Elaborati Abruzzo su Temi del mese (non rientranti nei book) Agricoltura

Elaborati Abruzzo su Temi del mese (non rientranti nei book) Agricoltura

Elaborati Abruzzo su Temi del mese (non rientranti nei book)
Agricoltura
inserito nel book
PMI
PMI in Abruzzo: credito
Il manifatturiero abruzzese continua a crescere, con percentuali in controtendenza rispetto a quelle nazionali, ma meno di quanto è accaduto nel 2017, e con alcune criticità di dettaglio. E’ allarme, però, sulla maturità digitale delle imprese: poco meno della metà di esse è dotata di processi tecnologici.
Ciò è quanto emerge dal rapporto annuale realizzato da Confindustria e Cresa, il Centro regionale di studi economici che afferisce alla Camera di Commercio.
L’indagine ha riguardato un campione di 201 aziende con almeno 10 addetti, circa il 14% delle 1.437 presenti sul territorio regionale. Il sistema manifatturiero mostra una buona tenuta, soprattutto paragonandolo con ciò che accade a livello nazionale. Nel 2018 si sono registrati aumenti della produzione (3,3%), del fatturato (3,4%), dell’export (3,1%), e degli ordini esteri (3,6%).
L’Aquila è il territorio più in crisi: diminuiscono produzione (-0,7%), fatturato (-0,2%), ordini interni (-0,4%). Stagnanti export, ordini esteri e occupazione (+0,2%). Molto bene invece sia Pescara (produzione +9,7%, fatturato +9,2%, ordini interni +9,2%, occupazione +4,8%), che Chieti (produzione e fatturato +3,6%, export +4,5%, ordini esteri +5,3%).
Le migliori performance arrivano dal settore del legno, dalla metalmeccanica, dall’alimentare e dai mezzi di trasporto. Quelle peggiori invece sono la elettromeccanica, tessile e, a sorpresa, il chimico-farmaceutico. Anche sotto il profilo delle previsioni c’è qualche incertezza. I dati si mantengono piuttosto positivi, ma molto meno rispetto a quelli 2017.
E’ allarmante il focus sul digitale: il 91% delle imprese non al passo dichiara di non avere alcun interesse ad adeguarsi. Dalla ricerca effettuata risulta sicuramente un problema di carattere culturale. In questo ambito si parla di un vero e proprio “grido di dolore” nel mostrare i dati critici: l’Abruzzo è al 189 esimo posto su 192 regioni europee in materia di qualità del servizio erogato dalla pubblica amministrazione. L’Italia spende oggi 600 milioni, in crescita rispetto ai 290 dello scorso anno, ma molti meno dei 3,3 miliardi della Francia, dei 4,5 della Germania, dei 7,7 dell’Inghilterra.
Certo, l’andamento è migliore della media nazionale, con valori positivi per tutti gli indicatori, comprese le performance del mercato estero. Sono ancora le medie imprese a raggiungere i migliori risultati, che evidenziano anche buone prospettive per il prossimo futuro. Il sistema imprenditoriale ritiene sempre urgente, però, l’avvio di progettualità per rendere strutturali i segnali positivi, al fine di evitare il declino e la deindustrializzazione.
Sono quindi urgenti interventi per modernizzare le imprese ed adeguare l’assetto istituzionale e amministrativo.
L’analisi dell’economista abruzzese, Pino Mauro, è stata di ampio respiro. Il Pil dal 2007 è sceso del 6,1%. L’indebitamento è aumentato fino al 14.2% del prodotto interno lordo. Tra 2008 e 2019 (primo trimestre) gli occupati sono scesi di 18 mila unità. Il settore della costruzioni, nello stesso periodo, è crollato del 15,47%.
Anche l’export cambia: L’Aquila oggi vale appena il 7% del totale regionale, nel 2001 era al 20,5 %. Chieti è passata dal 55,13 al 71%.
Il sistema Pmi tende ad avere problemi seri, ha detto Mauro: “tutto si concentra sulla seconda gamba, la grande impresa”.
Ma l’Abruzzo non può reggersi solo su una gamba, i nodi da sciogliere sono la bassa produttività e la bassa innovazione.
