DISABILITÀ E INCAPACITÀ DI INCLUSIONE

DISABILITÀ E INCAPACITÀ DI INCLUSIONE

La vera sfida

La generalizzata incapacità di andare oltre lo stretto orizzonte del limite, qualunque ne sia la natura, porta spesso a identificare il disAbile soltanto come ‘soggetto in difficoltà’ bisognoso di cure e al quale bisogna dare una risposta nel modo più veloce possibile. Non si è in grado di concepire la diversa Abilità come risorsa e, addirittura, come punto di forza che permette di misurarsi con i propri limiti e potenzialità.
È sempre più avvertita la necessità di adottare una nuova visione che ponga al centro la persona e la sua rete di relazioni, sposando l’idea di inclusione e coesione sociale in un’ottica di risorsa, al di là della logica assistenziale.

La cultura comune è costruita sull’immagine dell’uomo normodotato. Quando le personali caratteristiche non rispondono al modello, sorgono sentimenti di inadeguatezza, mancanza di autostima, di impotenza o incertezza.
Eppure, come diceva Albert Einstein, «Ognuno è un genio, ma se si giudica un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi, lui passera l’intera vita a credersi stupido».
Ancor oggi, poco si fa per eliminare i fattori ambientali che provocano una situazione di disagio per il diversamente abile: ci si focalizza, purtroppo, su come cambiare la persona affinché si adatti allo stereotipo di ‘normalità’ e non si pone invece l’accento sulle sue potenzialità e sul prezioso contributo che può dare alla società. A ben vedere, questa esclusione ha un certo pragmatismo, dovuto al fatto che risulta più comodo considerare la maggioranza ‘normale’ piuttosto che pensare all’universalità delle persone nell’unicità e nell’eccezionalità di ciascuna.
Di più, il sentire comune considera diversità solo la disAbilità che comporta una ‘mancanza’, dimenticando l’esistenza di disAbilità capaci di raggiungere l’assoluta genialità: è il caso della Sindrome di Asperger, una forma particolare di autismo ‘ad alto funzionamento’, che porta spesso ad abilità intellettive e linguistico-matematiche superiori alla media (una caratteristica che accomuna anche persone come Isaac Newton, Albert Einstein e sportivi del calibro di Lionel Messi).

Il Veneto delle istituzioni e delle realtà associative e private non ha mancato, nel tempo, di proporre iniziative orientate a un cambio di paradigma e di approccio culturale, base per lo sviluppo di progetti che abbiano come punto di partenza la consapevolezza e la valorizzazione di ogni abilità. In questo senso, si cita, solo a titolo di esempio fra i tanti, l’interessante iniziativa promossa di recente dall’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Verona, in collaborazione con le associazioni e gli enti del territorio, in occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, che ha visto alternarsi momenti di confronto e approfondimento culturale, laboratori didattici per le scuole, spettacoli ed attività ludiche aperte a tutti per sensibilizzare e creare momenti di riflessione sulla sindrome dello spettro autistico.

La risposta alla generalizzata incapacità di considerare una diversa abilità come risorsa e non un limite è davvero quella di favorire con ogni mezzo l’interazione fra diverse capacità, creando nuove opportunità anziché barriere sociali, per avvicinare mondi e modi di essere diversi finalizzati ad una vera integrazione sociale.
Si è già avuto modo, in passato, di dare evidenza ad altre realtà associative e imprenditoriali venete che hanno fatto di questo obiettivo la loro missione (webinar su ‘DisAbilità esclusiva o Abilità inclusiva del 23 febbraio 2021).

Ciò che appare essenziale per l’inclusione delle persone con diversa abilità è agire, in sinergia fra cittadini e istituzioni, affinché lo Stato intensifichi le iniziative di sensibilizzazione volte a far conoscere e promuovere le diverse abilità e capacità che ogni essere umano possiede, valorizzando ogni sua specificità e particolarità. Perché «la disAbilità non è una coraggiosa lotta o ‘il coraggio di affrontare le avversità’. La disAbilità è un’arte. È un modo ingegnoso di vivere» (Neil Marcus).



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