Il Governo intervenga sulle speculazioni a tutela del Popolo italiano –

Il Governo intervenga sulle speculazioni a tutela del Popolo italiano –

Mala tempora currunt.
Tra aggravarsi della crisi energetica e impennata continua del prezzo del gas, lo scenario all’orizzonte è sconfortante.

In piena campagna elettorale, le proposte che provengono dai diversi fronti sono le più disparate. L’unico punto fermo è il disorientamento dei cittadini, come al solito scarsamente informati e soprattutto terrorizzati dai nuovi rincari e dagli aumenti in bolletta, per parte già percepiti.
Il sacrificio è presentato, una volta di più, come un male necessario e inevitabile, sulla base della semplicistica sequenza ‘guerra in Ucraina – riduzione della fornitura di gas da parte della Russia – aumento dei prezzi’.
La verità è che l’evento bellico ancora in corso ha soltanto contribuito a esasperare un problema che ha radici in un passato non recente. Da decenni l’Europa soggiace a una condizione di dipendenza energetica, da sempre un punto di vulnerabilità sul piano delle relazioni internazionali. Si dava già atto delle storture nel calcolo del prezzo del gas con comunicato dello scorso 22 giugno.
Oggi si subiscono gli effetti dell’immobilismo e non aiuta il difetto di una politica unitaria europea.
Stupisce che, pure ora che la questione è implosa, si continui a procedere con incertezza e disordine, senza ambizioni di programmazione e gestione condivisa, senza rivendicare compattezza ed equilibrio a livello europeo.
Questo favorisce le pericolose, gravissime, pratiche speculative già in atto.

La domanda di gas è rimasta pressoché costante (se non addirittura in lieve diminuzione) da inizio anno. Dal punto di vista dell’offerta, costanti sono rimasti i flussi di approvvigionamento da Mosca (salvo contingenti momenti di crisi, dovuti agli stop temporanei del gasdotto Nord Stream 1 per problemi tecnici). Se a ciò si aggiunge che i messaggi sulle fonti di approvvigionamento alternativo, dall’Africa e dagli USA, sono sempre stati piuttosto tranquillizzanti, il valore del TTF sopra i 300 €/MWh appare immotivato e sostanzialmente scollegato dal reale mercato del gas, mostrandosi piuttosto quale frutto di sospette speculazioni.
L’anomalia nella formazione del prezzo del gas appare dunque essere proprio il TTF generato nella borsa di Amsterdam, indice fasullo di una piattaforma virtuale, che amplifica anche di 200 volte ogni riduzione dell’offerta, creando situazioni di sofferenza drammatica per consumatori ed imprese, ed allo stesso tempo opportunità di profitti smisurati per gli speculatori.
Non passano inosservati neppure gli extraprofitti delle multinazionali dell’energia, che, a fronte di un’impennata degli utili, non hanno però provveduto a versare la tassa imposta dal Governo sui guadagni (il termine per la prima tranche scadeva il 30 giugno); questo avrebbe portato nelle casse dello Stato all’incirca 10 miliardi di euro, che si sarebbero potuti utilizzare, almeno momentaneamente, anche per il contrasto alla crisi energetica.

Ma restare a osservare il mercato, aspettando che risolva da solo il problema che ha procurato, è come affrontare quello della siccità invocando la pioggia.

Tornando a reclamare un’Europa attenta alle esigenze di tutti e non solo dei più forti, Meritocrazia Italia non può che condividere la necessità di definire un ‘price cap’, ma sulla base di criteri oggettivi e abbinato a sanzioni, anche al fine di sottrarre alla Russia una pericolosa arma di ricatto. Una soluzione utile, però, soltanto con incondizionata adesione da parte di tutti i Paesi dell’Unione.
Oggi più che mai è indispensabile anche dotarsi di un serio piano energetico nazionale, che preveda un cambio radicale del mix energetico a favore delle rinnovabili e la ricerca di nuovi ed affidabili partner nelle forniture. Sono assolutamente improcrastinabili interventi decisi volti a inibire le gravi manovre speculative di varia natura e operanti a diversi livelli, peraltro facilmente tracciabili.

Non sia scelta la solita strada dei palliativi, dei bonus una tantum, inadeguati a condurre la crisi verso una risoluzione, ma si guardi alla verità e si reagisca in prospettiva di durata.

Stop war.



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