INCLUSIONE E SOSTEBILITÀ PER LO SVILUPPO ECONOMICO

INCLUSIONE E SOSTEBILITÀ PER LO SVILUPPO ECONOMICO

Prospettive per le PMI

Secondo l’ONU, entro il 2030 il 60% degli 8 miliardi di abitanti del pianeta vivranno nelle città.
Saranno dunque le città i luoghi deputati ad affrontare le grandi sfide economiche, politiche, sociali ed ambientali poste dall’attuale scenario globale, di recessione economica, disoccupazione, mancate inclusione e coesione sociale, migrazioni, cambiamenti climatici, consumo incontrollato di suolo e risorse naturali.

Per affrontare tali sfide, l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile composta dalle Nazioni Unite prevede, tra gli altri Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, l’SDG 11 «Make cities inclusive, safe, resilient and sustainable».
Si punta alla trasformazione dei centri urbani in città sostenibili attraverso la garanzia di accesso per tutti ad alloggi, servizi basilari e mezzi di trasporto adeguati, economici e sicuri, a beneficio soprattutto per le persone più vulnerabili. Le città del futuro dovranno essere green, a minor impatto negativo sull’ambiente, con potenziamento delle aree verdi e degli spazi pubblici sicuri e inclusivi. Attenzione particolare dovrà essere rivolta alle periferie.

In esecuzione, con il decreto dello scorso 7 ottobre, sono state approvate 159 proposte di progetti di rigenerazione urbana e di edilizia residenziale pubblica presentate da Regioni, Comuni e Città Metropolitane, per un valore complessivo di 2,82 miliardi di euro, per attuare il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare.
Tale somma va ad aggiungersi agli 800 milioni di euro già destinati negli anni passati e dovrebbe servire, negli auspici, a ridurre il disagio abitativo aumentando il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, a rigenerare il tessuto socioeconomico dei centri urbani, a migliorare la sicurezza di spazi e luoghi degradati localizzati, prevalentemente, nelle periferie.

Il 40% dei fondi è stato destinato a progetti da realizzare nelle Regioni del Mezzogiorno.

I progetti che beneficeranno dei finanziamenti sono stati selezionati nei mesi scorsi dall’Alta Commissione per l’attuazione del programma sulla base di indicatori di impatto ambientale, sociale, culturale, economico finanziario e tecnologico.
I piani devo essere resi fruibili entro il 31 marzo 2026.

Si scorge la concreta possibilità di dare attuazione a progetti di recupero, bonifica, ricostruzione/ristrutturazione, vendita/affitto, attraverso percorsi cooperativi di rigenerazione e recupero di aree dismesse/periferiche e interventi sostenibili dal punto di vista economico-finanziario.

Per le imprese, la Green Economy potrà rappresentare un’importante opportunità, a patto, però, che si mostrino fattivamente disposte a modificare radicalmente le modalità del ‘fare impresa’. Saranno chiamate a ‘produrre per l’ambiente’ e non più a ‘prendere dall’ambiente’: dovranno vivere le risorse naturali come opportunità e non solo come vincolo e proporre nuove tecniche per processi produttivi eco efficienti ed eco innovativi

L’auspicio è che le imprese italiane sappiano cogliere tale opportunità di rilancio economico sostenibile e di reale coesione sociale. Ma, perché l’occasione non sia persa, è necessario che siano messe nell’effettiva possibilità di farlo.



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