Se da un lato le grandi imprese continuano a far registrare fatturati con segno positivo per la loro produzione e l’occupazione, con un export a due cifre, dall’altro lato le piccole e medie imprese continuano a soffrire. Esse rappresentano circa il 92% del manifatturiero regionale, e quindi segnano il passo in maniera negativa sull’andamento complessivo dell’intera economia.
Il quadro d’insieme del report dell’Osservatorio Confesercenti sul credito alle imprese in Abruzzo, elaborato sui dati Banca d’Italia, mostra un vero e proprio crollo dei finanziamenti alle micro, piccole e medie imprese del commercio e dell’artigianato; un inedito calo, almeno in queste dimensioni, anche per turismo e ristorazione: le banche sembrano scommettere solo sull’agricoltura. I dati dimostrano che l’Abruzzo vive due grandi problemi: una crisi dei consumi e del lavoro che si va aggravando, ed un sistema creditizio prevalentemente distante dalle esigenze.
I dati che emergono sono impietosi. Nel commercio (che in Abruzzo si tramuta in quasi 32 mila imprese e 54 mila posti di lavoro), i prestiti bancari nei primi sei mesi del 2019 registrano un -9% per le imprese aventi meno di 5 addetti, un -13,2% per le imprese dai 6 ai 19 addetti, ed un -4,9% per le aziende con oltre 20 dipendenti; con una media quindi di circa il -7,1 %. Un calo che isola l’Abruzzo persino da altre realtà del sud.
Non va meglio per l’altra grande famiglia delle micro imprese; l’artigianato (con 30 mila imprese e 35 mila addetti), dove i finanziamenti bancari sono scesi del 7,1 %.
Per la prima volta il calo dei finanziamenti travolge anche un settore dinamico ed in crescita come il turismo e la ristorazione, che conta più di 10 mila imprese e 37 mila addetti, per il quale però i prestiti scendono del 10,6 %, contro una media nazionale di -2,9%, conferendo all’Abruzzo il terzo peggior risultato in Italia.
Ma, come sopra anticipato, le banche sembrano sempre più orientate a sostenere il settore agricolo, dove operano 27 mila aziende, registrando una netta inversione di tendenza. I prestiti infatti sono cresciuti in 12 mesi del 5,5 % a fronte di una media nazionale di -2,4 punti percentuali.
Si è di fronte ad una vera e propria emergenza, ed il sistema delle imprese abruzzesi risulta sempre più indebolito. Gli strumenti messi in campo sono insufficienti: occorrono misure straordinarie. Il tessuto è ancora in grado di invertire la tendenza, anche alla luce dei passi in avanti fatti da regioni con economie storicamente più deboli. Occorre però una spinta decisiva da parte delle istituzioni, nonché un confronto con il sistema bancario sugli strumenti messi a disposizione delle imprese: i dati dimostrano che a parità di condizioni, in Abruzzo la contrazione del credito è molto più dura, ed è pertanto necessario che le banche tornino a fare la loro parte».

Le Seconde generazioni. Immigrazione
I
Il Piano integrato degli interventi in materia di inserimento lavorativo e di integrazione sociale dei migranti della Regione Abruzzo.
Parte relativa all’azione di qualificazione del sistema dei servizi. Articolazione degli interventi: azioni propedeutiche per la qualificazione dell’infrastrutturazione dei servizi territoriali rivolti alla popolazione immigrata.
Facendo seguito all’iniziativa avviata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in data 31.12.2014 di costituzione di 17 Accordi di Programma con le Regioni al fine di definire un sistema di interventi e una programmazione integrata in tema di politiche migratorie nel periodo 2014 – 2020, la Regione Abruzzo si è dotata di un proprio Piano Integrativo degli interventi in materia di inserimento lavorativo e di integrazione sociale della popolazione immigrata.
La Regione Abruzzo, in particolare, ha avviato una serie di azioni con l’obiettivo di migliorare la cooperazione istituzionale e la governance delle politiche migratorie al livello regionale e non solo al fine di rafforzare la rete dei servizi per l’inserimento sociale e lavorativo dei migranti. I dipartimenti interessati sono: il Dipartimento per la Salute e il Welfare ed il Dipartimento Sviluppo Economico, Politiche del Lavoro, dell’Istruzione, della Ricerca e dell’Università.
