IL LAVORO FEMMINILE IN SICILIA

IL LAVORO FEMMINILE IN SICILIA

La storia della Sicilia, terra baciata dal sole e dal mare, si arricchisce fin dai tempi lontani di figure di spicco.

Andando indietro nel tempo, negli anni che vanno dal 1735 al 1847, è con la poetessa Giovanna Bisso, suor Dorotea Isabella Bellini e Giuseppina Turrisi Colonna che iniziano le battaglie per le Pari Opportunità; nel 1916 Annetta Tasca Bordonaro aprì il più grande ospedale siciliano.
Siciliane sono state le prime donne a ricoprire cariche politiche. Si ricordano Ottavia Puma, candidata alla Presidenza della Repubblica; Vittoria Giunti, prima donna sindaco; Margherita De Simone, rettore della facoltà di architettura di Palermo; Anna Finocchiaro, Ministro per le Pari Opportunità.

Eppure a tanti anni di distanza la parità di genere è ancora obiettivo non traguardato.

Oggi la politica della Regione Sicilia non si colora di rosa.
Su 391 comuni Siciliani si contano solo 29 sindache, ma nessuna di essa ricopre questo ruolo nei capoluoghi di provincia.
Come deputate, se ne contano 17 su 70.
In giunta regionale solo un assessore donna ricopre questo ruolo.
Un po’ meglio nei consigli comunali, grazie alla doppia preferenza ma i dati ci parlano di 1763 posti contro 5247.

Altre differenze sostanziali si ritrovano nelle università Siciliane.
Tra Palermo, Catania e Messina, le donne che sono a capo di dipartimenti sono solo 9 su 47.
Differenze notevoli.

Unico dato confortante nel mondo scolastico, dove le donne si sono fatte strada alla guida di istituti, ricoprendo il 72,8% quindi 553 contro 207 presidi.

Con non poca fatica, nel settore Giustizia, la donna entra nella magistratura dal 1965, con ruoli di procuratore, procuratore generale, presidente di corte d’appello. Tra Palermo, Catania, Messina e Caltanissetta.

Le conquiste sono sempre state frutto di sacrificio.
Oltre a coniugare vita privata e vita professionale, la Donna ha mostrato resistenza nelle difficoltà. Da ultimo, nel recente stato emergenziale.
Seppur maggiormente danneggiata dalla disoccupazione, riesce a riemergere inventando in associazione con altre donne laboratori artigianali che vanno alla riscoperta di antichi mestieri che erano caduti nel dimenticatoio; la si ritrova in prima linea a guida di aziende agricole innovative a salvaguardia dell’ambiente.

La Donna siciliana è da sempre combattiva, pronta a far emergere le proprie capacità produttive nonostante tutto.

Non si dimenticano le donne che ogni giorno lottano contro la mafia, le discriminazioni di genere, la disoccupazione e l’emarginazione sociale vigente soprattutto nell’entroterra.

A queste Donne va speciale attenzione.
Si auspicano aiuti mirati, come investimenti per creare scuole di formazione professionale e politica, incentivi per lo sviluppo delle imprese femminili e migliori leggi per l’affermarsi delle pari opportunità. Occorre dare nuove possibilità per realizzare e fornire maggiori competenze nell’ambito lavorativo e assicurare competitività anche al genere femminile.
Asili nido sui posto di lavoro e maggiore flessibilità negli orari di lavoro sono soltanto alcune delle misure di possibile aiuto.



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