UN’EUROPA DI VERITA’ – 2 AGOSTO 2020

UN’EUROPA DI VERITA’ – 2 AGOSTO 2020

Recovery Fund. Eurozona. Spread. Deficit. Indebitamento.

Sono i termini maggiormente ricorrenti nel dibattito pubblico.

Eppure l’Europa è edificata su altre fondamenta, su ideali di solidarietà. In origine, l’Uomo era al centro dell’agenda politica; oggi non sempre ha accesso alla sala riservata all’economia.

Le preoccupazioni dell’Europa non sembrano parametrate alla misura delle difficoltà dell’Italia, che, con un indebitamento del 130% del Pil, è in stato di decozione di fatto, seconda soltanto alla Grecia per affanno finanziario.

Sulle soluzioni si riflette da tempo, in direzioni diverse. C’è chi suggerisce un abbandono dell’Eurozona. E chi di stampare nuova moneta. Le idee spiegate sono tante; servirebbe studiarne meglio fattibilità e reali conseguenze. Qualcuno sceglie quella che sembra avere maggiore capacità attrattiva e ne ricava accattivanti slogan elettorali. Suggestioni e qualunquismo.

Ma, in situazioni di crisi, l’unico metodo realmente risolutivo è la progettualità.

Per realizzare il risanamento non bastano iniezioni finanziarie dilazionate negli anni, per quanto copiose. Né è sufficiente la sospensione della vincolatività dell’indice di indebitamento stabilito dall’Europa, concessione soltanto formale considerato il cronico sforamento italiano.

È il momento di attuare un nuovo e più decisivo piano di ristrutturazione e stabilire un inedito patto con i creditori, partendo dalla verità.

Ogni Paese membro sopporta un certo livello di indebitamento; ogni Paese membro affida il proprio debito a una quota di investitori stranieri. La credibilità di uno Stato dipende anche dalla capacità di ripagare i propri debiti, di restituire le somme dovute agli investitori, con maggiorazione di interessi. In situazione di crisi finanziaria, quando la capienza economica del Paese è ridotta, dovrebbe essere più difficile collocare sul mercato i propri titoli. E invece, paradossalmente, i titoli italiani non restano mai invenduti, nonostante i tassi di restituzione, elevati e comunque più convenienti per gli investitori esteri che per quelli domestici.

Recuperando lo spirito che animava la costruzione di un’Europa fatta di leale collaborazione e solidarismo, occorrerebbe consentire ai Paesi in stato di maggiore debolezza di ristrutturare il proprio debito. Al contrario, quello che viene proposto sono soltanto nuove fonti di indebitamento, che insistono su una condizione già di grave crisi, e corrispondenti opportunità di acquisizione di asset importanti del debito così accresciuto da parte di investitori stranieri, quando non di gruppi o di altri Paesi già in posizione di pre-potere economico.

Una politica tendente ad accentuare, e non a livellare, il divario di forze tra Stati membri tradisce definitivamente il progetto europeo, volto a creare alleanze utili al benessere di tutti e a fornire ancore di salvataggio per i Paesi in temporanea o prolungata difficoltà.

Meritocrazia Italia sceglie sempre la verità.

La storia della Germania insegna che serve concretezza per risolvere i problemi. È un Paese che ha attraversato una profonda divisione interna, con una popolazione densamente concentrata in un territorio non esteso. Eppure ha conquistato una posizione di indiscussa leadership nel panorama europeo. Ha creduto nei propri cittadini, garantendo loro adeguata partecipazione, grazie a una informazione corretta e veritiera. Ha avuto il coraggio di scelte scomode nell’immediato ma lungimiranti e di prospettiva. È così che uno Stato recupera la fiducia del popolo, alimenta l’orgoglio dell’identità nazionale e crea coesione politica e di governo.

Meritocrazia Italia parte da qui. E coglie la sfida di operare una rilettura dei problemi economici alla luce della gerarchia dei valori proposta dalla Carta costituzionale. Perché l’equilibrio economico è mezzo al fine prioritario della tutela della persona, non fine esso stesso.



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