La prima azione è volta all’attivazione di un Punto regionale di coordinamento integrato in materia di servizi sociali e del lavoro rivolti ai migrati. La principale finalità è quella di porre in essere una serie di attività volte, da un lato, a rafforzare la rete dei servizi territoriali pubblici, privati e del privato sociale rivolti ai migranti; dall’altro, di supportare la Direzione/Dipartimento regionale competente nella programmazione e gestione degli interventi locali di inserimento socio-lavorativo rivolti ai migranti.
A tal fine saranno costituiti: un gruppo di lavoro regionale di supporto alla Direzione/Dipartimento regionale nella programmazione, gestione amministrativa degli interventi regionali in materia di inserimento socio-lavorativo dei migranti; una mappatura e analisi dei servizi e delle politiche sociali e del lavoro presenti a livello territoriale e rivolti ai migranti e individuazione di best practices; i focus group con gli operatori dei servizi e/o i rappresentanti dei principali stakeholders del territorio per indagare criticità e fabbisogni in merito all’integrazione dei servizi sociali e del lavoro. La Regione, mediante questa azione, auspica, oltre agli obiettivi già citati, di realizzare una base documentale per l’implementazione dell’Osservatorio Sociale regionale anche in relazione all’eventuale raccordo con il Portale nazionale Integrazione Migranti. Al fine di rafforzare la rete dei servizi e pervenire al miglioramento ed alla standardizzazione qualitativa dei servizi, saranno coinvolti, ad esempio, i Centri per l’Impiego, i Comuni Capofila dei 35 Enti d’Ambito Sociale, le Associazioni degli immigrati. Saranno costituiti gruppi di lavoro su specifiche tematiche: sanitario, sociale e lavoro con differenti finalità. Le principali sono: mappare i servizi, individuare buone prassi sul territorio ipotizzando una riorganizzazione degli stessi, sia da un punto di vista metodologico che di strumenti utilizzati.
La seconda azione riguarda l’implementazione degli strumenti informativi in materia di servizi sociali e del lavoro rivolti ai migranti. Questa azione mira a migliorare ed implementare gli strumenti informativi già esistenti al livello regionale sulle caratteristiche e i fabbisogni dei migranti, necessari per la miglior programmazione degli interventi e degli operatori a contatto con gli stessi. Esiste già l’Osservatorio Sociale e si sta sviluppando anche l’Osservatorio del Mercato del Lavoro e Crisi per implementare e/o definire un maggiore raccordo tra l’Osservatorio Sociale regionale e Portale nazionale Integrazione Migranti per ridefinire gli strumenti informativi ad hoc rivolti ai migranti e agli operatori dei servizi. In tal modo sarà assicurata una costante cooperazione ed integrazione delle attività regionali con quelle nazionali.
In tali attività, infatti, il ruolo fondamentale è dell’Osservatorio Sociale Regionale che annualmente organizza l’aggiornamento della banca dati attraverso un sistema di raccolta delle informazioni sul tema specifico. All’Osservatorio le informazioni dal territorio sono fornite, ognuno per quanto di competenza, da ciascun Ambito Sociale Territoriale e dalle Province. La banca dati sull’offerta dei servizi sociali rappresenta la base da cui vengono estratte le informazioni e sono aggregate per “Provincia” e “Ambito sociale territoriale”. Le aree tematiche trattate sono: immigrati, disabili, minori e famiglia, giovani, anziani, povertà, ISEE. I dati vengono messi a disposizione per macrotipologia (residenziale, domiciliare ecc) e per tipologia (segretariato sociale, assistenza domiciliare, centro diurno per minori, casa di risposo e altri). Ciascun utente, impostando gli opportuni criteri, può visualizzare l’elenco dei servizi rilevati corredato di sintetiche informazioni di dettaglio per livello territoriale e per tipo di servizio. Il sistema procederà, contestualmente, a generare la relativa mappa territoriale regionale sulla scorta delle scelte effettuate.
