LE RISORSE IDRICHE DELLA BASILICATA
L’acqua è un bene comune ed un diritto universale e come tale va tutelato.
Info e Storia
La Basilicata, per sua fortuna, è una delle poche regioni dell’Italia Meridionale a disporre di una notevole quantità di risorse idriche, grazie alla presenza dei numerosi fiumi.
Il sistema idrico lucano è costituito da cinque principali fiumi: Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni, che si sviluppano da est verso ovest, sfociano nel mar Jonio e i cui bacini si estendono su circa il 70% del territorio regionale.
La restante parte della Regione è interessata, a nord, dal bacino del fiume Ofanto, che sfocia nel mar Adriatico e, a sud e a sud-est, dai bacini dei fiumi Sele e Noce, con foce nel mar Tirreno.
Inoltre, ad arricchire la rete della Regione sono corsi d’acqua minori e numerose sorgenti.
L’insieme della rete idrica fa registrare un dato veramente importante, pari a 1 miliardo di metri cubi all’anno.
Ma come viene utilizzato e distribuito questo bene prezioso all’intero territorio?
Anzitutto mediante grandi opere idrauliche: dighe, opere di captazione di sorgenti e falde, reti di adduzione e distribuzione, impianti di sollevamento e potabilizzazione.
L’intero sistema di raccolta e infrastrutturale della Basilicata fu concepito e sviluppato negli anni ’50 e ’60 con il chiaro intento di fungere da valorizzatore dell’agricoltura chiaramente emergente in quegli anni. Successivamente l’ambito è stato potenziato e arricchito per rendere emancipata questa Regione anche dal punto di vista industriale e civile.
Non sono mancati, tuttavia, segnali critici legati alla modifica morfologica del territorio a seguito degli sbarramenti dei principali corsi d’acqua. La stessa realizzazione di alcuni invasi o altre opere infrastrutturali direttamente connesse ha generato non poche difficoltà in un territorio soggetto a movimenti franosi e alluvioni, nonché ai fenomeni di arretramento costiero dovuti alla variazione del trasporto solido, che hanno colpito aree ad alta vocazione turistica ed agricola con evidenti ripercussioni sull’economia locale.
Acqua 2.0 e PNRR
Le azioni e le scelte dei soggetti, pubblici e privati, che operano nell’ambito del sistema idrico italiano non possono più prescindere dal tema della sostenibilità ambientale. Il tema della misura e del monitoraggio diviene altro elemento fondante in questa azione di modernizzazione del settore; per un rapido intervento una volta identificata la dispersione ma allo stesso tempo per catalogarne l’utilizzo: civile, industriale e irriguo.
Di grande rilievo e di opportuna applicazione è il dal decreto riconducibile alla Missione 2 – Componente 4 del PNRR, denominata «investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche».
Piano di grande portata con cui si affronta in maniera strutturale il problema atavico delle diverse emergenze di acqua in agricoltura connesse ai cambiamenti cimatici, e che contribuisce al rilancio dell’economia in un’ottica di miglioramento della sostenibilità delle filiere produttive.
L’innovazione dei servizi irrigui «è la chiave di volta per coniugare tutela ambientale e competitività nel comparto agroalimentare su di un mercato sempre più globalizzato».
Alla definizione della lista dei progetti accettabili si è giunti attraverso un processo selettivo portato a termine grazie a una piattaforma informatica gestita dal Ministero tramite il Centro per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria che ha coinvolto gli Enti preposti, Autorità di distretto, Regioni e Province autonome.
Le idee selezionate saranno a breve scadenza sottoposte al controllo degli Uffici ministeriali per la verifica delle condizioni di finanziabilità ai termini di Legge.
Tre i progetti ammissibili per la Basilicata presentanti dal Consorzio di Bonifica Basilicata: € 9.970.358,58 per miglioramento efficienza funzionale reti distribuzione irrigua finalizzato al risparmio idrico; € 24.352.086,21 per adeguamento migliorativo canali irrigui consortili e ripristino tenuta capacità vettoriamento canali irrigui Agri; € 8.338.73,04 per completamento adduttore Missanello.
Il Ministero ha approvato anche la classifica dei progetti definitivi accoglibili a sovvenzionamento, inerente il PNRR, a condizione che risultino risorse monetarie a disposizione.
Conclusioni
Recentemente a Potenza è stato nominato il nuovo amministratore unico di Acquedotto Lucano, il quale ha ribadito quanto sia importante riuscire a ben collocare i finanziamenti ottenuti, che serviranno di portare a casa l’ammodernamento delle Reti che è essenziale per il servizio idrico integrato, così come i sistemi di depurazione e di scarico nel sistema fognario. La progettazione degli interventi è l’obiettivo primario. Le tempistiche del PNRR sono molto strette e occorre far leva su strutture organizzate che permettano di lavorare con tranquillità.
Sulla base di quanto dichiarato dal nuovo amministratore, non resta che essere fiduciosi ed augurarsi che la pioggia di investimenti possa realmente servire a risolvere l’annoso problema legato a un settore perennemente in deficit, che accusa il colpo della cattiva gestione degli ultimi decenni che ha portato ad un innalzamento dei costi di energia e di personale oltre alla dispersione quale cancro dell’ambito.
Tra i principali obiettivi da perseguire grazie ai fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza c’è proprio quello di ridurre l’elevato livello di dispersione delle risorse idriche e concentrarsi soprattutto nei servizi di depurazione e di fognatura, oggetto di infrazioni europee, seguiti dal servizio di distribuzione di acqua e gestione integrata.
FONTI
Sassilive.it
consiglio.basilicata.it
www.energiamedia.it