Con la riforma del fisco, non ci si limiti a una riduzione quantitativa delle imposte

Con la riforma del fisco, non ci si limiti a una riduzione quantitativa delle imposte

Sembra ormai imminente la tanto attesa riforma del sistema fiscale, che, secondo le dichiarazioni, dovrà essere ispirata a esi-genze di semplificazione, maggiore equità e riduzione della pressione.
Il compito non è semplice e il livello delle aspettative raggiunto dagli operatori economici da una parte e dai cittadini dall’altra, duramente messi alla prova da anni di crisi emergenziale, sono elevatissimi.

Dovrebbero essere tre i pilastri del nuovo patto fiscale: estensione della flat-tax e revisione dell’Irpef, lotta all’evasione fiscale a partire dagli evasori totali, e tregua fiscale per cittadini e imprese. Un’altra misura di prossima introduzione sembra essere l’innalzamento a 5mila euro (in prima istanza si era ipotizzato di arrivare fino a 10mila euro) del tetto all’uso del contante.

Meritocrazia Italia sostiene con forza e da tempo che la rivisitazione del sistema d’imposizione fiscale e la definizione di nuovi modelli di investimento siano passaggi fondamentali ai fini del rilancio economico e, soprattutto, del ripristino di una mi-gliore condizione di equità sociale.
Per questo accoglie con favore la scelta di aumentare la soglia nell’uso del contante. Le criticità del decreto PNRR 2 erano abbastanza evidenti. Prima tra tutte, l’omissione della fissazione di un limite minimo della transazione ai fini della irrogazione della sanzione. Per intendersi, stando a quel piano normativo, se un esercente si rifiutasse di utilizzare il POS per un pagamento di 25 euro, sarebbe esposto a una sanzione pari complessivamente a 31 euro (la quota fissa di 30,00 euro + la variabile pari al 4% del transato, ossia 1,00 euro), con buona pace della proporzionalità tra violazione e sanzione. Neppure era prevista la possibilità di sanzione ridotta con pagamento entro un dato tempo dalla notifica della violazione.
In un periodo in cui serve immettere liquidità nel mercato per rilanciare i consumi, limitare eccessivamente l’uso del contante diventerebbe un boomerang, specie tenuto conto del contesto culturale, forse ancora non pronto a una rivoluzione digitale tanto radicale. Si pensi alle fasce d’età più avanzate. Si finirebbe per raggiungere il risultato opposto, di sollecitare escamotage d’aggiramento del divieto.
Nel ritenere indispensabile una più serrata lotta all’illegalità, Meritocrazia sollecita piuttosto una revisione dei costi di gestione della moneta elettronica, per incentivarne il corretto utilizzo e la più ampia diffusione, anche considerati che i costi attuali sono tra i più alti in Europa. Lo scopo sia sempre quello di favorire la ripresa economico e il riequilibrio sociale, ma la misura adottata non porti con sé costi insostenibili a carico di cate-gorie già in grave affanno, che meriterebbero invece attenzione e supporto.
Una politica troppo restrittiva finirebbe per acuire il risentimento e la sfiducia nei confronti dello Stato, sentimento già fortemente avvertito per via di una fiscalità che strozza e non supporta la ripresa.

Per il resto, si insiste nella proposta di
– contenimento della tassazione sul reddito d’impresa, attraverso l’estensione della flat tax per fatturati sino a 150.000 euro per la vendita di beni e fino a 100.000 euro per le prestazioni di servizi, anche perequando l’aliquota d’imposta al 15% ma consentendo la determinazione del reddito imponibile con la deduzione dei costi dai ricavi e non in base a coefficienti forfe-tari;
– riduzione dell’aliquota Ires al 20% per almeno 5 anni;
– introduzione del quoziente familiare per le famiglie a basso reddito con ampliamento della no tax area sino a 15.000 euro di reddito di lavoro dipendente o autonomo;
– mantenimento dell’attuale sistema di cedolare secca per gli immobili residenziali e introduzione della cedolare secca anche per gli affitti degli immobili commerciali se i proprietari accettano canoni ridotti per far ripartire le locazioni per le imprese;
– lotta all’evasione stanando i c.dd. immobili fantasma, lasciando inalterato il carico fiscale per i contribuenti che già pagavano regolarmente, perseguendo anzi una revisione al ribasso delle aliquote IMU, imposte di registro, ipotecarie e catastali con l’introduzione di idonei correttivi;
– elevare i limiti di fatturato per l’applicazione dell’iva mensile invece che trimestrale;
– semplificare gli adempimenti per la richiesta dei rimborsi d’imposta e dei crediti fiscali (superbonus 110, bonus ristruttura-zioni, rimborsi iva, spese di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica 4.0, ecc.).

Meritocrazia Italia reputa poi fondamentale la costituzione di una Agenzia delle Uscite, un organismo inteso a ovviare agli ormai cronici ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, per dare effettività alla tutela del creditore dello Stato.

Stop war.



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