IL SISTEMA DEI TRASPORTI

IL SISTEMA DEI TRASPORTI

Una visione d’insieme

In Piemonte vi sono ben 14.000 aziende di logistica (comprensive delle diverse sedi operative e sono l’80% PMI), per complessivi 83.146 addetti, pari al 6,1% del totale degli occupati piemontesi.
L’emergenza pandemica ha portato radicali cambiamenti nel mondo dei trasporti: da un lato, il quello collettivo vive grandi difficoltà, con cali di fatturato superiori al 70%, e dall’altro, l’export piemontese solo nel primo semestre del 2021 si è attestato a 24 miliardi di euro, registrando complessivamente un aumento del 29,5% rispetto all’analogo periodo del 2020 e una crescita del 2% rispetto al primo semestre del 2019. Le potenzialità della logistica digitale e, in primis, dell’e-commerce a supporto dell’export hanno avuto un ruolo decisivo nel contenere il crollo degli scambi commerciali tradizionali e svolto un ruolo di traino dell’economia piemontese ed italiana.
Senz’altro, in questa situazione di crisi e di profondi cambiamenti, anche dettati dalle nuove modalità di lavoro agile o ‘smart’, è richiesto di ripensare a forme di mobilità e di trasporto più sostenibili e interconnesse, e di rispondere ai non nuovi, ma certamente impellenti, obiettivi di mobilità sostenibile e intelligente, in sinergia con gli ambiziosi obiettivi in materia di clima, di compatibilità energetica e di innovazione tecnologica.
Gli strumenti della governance regionale sono il Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti e il Documento Strategico Unitario (DSU) della Regione Piemonte per la programmazione dei fondi europei 2021-2027. Il Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti (PRMT) approvato dal Consiglio regionale con Deliberazione 16 gennaio 2018, n. 256-2458 è in linea con le linee guida di programmazione europea.
Il PRMT fissa gli obiettivi al 2020, 2030 e 2050 con lo scopo di aumentare il grado di responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti nel processo decisionale per perseguire la sicurezza dei cittadini, l’accessibilità, l’efficacia, l’efficienza, l’attenzione agli impatti energetici e ambientali ed il sostegno delle imprese.
Con il Documento Strategico Unitario 2021-2027 invece, approvato nel mese di luglio 2021, la Regione individua nell’OP (Obiettivo di Policy) 3 l’obiettivo di sviluppare una mobilità locale, regionale e nazionale intelligente, intermodale e quindi resiliente ai cambiamenti climatici e in linea col concetto di sostenibilità.
In questa direzione, un’attenzione particolare merita la filiera dell’automotive e della produzione di nuovi mezzi di trasporto, con particolare riguardo al trasporto urbano, che richiede misure straordinarie di sostegno per garantire sicurezza e distanziamento sui mezzi. Per la rete di trasporto locale è essenziale sviluppare l’intermodalità, al fine di favorire l’integrazione tra mezzi e servizi e la connessione tra aree periferiche con la mobilità cittadina.
Nel DSU 2021-2027, nel quadro della mobilità sostenibile, il Piemonte individua una risposta parziale, rivolta soprattutto alla copertura del c.d. ultimo miglio; sarà anche fornita da una maggiore offerta di micromobilità, attraverso la diffusione di mezzi elettrici in sharing (biciclette, monopattini, ciclomotori, microcar) e lo sviluppo delle reti ciclabili urbane e peri-urbane. Sarà importante non solo sostenere la diffusione di sistemi di trasporto meno inquinanti, ma anche supportare l’orientamento della domanda di mobilità verso soluzioni collettive, condivise e in generale meno impattanti dal punto di vista ambientale, facendo leva sull’uso di tecnologie di acquisizione e diffusione di dati e informazioni, di supporto alle decisioni e in generale digitali, in grado di abilitare paradigmi innovativi quali il c.d. ‘MaaS – mobility as a service’ (servizi di mobilità delle persone e trasporto merci, basati su tecnologie abilitanti ICT, efficienti, adattivi e use-centrici) e di migliorare la gestione dei flussi di mobilità e trasporto di merci e persone in ottica di riduzione del traffico e dei tempi di percorrenza.
La mobilità sostenibile ricomprende il tema della ciclabilità: le politiche di incentivo a questa modalità di trasporto richiedono, oltre a adeguamenti infrastrutturali, anche interventi nel campo dei servizi, dell’arredo urbano, dell’intermodalità (bici/TPL)13F.
