Ddl Anziani: Meritocrazia Italia plaude a una riforma essenziale

Ddl Anziani: Meritocrazia Italia plaude a una riforma essenziale

Meritocrazia Italia accoglie con grande favore il via libera dato dal Consiglio dei Ministri al ‘ddl anziani’.

Le previsioni sul futuro demografico in Italia disegnano un potenziale quadro di crisi: la popolazione residente attuale è in decrescita e il rapporto tra giovani e anziani sarà di 1 a 3 nel 2050. Troppo spesso la questione è riportata alla luce solo per evidenziare il costo sociale del numero elevato di anziani, sia in termini di pensioni sia come spese sanitarie. Poco, invece, si insiste sul fatto che la terza età rappresenta una risorsa preziosa per lo sviluppo sociale.
Per gestire la peculiare situazione demografica italiana occorre lavorare a un profondo cambiamento culturale, promuovendo un approccio innovativo che sia di stimolo per politiche mirate e organiche volte a valorizzare la fascia più anzia-na della popolazione.

L’innovazione dell’organizzazione sociale può trovare nella formazione e nella tecnologia due fondamentali variabili su cui agire e per questo il Pnrr può fornire risposte realmente utili.
Con l’auspicio che si possa parlare sempre più di inclusione e soluzioni e sempre meno di esclusione e difficoltà, Meritocrazia Italia propone dunque di puntare su:
– meccanismi di solidarietà tra generazioni, attivando corsi capaci di trasferire le competenze specifiche dell’età per un arric-chimento reciproco, dai corsi digitali offerti dai più giovani ai laboratori di arti e mestieri ormai perduti tenuti dai più anziani;
– marginalizzazione del fenomeno della solitudine e della depressione che spesso segue la fine del periodo lavorativo attra-verso ‘centri di ascolto’ ai quali rivolgersi anche in forma anonima per un supporto temporaneo;
– realizzazione di centri di incontro finalizzati all’inclusione degli anziani in attività socialmente utili;
– coinvolgimento degli anziani in attività no profit ma con valore economico e sociale, tipo offerta di aiuto o accudimento di familiari, amici o conoscenti o attraverso attività di volontariato;
– partecipazione ad attività sportive dedicate alla terza età, stipulando convenzioni ad hoc in base all’età e al reddito, per con-sentire di rimanere in salute e ritardare gli effetti dell’invecchiamento, mantenendo dunque una buona mobilità;
– standard di processo e gestione del trasporto sociale a più di virgolette, al fine di uniformare i comportamenti delle ammini-strazioni e migliorare la qualità dell’assistenza su tutto il territorio nazionale;
– programmi di educazione digitale facilmente accessibili a beneficio della popolazione anziana, finanziando progetti a livello territoriale che favoriscano lo sviluppo di competenze digitali di cittadini over 65, al fine di imparare o usufruire i servizi sem-pre più avanzati;
– controlli sulle reali condizioni economiche dei singoli, per favorire l’individuazione dei c.dd. falsi poveri ed evitare la disper-sione di risorse;
– cohousing per anziani soli, perché privi di parenti o perché, per i più disparati motivi, rischiano di trovarsi soli nei momenti di maggiore difficoltà;
– introduzione delle figure di badanti di condominio, che, già presenti in alcune realtà, portano utilità economica oltre che di servizio;
– maggiori risorse a Regioni ed enti locali per attuare progetti di utilità collettiva, che rendano protagonisti gli anziani attivi (il Pnrr prevede risorse esclusivamente per gli anziani non autosufficienti).

Sia dal punto di vista sociale che sanitario è necessario intervenire per cogliere e vincere questa importante sfida del nostro tempo, con l’impegno di destinare fondi adeguati agli obiettivi che ci si pone.

Stop war.



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