La completa realizzazione dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro e Crisi potrà, dunque, rappresentare una fonte conoscitiva indispensabile tramite la quale si potranno effettuare, ad esempio: analisi di accesso ai servizi, individuazioni di tipologie di bacini di utenza, come i disoccupati, tipologia di genere e altri, nonché base documentale per pubblicazioni, rapporti e periodici.
A cura di Maryna Vahabava
Fonti: Piano Integrato degli interventi in materia di inserimento lavorativo e di integrazione sociale della popolazione immigrata della Regione Abruzzo; sito ufficiale Regione Abruzzo www.regione.abruzzo.it

II
Quadro di riferimento regionale: programmazione e realizzazione degli obiettivi
Premessa.
In un momento storico come quello attuale che vede l’espandersi di una pandemia su scala globale, il tema dell’immigrazione e dell’integrazione delle comunità straniere sul territorio italiano non deve passare su un piano secondario. Anzi, è proprio in una situazione drammatica come questa che è necessario promuovere politiche di solidarietà, tutela ed integrazione e salvaguardare i diritti e le posizioni anche dei cittadini stranieri radicati sul nostro territorio.
In particolar modo è doveroso evidenziare l’iniziativa avviata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione mediante la sottoscrizione, in data 31.12.2014, di 17 Accordi di Programma con le Regioni al fine di definire un sistema di interventi e una programmazione integrata in tema di politiche migratorie nel periodo 2014 – 2020, secondo una logica di coordinamento ed integrazione degli interventi e degli strumenti finanziari di competenza nazionale e regionale. L’Accordo di programma, più specificamente, prevede la predisposizione, da parte delle Regioni, di un Piano integrato degli interventi in materia di inserimento lavorativo e di integrazione sociale della popolazione immigrata, i cui contenuti si articolano in tre sezioni:
– l’analisi del contesto regionale, in cui si evidenziano le caratteristiche quali – quantitative del fenomeno migratorio e l’organizzazione del sistema dei servizi territoriali disponibili in materia di lavoro e integrazione – gli obiettivi e le azioni che la Regione intende sviluppare, evidenziando, in particolare, le forme di complementarietà attivabili con i Programmi Operativi Regionali;
– le azioni propedeutiche per la progettazione, strutturazione, sperimentazione del sistema dei servizi territoriali integrati che si intendono avviare e/o implementare a valere sul finanziamento ministeriale previsto nell’art. 9 dell’accordo di programma, con i relativi tempi di realizzazione.
*****
IL QUADRO DI RIFERIMENTO REGIONALE
Gli stranieri residenti in Abruzzo al 01.01.2019 sono 89.298 e rappresentano il 6,8% della popolazione residente; sono distribuiti sulle quattro province prevalentemente a L’Aquila (28,4% degli stranieri in Regione), cui seguono Teramo (circa il 27,4%), Chieti (24,3%) e Pescara (19,8%).
Tra le nazionalità più rappresentate ai primi cinque posti troviamo la Romania (26.656 presenze – pari al 29,9% della popolazione straniera presente in Regione) seguita dall’Albania (11.830 presenze ed il 13,2%), dal Marocco (7.434 e 8,6%), dalla Cina (4377 e 4,9%) e dalla repubblica di Macedonia (4181 e 4,68%).
La presenza delle donne si attesta sulle 47.667 unità mentre i maschi sono 41631; la componente comunitaria è rappresentata dal 66,2% Europa, 17,5% Africa, 11% Asia e 0,1% America.
– Mercato del lavoro.
In Abruzzo, così come in quasi tutte le altre regioni, gli immigrati lavorano più degli italiani contraddicendo di fatto le chiacchiere di una disinformata opinione pubblica.
La forza lavoro straniera in Abruzzo si suddivide in cinque grosse macro categorie: Costruzioni (24,2%), Agricoltura (16,3%), Industria (12,9%), Commercio (11,1%) e Altri Servizi (35,6%).
