INCLUSIONE SOCIALE IN VENETO: ECCELLENZA DI PROGETTAZIONE

INCLUSIONE SOCIALE IN VENETO: ECCELLENZA DI PROGETTAZIONE

Se l’inclusione sociale, oltre a rappresentare la missione n. 5 del PNRR, appartiene già al piano regionale del tuo territorio, allora tempesitività di programmazione e eccellenza inclusiva si fondono.
In questo modo si potrebbe brevemente commentare l’azione della Regione del Veneto, che ha posto in attuazione le Azioni Integrative Territoriali che seguono il Piano di Sviluppo e Coesione di cui alla l. n. 58 del 2019.
In realtà il Veneto si era già distinto per aver creato occasione di accesso al mondo del lavoro attraverso percorsi di formazione e qualificazione professionale, a favore delle persone svantaggiate già con i bandi Neet, ampliando il dialogo tra il mondo del lavoro e le opportunità rivolte effettivamente a tutti.

Oggi le Azioni Integrate di Coesione Territoriale (AICT) rappresentano uno strumento trasversalmente e concretamente perseguibile, attraverso bandi destinasti esclusivamente a coloro che affetti da disAbilità accedano con difficoltà o proprio non accedano ai bandi ordinari, che siano disoccupati ma che accomunino la condizione di fragilità e siano a rischio effettivo di esclusione sociale.
Queste le caratteristiche comuni delle Azioni di intervento:
– unicità di scopo: aumentare la percentuale di occupazione di coloro che – svantaggiati – a oggi si trovino in uno stato di non accesso all’occupazione;
– molteplicità di modalità: l’attuazione di tali azioni è programmata attraverso la creazione di progetti proposti da Enti che siano accreditati sia in ambito lavorativo che in ambito formativo. Quanto ai primi, possono aggregarsi a tale scopo enti locali, cooperative e consorzi, imprese o reti di impresa, aziende che siano afferenti il Servizio Sanitario Regionale costruendo e così conseguentemente proponendo percorsi su misura realizzate per le diverse tipologie di destinatari. Le azioni sono rivolte a percorsi individuali o di gruppo e possono altresì individuare nuove modalità innovative.
– realizzazione diversificata: i diversi processi formativi sono volti ad aumentare le chance degli svantaggiati. Per questo motivo i progetti potranno spaziare dal mero orientamento e individuazione di un percorso, alla formazione e ai tirocini effettivi all’interno degli Enti che se ne saranno fatti promotori e partner. La modalità di acquisizione potrà e dovrà essere diversificata al fine di condurre le diverse disAbilità al conseguimento del medesimo obiettivo: il raggiungimento di competenze di base ed avanzate per l’immissione nel mondo del lavoro;
– tutela comune e condivisa: l’avvantaggiarsi di tali strumenti deve permettere e conseguire l’obiettivo che il numero degli svantaggiati esclusi dal mondo del lavoro in un prossimo ed immediato futuro, si riduca, permettendo ad una percentuale maggiore l’effettiva inclusione.
I progetti a oggi già approvati si caratterizzano per la molteplicità degli Enti di promozione ed anche per la diversa ed eterogenea ubicazione dei territori. Comune invece il partner capofila, le AUSLL, che confermano essere nel territorio veneto punto di riferimento non solo sanitario ma anche di formazione trasversale dei progetti di inclusione decentrati già individuati con la riforma del SSN nel 1999.

Ma, se si deve parlare di progetti di inclusione sociale e pari opportunità, merita sicuro rilievo la recentissima pubblicazione dell’approvazione del Programma annuale di attività 2021 – Interventi di inclusione sociale, la rimozione delle barriere alla comunicazione e il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni tattile.
Il provvedimento mette a disposizione 200.000,00 euro da ripartire tra le scuole che abbiano presentato progetti finalizzati a favorire la migliore inclusione degli alunni con disabilità sensoriale.
I progetti per la Lis tattile e la prevenzione e la cura del deficit uditivo e la diffusione di ogni altra tecnologia volta a favorire un ambiente accessibile anche ai nuclei familiari hanno già visto la partecipazione e l’approvazione dei percorsi inclusivi di ben sette istituti appartenenti a tutto il territorio veneto (Noale, Padova, Treviso, Rovigo, Verona provincia, Vicenza provincia). Questi progetti hanno la particolarità di accomunare non solo i soggetti affetti da disabilità, ma anche i loro familiari, affinché il percorso formativo e di sostegno possa rappresentare un momento comune di condivisione ed implementazione degli strumenti, che se conosciuti e condivisi porteranno sicuramente a migliori e più lontani obiettivi.
Del resto, la miglior inclusione sociale non deriva esclusivamente dalla programmazione e attuazione dei diversi progetti, ma principalmente dalla formazione ed educazione all’inclusione sociale, scolastica ed educativa dei più giovani che nasce in ambito formativo e scolastico. Perché le diverse esperienze concrete di ciascun alunno servono a costruire il percorso formativo del mondo del futuro.
Meritocrazia Italia Veneto non può che dare voce a tali iniziative allo scopo di rappresentare una ‘cassa di risonanza’ e magari incentivare la progettazione e partecipazione, a favore di tutti coloro tra partner e destinatari che possano essere coinvolti ed inclusi in tali progetti.
Perché se la conoscenza del diversamente abile è percorso umano, la sua inclusione è dovere sociale ed etico di una società civile.



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