ETS: IMMISSIONE DI QUOTE PER LE AZIENDE IN DIFFICOLTÀ O RINVIO DEI PAGAMENTI – COMUNICATO 04.03.22

ETS: IMMISSIONE DI QUOTE PER LE AZIENDE IN DIFFICOLTÀ O RINVIO DEI PAGAMENTI – COMUNICATO 04.03.22

Continua a crescere il prezzo dei permessi di emissioni di CO2, scambiati tramite l’Emission Trading Systems (ETS), sistema creato nel 2005 dall’Unione Europea per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati.

Alle imprese appartenenti al settore industriale e d’aviazione è imposto un tetto massimo annuo (cap) per le emissioni inquinanti prodotte.
Ogni soggetto vincolato riceve ogni anno un determinato numero di quote di emissione EUA – European Unit Allowance, con obbligo di restituzione, entro il 30 aprile, delle quote corrispondenti alle emissioni prodotte nell’anno precedente. Se queste ultime sono superiori al cap assegnato, l’impresa dovrà acquistare le quote mancanti sul mercato EU ETS; viceversa potrà vendere le quote in eccedenza o accantonarle per il periodo successivo (trade).

Per semplicità, ogni impianto di generazione di energia elettrica possiede un suo coefficiente di emissione di CO2 per ogni kilowattora prodotto. Questo è particolarmente alto per le centrali a carbone e a olio combustibile, mediamente alto per le centrali a gas naturale, e molto basso o nullo per gli impianti rinnovabili e nucleari. Per questo, ogni stato dell’Unione europea incassa proventi maggiori o minori dalle vendite di quote di emissione a seconda della fonte di energia più utilizzata per la produzione di energia elettrica.

Il punto è che il prezzo dell’anidride carbonica ha subito una impennata vertiginosa. Soltanto nello scorso anno si è passati da 28 dollari a tonnellata a 65 dollari ad ottobre, e a circa 80 a fine anno.

La normativa merita un immediato ripensamento, a beneficio delle aziende produttrici e delle famiglie, che, in ultima istanza, subiscono il rincaro in bolletta.

Con diversi comunicati, Meritocrazia Italia ha già sollecitato l’attuazione di una manovra green per le imprese italiane, in uno a nuove strategie di approvvigionamento energetico di breve termine e di programmazione, assunte con capacità di indipendenza.
Servono, però, anche misure di strettissima emergenza. I sussidi a supporto delle categorie produttive sono utilissimi, ma non bastano a risolvere il problema. Né ad alleviare davvero gli affanni.

Occorre intervenire sul meccanismo di determinazione del prezzo dell’energia, perché, a queste condizioni, saranno tante le aziende che non riusciranno a comprare entro aprile tutte le quote delle quali hanno bisogno.
Meritocrazia chiede una immissione sostanziosa di quote a beneficio delle aziende in difficoltà, o, in alternativa, un rinvio di almeno 6 mesi per il pagamento di quelle mancanti.
La misura consentirebbe la sopravvivenza di tantissime aziende ormai in ginocchio senza perdere di attenzione per le prospettive di sostenibilità ambientale.



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