Sono il 57,7% i nati all’estero e occupati nell’economia abruzzese. E’ un dato significativo se messo a confronto con gli abruzzesi residenti e occupati che sono 39,50%. Cerca lavoro il 12.3% degli stranieri e solo il 6% degli italiani. Ancora una grande disparità tra gli inattivi: 32% stranieri e 54,5% italiani. L’aumento degli stranieri si registra in vari settori come quello edile: nella nostra regione in questi anni sono in aumento le imprese di costruzione straniere rispetto a quelle locali. L’Aquila si distingue proprio per le costruzioni e per l’agricoltura, come pure nella Marsica, dove si sono registrati anche molti casi di sfruttamento. Il fenomeno che viene descritto da questi dati è che chi arriva da fuori tende a occupare i posti di lavoro che chi è nato in Occidente preferisce abbandonare.
La Regione Abruzzo ha attivato il REILAB, un progetto co-finanziato dall’UE (nato nell’ambito del FAMI – Fondo Asilo Migrazione Integrazione 2014/2020) che mira a rafforzare e consolidare il Sistema dei servizi regionali per l’integrazione lavorativa dei migranti. Il Progetto prevede l’attivazione sul territorio regionale di alcuni Reilab Point, ossia sportelli dedicati a cittadini stranieri che forniscono supporto ed informazione per accedere al sistema dei servizi regionali utili all’integrazione lavorativa.
– Percorsi di integrazione
Sono 460 i matrimoni misti rilevati in Abruzzo (2012), in prevalenza con la sposa straniera (il 71,3%, di cui proveniente dalla Romania il 4,3%); l’11,7% sono matrimoni con entrambi i coniugi stranieri e il 17%, infine, matrimoni con sposo straniero (per il 20,6% originario dell’Albania -10,3% e della Romania il 10,3%). La spesa sostenuta dalla Regione Abruzzo per interventi e servizi sociali a favore di cittadini immigrati e nomadi nel periodo 2008-2011 è passata da 784.686 a 544.117 di euro (ultimo dato fornito nel piano Integrato Regione Abruzzo).
Le associazioni straniere presenti in Abruzzo sono 37 (l’1,8% del totale sul territorio nazionale). L’8,1% di esse sono costituite da cittadini ucraini e peruviani. Rilevante, inoltre, il peso di quelle pluricomunità (32,4%).
– Articolazione del sistema dei servizi territoriali.
L’articolazione del Sistema dei Servizi Territoriali in ambito sociale è normato con deliberazione del Consiglio Regionale n. 47/2 del 24 ottobre 2006 ad oggetto “Legge 8.11.2000, n. 328, art. 8, comma 3, L.R. 9.11.2005, n. 33, art. 1, comma 93. Con la nuova determinazione degli ambiti territoriali sociali è stata approvata la determinazione degli ambiti sociali.
Il territorio regionale è suddiviso in 35 Ambiti Territoriali Sociali e sono rappresentati dall’Ente di Ambito Sociale (E.A.S.).
Negli ambiti sociali formati da un solo Comune, l’E.A.S. coincide con il Comune stesso, mentre, in quelli formati da più Comuni, la forma associativa, con l’individuazione dell’E.A.S., deve essere formalmente deliberata dai Consigli Comunali di tutti i Comuni appartenenti all’Ambito sociale, nel rispetto di quanto stabilito dal T.U.E.L. 267/2000.
Avv. Gianluca Pizzuti
*fonti: Piano Integrato degli interventi in materia di inserimento lavorativo e di integrazione sociale della popolazione immigrata della Regione Abruzzo; Sito ufficiale Regione Abruzzo.
