sul sacrificio dell’indipendenza del pensiero.

Ma il rischio di diventare ‘strumento degli strumenti’ costruiti allo scopo di migliorare la qualità della vita appartiene a ogni civiltà.

Uno per tutti. Un approccio al mondo dei social network poco consapevole altera i rapporti sociali, porta a uno scollamento dal mondo reale, riduce la sfera di riservatezza e apre alla circolazione incontrollata di informazioni personali. Crea modelli artificiali di benessere, che penetrano il tessuto sociale e finiscono per compromettere l’autonomia d’ingegno.

È facile dimenticare che la felicità è fatta anche di contatto umano e di sguardi.

Occorre tener stretta questa consapevolezza, riconoscere la parte di finzione che colora i rapporti di Rete e farne saldo appiglio di fronte al sopravvento dell’intelligenza artificiale, pronta a conquistare parte dello spazio oggi riservato all’uomo.

Le utilità della tecnologia non meritano di essere rinnegate. L’intelligenza artificiale servirà in tutti i comparti produttivi come in ambito medico-sanitario. Nel settore del trasporto urbano, saranno presto in circolazione veicoli senza autista, nella prospettiva di riuscire a contenere i rischi connessi ai limiti della concentrazione umana.

Ai certi vantaggi si contrappone la possibilità che le occasioni di lavoro si riducano in relazione all’avanzare della automazione delle attività. Tante saranno le posizioni conquistate dalla macchina. Tanti i lavoratori spodestati dalle loro mansioni.

Il modo per riprendere il controllo è promuovere una ri-strutturazione dell’impiego futuro, sempre nella direzione di farne il principale mezzo di realizzazione delle personalità e di soddisfazione delle ambizioni. La crescita del settore sociale dipende da questo. Dalla capacità di adattamento, dallo sviluppo delle competenze necessarie e dalla definizione di ruoli nuovi e di nuovi punti di riferimento nella società.

Serve decidere che tipo di società si desidera.

È importante anche contenere la digitalizzazione entro limiti di sostenibilità.

Meritocrazia Italia è attiva nella sensibilizzazione a un uso ragionevole e consapevole della strumentazione tecnologica. Mette a disposizione le proprie competenze, studiando e programmando. Con la generosità di chi è orgoglioso di condividere idee utili ad anticipare il disagio e migliorare l’esistente.



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