DISADATTAMENTO, DEVIANZA E CRIMINALITA’

DISADATTAMENTO, DEVIANZA E CRIMINALITA’

Progetti e interventi in Piemonte

Secondo l’art. 27 cost., “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Le disposizioni relative all’ambito penitenziario sono mirate a dare effettività ai diritti della persona detenuta.

L’ampliamento delle possibilità di lavoro all’interno degli Istituti costituisce per l’Amministrazione Penitenziaria una priorità.
Sono attualmente attive convenzioni ai sensi della legge Smuraglia (l. n. 193 del 2000 per promuovere l’attività lavorativa dei detenuti, con la quale è stata introdotta un’agevolazione contributiva in favore dei datori di lavoro che impiegano persone detenute o internate, anche ammesse al lavoro esterno) presso gli Istituti di Torino e Novara. Sono state avviate attività agricole presso la Casa Circondariale di Asti e la Casa di Reclusione di Alessandria.
Con il contributo finanziario della Regione Piemonte, è stata attuata una serie di attività e progetti per favorire attività integrative e inserimenti lavorativi. Tra questi, la l. reg. n. 45 del 1995, che vede impegnate persone in esecuzione penale in lavori socialmente utili, su progetti elaborati da Comuni, Comunità montane e Province e finanziati dalla Regione Piemonte.
Sono stati costituiti i GOL, Gruppi Operativi Locali composti da operatori dell’Amministrazione Penitenziaria, degli Enti Locali, dei servizi sociali e sanitari, del mondo del lavoro e del volontariato e coordinati da Province e Comuni.
Obiettivo primario delle politiche relative al settore penitenziario della Regione è il miglioramento dell’integrazione tra enti, istituzioni e servizi attraverso una programmazione concertata e che mira a:
– promuovere sul territorio una politica sociale finalizzata alla prevenzione del disadattamento e della criminalità;
– coinvolgere tutte le realtà istituzionali e associative presenti sul territorio stimolando la creazione di una rete integrata di servizi pubblici e del volontariato;
– definire percorsi integrati sia nella fase di impostazione dei progetti sia nella fase di realizzazione che individuino, quale fulcro dell’intervento, la Persona , tenendo conto delle sue capacità e dei suoi bisogni da un lato e dei servizi, delle opportunità e delle risorse disponibili;
– migliorare la comunicazione tra le diverse componenti, potenziare il lavoro di rete coordinare le iniziative e favorire lo sviluppo di prassi operative comuni;
– mettere a punto metodologie di lavoro integrato che tengano conto delle competenze e dei vincoli di ogni ente e permettano di sincronizzare tempi e procedure;
– individuare modalità di monitoraggio e verifica dei progetti che permetta un’attenta valutazione di quanto realizzato e dell’utilizzo delle risorse impegnate;
– esprimere pareri, rilievi, raccomandazioni e proposte.

Occorre altresì promuovere l’empowerment e l’autonomia dei giovani attraverso azioni che mirino a sviluppare e valorizzare competenze, stimolando protagonismo e responsabilità; promuovere una maggiore relazione tra giovani e collettività, favorendone il benessere attraverso progettualità non solo a vantaggio della popolazione giovanile ma della comunità nella sua interezza, con un forte coinvolgimento attivo dei ragazzi; stimolare la messa a sistema delle risorse del territorio in tema di sostegno alla condizione giovanile, costruendo reti di collaborazioni anche con il settore pubblico; e sostenere la crescita delle organizzazioni proponenti nell’ottica di un rafforzamento delle loro competenze e di sviluppo del contesto locale.



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