Docente tutor e docente orientatore
Una nuova esperienza per la scuola italiana
La prima esperienza della riforma del sistema di orientamento sta volgendo al fine.
Durante quest’anno scolastico è stata data attuazione a una grande novità per gli studenti e per le famiglie dell’ultimo triennio della scuola secondaria di secondo grado, ovvero l’affidamento sulla figura del docente tutor unitamente a quella del docente orientatore, istituita dal Ministero dell’Istruzione e del Merito al fine di rendere più consapevole l’alunno nella sua scelta lavorativa e o universitaria (d.m. 22 dicembre 2022, n. 328, concernente l’adozione delle Linee guida per l’orientamento, relative alla riforma 1.4 “Riforma del sistema di orientamento”, nell’ambito della Missione 4 – Componente 1 – del Piano nazionale di ripresa e resilienza).
Il personale docente investito di queste funzioni è stato chiamato a supportare le famiglie, ad accompagnare e a guidare gli studenti nel delineare il proprio futuro formativo e professionale.
Tutto grazie anche alla nuova piattaforma Unica.
I docenti tutor e i formatori hanno sostenuto, per tale funzione, un corso di 20 ore con esame finale. Secondo il decreto ministeriale i docenti che sono stati designati a svolgere il ruolo di tutor o di orientatore, dovevano essere in possesso di alcuni requisiti: avere cinque anni di servizio a tempo indeterminato; aver svolto compiti rientranti tra quelli attribuiti al docente tutor o orientatore (funzione strumentale per l’orientamento, per il contrasto alla dispersione scolastica, nell’ambito del PCTO…), garantire di voler svolgere la funzione per almeno tre anni scolastici.
Il docente tutor quindi costituisce una nuova risorsa strategica per le scuole, al fine di contrastare la dispersione scolastica e garantire il successo scolastico e formativo degli alunni.
Principale compito dei tutor è stato quello di aiutare gli studenti a compilare l’E-Portfolio, ma soprattutto aiutarli a ricercare la propria strada attraverso le varie competenze sviluppate sia all’interno del percorso scolastico che extrascolastico.
Il percorso ha poi richiesto da parte degli alunni un compito finale, ovvero la registrazione del proprio “Capolavoro”, ovvero attività, competenze che il singolo alunno ha ritenuto valido per se stesso o che abbia avuto una meritata valenza nel suo percorso formativo.
Tutto questo ha interessato tutte le scuole di secondo grado, e ognuna di essa si è cimentata nella realizzazione di tale progetto al fine di rendere più consapevole l’alunno della sua scelta universitaria e o lavorativa e a delimitare la dispersione scolastica.