a cura Avv. Gianluca Pizzuti

III
La popolazione straniera in Abruzzo è composta da 89.298 unità di cui 41631 maschi e 47667 donne. La Legge 328/2000 intitolata “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” è la legge per l’assistenza, finalizzata a promuovere interventi sociali, assistenziali e socio/sanitari che garantiscano un aiuto concreto alle persone e alle famiglie in difficoltà. Stabilisce che hanno diritto di usufruire delle prestazioni e dei servizi del sistema integrato di interventi e servizi sociali i cittadini italiani e, nel rispetto degli accordi internazionali, anche i cittadini di Stati appartenenti all’Unione europea ed i loro familiari, gli stranieri titolari della carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di durata non inferiore ad un anno, i minori iscritti nella loro carta di soggiorno o nel loro permesso di soggiorno, sono equiparati ai cittadini italiani ai fini della fruizione delle provvidenze e delle prestazioni, anche economiche, di assistenza sociale, incluse quelle previste per coloro che sono affetti da morbo di Hansen o da tubercolosi, per i sordomuti, per i ciechi civili, per gli invalidi civili e per gli indigenti individuati ai sensi dell’articolo 41 dal testo unico concernente la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero. Inoltre ai profughi, agli stranieri ed agli apolidi sono garantite le misure di prima assistenza come regolamentato da norme statali.
Tra i servizi previsti dalla legge vi è anche quello per l’affido familiare, per sostenere, con qualificati interventi e percorsi formativi, i compiti educativi diretti anche alle famiglie di recente immigrazione che presentino gravi difficoltà di inserimento sociale.
La Regione Abruzzo , (nell’esercizio delle proprie competenze, come previsto dalla Costituzione ed, in armonia con la normativa dell’Unione europea, leggi dello Stato nonché con le Convenzioni internazionali ed in particolare la Convenzione europea sui diritti e le libertà fondamentali, il Patto delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici e quello sui diritti economici sociali e culturali, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo):
a) riconosce e tutela i diritti e le libertà fondamentali degli stranieri immigrati e delle loro famiglie, comunque presenti sul territorio abruzzese;
b) promuove e sostiene interventi volti:
1. ad assicurare agli stranieri immigrati presenti sul territorio abruzzese, nel rispetto della normativa vigente, condizioni di uguaglianza con i cittadini italiani nel godimento dei diritti civili;
2. a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscano il loro pieno inserimento nel territorio abruzzese;
c) attuare direttamente politiche e interventi volti ad assicurare agli stranieri immigrati e alle loro famiglie:
1) l’effettivo e paritario godimento dei diritti civili;
2) il diritto al lavoro dipendente e autonomo, il diritto allo studio, alla formazione professionale, all’abitazione, alle prestazioni sociali e sanitarie;
3) il superamento di difficoltà sociali, culturali ed economiche anche attraverso forme di sostegno dell’associazionismo;
4) il mantenimento dei legami con la terra d’origine, valorizzandone il patrimonio linguistico, culturale e religioso;
5) la conoscenza degli usi e costumi locali, nonché della legislazione europea, nazionale e regionale, ai fini di un equilibrato e armonioso inserimento degli stranieri immigrati nella società locale, nel rispetto reciproco dell’identità culturale e religiosa di ciascuno e nel rispetto delle leggi e dei regolamenti europei, nazionali, regionali e locali;
d) promuove, sostiene e realizza:
1) studi e ricerche sul fenomeno migratorio;
2) programmi di educazione interculturale che rispondano ai bisogni di informazione e conoscenza tra cittadini italiani e stranieri e fra stranieri di differenti provenienze nazionali ed etniche, per una migliore convivenza fra tutti.
Ai fini indicati, la Regione stabilisce il programma triennale e il piano annuale di interventi e di attività di cui ai successivi articoli 4 e 5.
Le leggi regionali di settore concorrono all’attuazione delle finalità di cui alla presente legge.
La stipula di Accordi Bilaterali di regolamentazione e gestione dei flussi migratori per motivi di lavoro, prevede la collaborazione tra l’Amministrazione italiana e le competenti Autorità dei paesi di origine dei lavoratori stranieri, per favorire:
• lo scambio di informazioni sui fabbisogni espressi dal mercato del lavoro italiano e sulle professionalità disponibili nei paesi di origine;
• la redazione di una lista di lavoratori stranieri disponibili a lavorare in Italia;
• il supporto all’attivazione di programmi di formazione professionale e di lingua italiana nei paesi di origine per l’acquisizione di titoli di prelazione per gli ingressi in Italia (in attuazione dell’art. 23 del T.U. sull’immigrazione);
• lo scambio di esperienze e buone pratiche.
