Intermediazione pubblica nelle locazioni private: equità sociale non vuol dire forzoso livellamento economico

Intermediazione pubblica nelle locazioni private: equità sociale non vuol dire forzoso livellamento economico

Tra le proposte caldeggiate da alcune correnti politiche in questi giorni vi è quella di avviare politiche di intermediazione pubblica per recuperare al mercato degli affitti medi e lunghi una parte del patrimonio privato sfitto, per aumentare la disponibilità di alloggi a canone calmierato, a beneficio di chi non ha i requisiti per accedere alle case popolari ma neppure riesce a sostenere i costi del mercato delle locazioni.

Non sono chiare le idee di sviluppo.
L’istituzione di organismi pubblici di supporto nel collegamento tra domanda e offerta, per la migliore gestione delle necessità, potrebbe certamente portare delle utilità e agevolare la soluzione di situazioni di difficoltà.
Per come impostata, però la questione sembra sottendere la malcelata intenzione di indurre la locazione forzosa di immobili diversi dalla prima casa e non in uso. Letta così, la proposta suscita non poche perplessità.

Non si esclude l’astratta possibilità di intervenire sul mercato delle locazioni per regolarne i costi, favorirne l’accessibilità ed evitare approfittamenti antisolidali e condotte elusive.
Ma l’equità sociale non si persegue attraverso il forzoso livellamento economico, né per le vie della compressione dei diritti individuali. Non si persegue neppure imponendo vincoli ulteriori alle fasce sociali di medio reddito, quelle maggiormente interessante, che si accompagnerebbero a un sistema di tassazione sugli immobili di proprietà già particolarmente gravoso.
L’equità sociale si realizza costruendo opportunità di benessere, consentendo a tutti di ottimizzare le proprie risorse.

Per questo, per risolvere un problema che esiste e che merita risposta, Meritocrazia Italia reputa indispensabile:
– introdurre sistemi di garanzia statale a beneficio di conduttori in condizione economica di difficoltà o instabile, per evitare che i proprietari rinuncino alla concessione in locazione a causa del timore di insolvenza (a fronte comunque del pagamento delle tasse imposte);
– favorire il recupero e la riqualificazione di immobili diversi dalla prima casa, a beneficio anche del decoro dei centri storici e dei piccoli borghi;
– puntare sul recupero delle migliaia di immobili demaniali in stato di abbandono e fatiscenza, dismessi o abusivamente occupati, da destinare anche ad alloggi a prezzo calmierato;
– rilanciare l’edilizia pubblica residenziale, con la realizzazione di nuove strutture maggiormente sostenibili.

Ogni intervento pubblico sia proiettato alla realizzazione delle massime utilità per tutti i cittadini, con il minore sacrificio per le libertà dei singoli e il miglior impegno delle risorse destinate alla collettività.

Stop war.



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