Sul tema del rinnovo verde del parco materiale rotabile, oggi non compatibile con i criteri ambientali ed energetici tanto per i servizi su gomma che per quelli su ferro, è necessario pensare non solo a linee finanziarie dedicate a innovazioni tecnologiche, quali la motorizzazione elettrica pura e l’idrogeno, secondo le indicazioni comunitarie, ma ad acquisti a noleggio che consentirebbero forme di risparmio dei costi di acquisto del materiale, maggiore sostituzione dei mezzi in tempi più brevi e soprattutto una programmazione di lungo periodo su base non solo regionale, ma anche statale.
Inoltre, è necessario assicurare qualità e sicurezza della rete ferroviaria, della rete metropolitana e del parco circolante. Il trasporto metropolitano è oggi leva primaria in grado di garantire al contempo trasporti veloci, miglioramento dell’arredo urbano, qualità dell’aria, città più smart e veloci. L’implementazione delle linee della metropolitana e dei parcheggi di interscambio deve essere prioritaria nel campo degli investimenti nel trasporto pubblico.
Pianificare trasporti adeguati alle nuove esigenze richiede strumenti adeguati a fronteggiare, in una logica di anticipazione e non di emergenza, in una logica innovativa e green, le nuove esigenze di cittadini e imprese. Richiede altresì una programmazione a 360 gradi, grazie a investimenti in trasporti ferroviari, metropolitani, in parcheggi di interconnessione con strade e autostrade e in trasporti pubblici e privati interconnessi, veloci e sicuri, ai quali devono far seguito gli investimenti del c.d. ultimo miglio.
Attenzione merita anche il mondo universitario: diversi atenei italiani stanno concludendo accordi per lo sviluppo congiunto di progetti legati alla produzione e allo stoccaggio di idrogeno. Un esempio è quello dell’accordo di cooperazione stipulato tra Università degli studi di Torino e Politecnico: partendo dalle esperienze di ricerca dei singoli istituti (entrambi stanno lavorando su progetti innovativi di energy storage), si sono costituiti gruppi di lavoro trasversali ed è stato sviluppato un protocollo di azione congiunta sulle tematiche legate all’idrogeno. In particolare, tale collaborazione intende fornire a Regione Piemonte e Comune di Torino un supporto per la costituzione del Polo nazionale per la ricerca sull’idrogeno a cui aderiscono, oltre i due Atenei piemontesi, anche diverse Istituzioni ed Aziende.
Si rileva, per ultimo, un vanto legato alla produzione di autobus elettrici per il Trasporto Pubblico Locale, ora venduti a Parigi: Iveco Bus (gruppo Cnh Industrial) ha ottenuto un’importante commessa dall’ente dei trasporti parigino Ile-de-France Mobilités e dall’operatore dei trasporti pubblici Ratp.
Ci si auspica che siano sempre più forti le sinergie pubblico-privato: oggi questa collaborazione nei servizi di TPL (Trasporto Pubblico Locale) si limita nella maggioranza dei casi alla mera esecuzione di servizi in sub-affidamento nei territori.
Occorre migliorare il trasporto collettivo incentivando:
– le aziende virtuose, per offrire un servizio di trasporto ai propri dipendenti, (che attualmente assorbono il costo a loro totale carico) e di condivisione del servizio tra più aziende.
– le associazioni che promuovono il sano movimento dei cittadini introducendo servizi di pedibus, ciclobus o altre soluzioni non solo per spostarsi in città, ma anche per favorire sport e divertimento nelle campagne e montagne piemontesi.
Per le scuole e le Università siano pianificati servizi di trasporto collettivo.
Data l’esperienza pilota di città come Bolzano, Bologna e Genova, dove già circolano autobus ad idrogeno, ci si augura che anche il comune di Torino provveda a utilizzare i fondi stanziati dal PNRR per provvedere all’acquisto di autobus alimentati a idrogeno.
Per quanto riguarda il MaaS, tenuto conto delle caratteristiche dei territori e della presenza di vaste aree che richiedono servizi a bassa intensità (territori montani e periurbani, zone artigianali e industriali), l’utilizzo di aziende private (anche trasporto pubblico non di linea: taxi e noleggio auto e bus) in co-affidamento potrebbe rappresentare la soluzione migliore in termini di qualità, costi, flessibilità. Per questa specifica circostanza occorre valutare la semplificazione delle procedure di affidamento che, garantendo legalità e trasparenza nella assegnazione degli appalti, favoriscano forme di co-progettazione e co-gestione dei trasporti, come già accade nel terzo settore.



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