• Si tratta di accordi quadro che riguardano tutte le tipologie di lavoro subordinato anche stagionale.
• Gli obiettivi degli Accordi Bilaterali sono:
• rafforzare la collaborazione nella gestione delle migrazioni per motivi di lavoro con i più importanti paesi di origine dei flussi verso l’Italia;
• potenziare le modalità di selezione di manodopera straniera qualificata e rispondenti alle esigenze del mercato del lavoro italiano;
• predisporre e condividere strumenti tecnici (schede professionali, liste di lavoratori, standard formativi, ecc.) per una programmazione integrata dei flussi migratori per motivi di lavoro. Nell’ambito degli Accordi sottoscritti dalla Direzione Generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione per la programmazione e lo sviluppo di un sistema di interventi finalizzati a favorire l’integrazione sociale e l’inserimento lavorativo dei migranti regolarmente presenti in Italia, nel corso del2015sonostatipredisposti17PianiregionaliintegratieconriferimentoalProgrammadel Fondo Asilo Immigrazione e Integrazione 2014-2020.
Il Piano integrato nella Regione Abruzzo sviluppa i seguenti contenuti, articolati in tre sezioni:
✓ l’analisi del contesto regionale, “caratteristiche quali – quantitative del fenomeno migratorio e l’organizzazione del sistema dei servizi territoriali disponibili in materia di lavoro e integrazione”
✓ gli obiettivi e le azioni che la Regione intende sviluppare, evidenziando, in particolare, le forme di complementarietà attivabili con i Programmi Operativi Regionali;
✓ le azioni propedeutiche per la progettazione, strutturazione, sperimentazione del sistema dei servizi territoriali integrati
Le azioni promosse dalla regione Abruzzo sono:
–  Attivazione di un Punto regionale di coordinamento integrato in materia di servizi sociali e del lavoro rivolti ai migranti
–  Implementazione degli strumenti informativi in materia di servizi sociali e del lavoro rivolti ai migranti
OBIETTIVI :
–  Sostegno, accompagnamento e rafforzamento dei percorsi di integrazione dei migranti di recente ingresso in Italia;
–  Valorizzazione delle seconde generazioni di migranti nell’ambito sociale, culturale e sportivo;
–  Inserimento socio lavorativo dei minori stranieri non accompagnati in fase di transizione verso l’età adulta;
–  Rafforzare la rete dei servizi territoriali;
–  Prevenzione del lavoro sommerso;
–  Rafforzamento delle attitudini imprenditoriali dei soggetti che intendono avviare un’attività di impresa, autoimpiego o auto imprenditorialità;
–  Promozione della partecipazione attiva dei migranti alla vita economica, sociale e culturale;
–  Promozione della partecipazione attiva dei migranti alla vita economica, sociale e culturale anche attraverso la valorizzazione delle associazioni;
–  Servizi di informazione qualificata attraverso canali nazionali, regionali e territoriali di comunicazione;
–  Finanziamento di iniziative per l’apprendimento della lingua e cultura italiana;
–  Centri antiviolenza e case di accoglienza per le donne maltrattate;
–  formazione civico linguistica dei cittadini di Paesi terzi;
–  La via abruzzese per l’integrazione! pubblicato il 05/12/2019:
–  Evento del 03/12/2019 – presentazione dei risultati di ricerca sulla dispersione scolastica e l’inclusività;
–  Nell’ambito dell’iniziativa progettuale FAMI IMPACT “Scommettiamo sulla cittadinanza”, della Regione Abruzzo, realizzato con On The Road Società Cooperativa Sociale e l’Ufficio Scolastico Regionale è stata realizzata, una indagine conoscitiva sull’inclusione degli alunni stranieri nelle scuole abruzzesi;.
