Bufera ‘dossieraggio’: intercettare o spiare

Bufera ‘dossieraggio’: intercettare o spiare

La nostra Repubblica naviga a vista tra diritti conquistati e mai totalmente azionati ed obblighi sempre più stringenti. Sarebbe facile creare ed alimentare un “caso a raggiera” dalla vicenda “dossieraggio”, estendendo subito la discussione ai pro e contro le intercettazioni, al ruolo della magistratura, della polizia giudiziaria, della politica, ma, così facendo, finiremmo solo con il favorire la solita logica di faziosità dell’ “uno contro l’altro”, ambito sterile nel quale Meritocrazia Italia non ha nessun interesse ad entrare ed operare.
Se una vicenda di tale portata si trasforma in notizia nota è perché ci sono magistrati e poliziotti che, al contrario di alcune “mele marce”, svolgono appieno il loro dovere.
Ma questa costante rincorsa all’individuazione del colpevole di turno finisce, molto spesso, col produrre effetti di generalizzazione estrema, proprio come accaduto nei fatti di Pisa, in cui l’opinione pubblica è polarizzata sull’ascrizione assolutista di colpa tra poliziotti e studenti, senza comprendere a pieno come sia “il poliziotto” che lo “studente”, al pari di ogni essere umano, possono sbagliare e dovranno rispondere dell’errore commesso, ma ciò non giustifica l’attacco o il tentativo di screditare né le forze dell’ordine, che OGNI giorno sono accanto ai propri cittadini, nè gli studenti che manifestano per ideali e non per creare disordini.
Sarebbe pertanto utile comprendere ed interrogarsi sul perchè ci sia una volontà di spinta ad attaccare tutti per non col pevolizzare nessuno, oppure, di spiare chi guida l’Italia per dare forza a chi, forse, ha ben chiara in mente la diversa rotta da imprimere nella “navigazione della democrazia”.
L’inchiesta sul “dossieraggio di Perugia”, infatti, avviata dalla Procura della città umbra, ha acceso i riflettori su un presunto giro di informazioni riservate su politici, vip e imprenditori, raccolti da un ex finanziere in servizio alla Procura nazionale antimafia, che avrebbe consultato abusivamente la banca dati delle Segnalazioni di operazioni sospette (SOS) con oltre 800 accessi non autorizzati e non motivati da operazioni di servizio correlate.
Secondo le prime ricostruzioni, il funzionario faceva riferimento a un’ampia rete di contatti, tra cui giornalisti, investigatori privati e un magistrato, che avrebbero ricevuto e utilizzato le informazioni raccolte per scopi che dovranno essere chiariti. Complessivamente si parla di 15 indagati, tra l’ex finanziere che ha effettuato le ricerche, i giornalisti che avrebbero ricevuto queste informazioni e la componente togata.
Le ricerche nella banca dati SOS hanno riguardato prevalentemente politici di centro destra, molti dei quali oggi al Governo, ma anche molti politici di opposizione, oltre a Vip e imprenditori, tutti oggetto di attenzione in queste ricerche non autorizzate. L’ipotesi di reato avanzata dalla Procura di Perugia riguarda l’accesso abusivo a sistema informatico, violazione della privacy, favoreggiamento.
Toccherà adesso alla Procura stabilire se le informazioni raccolte siano state utilizzate per fini illeciti, come il ricatto o il discredito di personaggi pubblici. Toccherà alla Politica adoperarsi per intercettare eventuali ombre operative che tentino di anestetizzare il potere democratico.
È comunque una vicenda non sorprendente, che riporta alla memoria un vecchio film ambientato nella ex Repubblica democratica tedesca dove la Stasi, la polizia segreta della ex Germania Est, spiava praticamente tutti per scopi subdoli e di mantenimento del potere da parte di persone legate al regime.
Meritocrazia Italia invoca, pertanto, chiarezza e trasparenza negli sviluppi delle indagini ed auspica che su questi temi non ci siano né maggioranza né opposizione, ma un UNICO Paese che ha voglia di Democrazia VERA.

Stop war.



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