–  Progetto F.A.M.I. IMPACT: “Scommettiamo sulla cittadinanza” – Winter Camp Integrab Diventare peer educator per la promozione dell’integrazione e dell’inclusione sociale;
–  Attivati i Reilab Point nelle 4 Province abruzzesi Rete per l’inclusione il lavoro e il bene comune” – Si tratta di sportelli rivolti ai cittadini di Paesi Terzi, in cui questi ultimi possono richiedere informazioni, ottenere assistenza per potenziare e valorizzare le loro competenze ed essere guidati in un percorso di integrazione lavorativa;
–  ANCI Abruzzo REACT- Reactivating European citizenship: a network Il progetto, realizzato tra il 2017 e il 2018, ha visto protagonisti ANCI Abruzzo in qualità di Ente capofila e un nutrito partenariato di Enti e Associazioni europee. Il progetto REACT mira a creare una rete di città europee al fine di sviluppare strategie comuni per l’integrazione dei cittadini migranti e contrastare ogni forma di stigmatizzazione così come indicato nell’Agenda Europea sulla migrazione (2015). La rete è composta da 11 partner provenienti da 7 paesi europei: Italia, Francia, Belgio, Croazia, Albania, Grecia e Svezia.
CONCLUSIONI
Infine l’aspetto sociale può essere considerato elemento qualificante di ogni percorso di sviluppo, quando si afferma il giudizio di valore che un’economia non cresce soltanto attraverso il PIL (prodotto interno lordo) ma allorquando la comunità conquista condizioni di vita migliori per tutti attraverso un’indispensabile complementarità tra le politiche economiche e quelle sociali.
Fonti normative
1. I.stat al primo gennaio 2020
2. Legge 8 novembre 2000, n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali
3. L.R. 13 dicembre 2004, n. 46 Interventi a sostegno degli stranieri immigrati
4. Art. 117 Costituzione
5. D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286). Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero.
6. LEGGE 6 marzo 1998, n. 40 Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero.
7. Accordi bilaterali
8. Piano integrato 2014-2020
9. Accordo per la programmazione e lo sviluppo di un sistema di interventi finalizzati a favorire l’integrazione sociale e l’inserimento lavorativo dei migranti regolarmente presenti in Italia . regione Abruzzo -piano integrato degli interventi in materia di inserimento lavorativo e di integrazione sociale dei migranti
Sanità e Ricerca Scientifica
I
Post intervista avv. Crocetta. Dip. sanità
A volte le conferme che si sta compiendo un eccellente lavoro arrivano in modi del tutto inaspettati.
Infatti, durante l’intervista al Dott. Franco Pagano, Segretario Regionale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, questi ripercorre i principi ispiratori di Meritocrazia Italia, sintomo che gli aneliti che muovono il Popolo di Meritocrazia sono più che mai presenti, condivisi e palpitanti nei cuori degli italiani.
Il Dott. Pagano ha lodato il Sistema Sanitario Nazionale, frutto della illuminata riforma del 1978, evidenziando, però, come tale progetto sia stato continuamente sabotato dalla incompetenza dei dirigenti, nonché dalla necessità di rispondere a logiche politiche, anziché essere orientato alla concreta ed efficace tutela del diritto alla salute dei cittadini.
In poche parole: il SSN è vittima della mancanza del valore del merito.
La mancanza di merito è la principale causa di frustrazione di tutti i lavoratori del sistema sanitario, ed è la genesi della “fuga dei cervelli”, dello sperpero di denaro pubblico, del moltiplicarsi delle responsabilità sanitarie a carico delle Aziende.
Le conseguenze della mancanza di merito sono ormai sotto gli occhi di tutti.
La pandemia ha mostrato in tutta la sua drammaticità quanto negativa sia stata la scelta di affidare ad ogni Regione la competenza sanitaria, generando 20 diversi sistemi sanitari.
Infatti, la vicinanza ai bisogni dei cittadini ed alle caratteristiche di un territorio, che dovevano costituire il punto di forza del regionalismo, ha ceduto il passo agli interessi dei poteri locali che, per troppi anni, hanno anteposto al merito altri valori.
Il Dottor. Pagano ha dichiarato che: “il merito deve essere il principio trainante di tutti gli altri valori umani più alti, e non solo nel SSN, ma anche in tutti i settori operanti in Italia”. Ciò corrisponde alla scopo che si è prefissato Meritocrazia Italia, e per questo si batte quotidianamente per la realizzazione di tale sogno.

Coordinatrice Regionale Abruzzo
Micaela De Cicco



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