L’EDILIZIA GIUDIZIARIA A PERUGIA

L’EDILIZIA GIUDIZIARIA A PERUGIA

Affrontare l’emergenza, in attesa della Cittadella

Ad alcuni dei tanti problemi della Giustizia italiana si potrebbe facilmente ovviare, almeno in attesa di soluzioni definitive.

Uno dei profili che meritano prioritaria attenzione è quello dell’edilizia giudiziaria: si tratta di una questione che, ad uno sguardo superficiale, potrebbe apparire banale, marginale, puramente estetica rispetto ad altre; in fondo, che importanza può avere il luogo in cui si celebra un processo di fronte al problema della prescrizione, della lunga durata dei processi, delle intercettazioni, della tutela dei diritti, in una parola dell’amministrazione della Giustizia?

La realtà è ben diversa e l’adeguatezza degli edifici in cui si amministra la Giustizia non è questione da poco.

Un Tribunale strutturalmente adeguato è in grado di garantire un maggiore rispetto ai diritti e alla dignità delle persone coinvolte in un procedimento, partendo dalle piccole cose, come la possibilità di attendere il proprio turno in relativa riservatezza e comodità, senza sottoporre le parti private e i loro difensori ad estenuanti attese lungo un corridoio, in piedi ed esposti alla curiosità di chi si trovi a passare; significa non dover far transitare i detenuti, magari in manette, in un corridoio pubblico, in mezzo agli altri utenti del Tribunale con gravi rischi per la sicurezza di tutti e per la dignità degli imputati; significa predisporre locali adeguati dove far attendere i bambini ed i ragazzi in attesa di essere ascoltati dal Giudice o in attesa di essere chiamati per un procedimento che li riguarda di fronte al Tribunale per i Minorenni. In breve, significa garantire e tutelare la serenità e la dignità di coloro che, per una ragione o per un’altra, si trovino a varcare quel portone.

Un palazzo di Giustizia adeguato significa, inoltre, stanze, aule ed uffici salubri e confortevoli dove magistrati, cancellieri ed avvocati (che in quei locali trascorrono varie ore ogni giorno) possano prestare la propria opera nella maniera migliore.

L’edilizia giudiziaria rappresenta una componente essenziale per il buon funzionamento della Giustizia.

La particolare situazione del foro perugino è piuttosto complessa. Si contano uffici sparsi in vari punti della città, e questo rischia spesso di pregiudicare il sereno e proficuo svolgimento dell’attività dei professionisti della vita forense, magistrati o avvocati, e dei singoli utenti che, volenti o nolenti, si ritrovano a dover frequentare il tribunale.

A differenza di quanto accade in altri Fori, a Perugia non è mai stata realizzata la tanto agognata “cittadella giudiziaria”, con la conseguenza che le differenti Corti sono state distribuite in varie parti della città, a volte distanti tra di loro alcuni chilometri, e, sebbene le distanze di Perugia non siano paragonabili a quelle di altre grandi città, i pochi chilometri che separano la sezione Penale del Tribunale dall’Ufficio esecuzione penale esterna oppure dalla sezione Civile (per non parlare della Sezione Civile Ruolo ex Sezioni Distaccate attualmente collocata a Balanzano) o dal Tribunale per i Minorenni sono più che sufficienti a mettere gli avvocati, spesso impegnati nella stessa giornata in differenti udienze di fronte a differenti giudici, in seria difficoltà.

Oggi, in piena emergenza COVID, la situazione è ancora più grave, dato che molte aule del Tribunale Penale di via XIV Settembre, essendo prive di finestre, non sono idonee per garantire il regolare e sicuro svolgimento delle udienze. La questione venne sollevata già un anno fa, quando venne evidenziato che al Tribunale Penale di Perugia era agibile una sola aula, mentre per le altre si era in attesa del parere favorevole della ASL in quanto gli impianti di areazione non risultavano a norma; a ciò deve aggiungersi che molte aule sono interrate e senza finestre, mentre i corridoi, ad esempio quelli al di fuori dalle porte delle aule A e B, sono spesso adibiti a sale di attesa in cui, soprattutto prima dell’emergenza COVID, si trovavano a stazionare anche più di 40 persone con tutti i disagi del caso.
In altre occasioni si è assistito all’allagamento delle aule del seminterrato e, persino, al crollo di un controsoffitto di un’aula, fortunatamente durante la notte e quindi senza gravi conseguenze.

Se Atene piange, Sparta non ride, ed anche le Sezioni Civili del Tribunale devono fare i conti con una struttura non adeguata, con aule collocate nel sottotetto del Palazzo delle Poste e corridoi strettissimi in cui è molto difficile evitare assembramenti.

Come si può affrontare questa situazione?

In fase emergenziale, una prima soluzione potrebbe essere quella di utilizzare l’Aula degli Affreschi a palazzo del Capitano del Popolo, ma, da un lato, non bisogna dimenticare che questa Aula deve soddisfare anche le esigenze della Corte d’Appello (che utilizza l’aula per le udienze che non si possono celebrare nella Goretti o che hanno bisogno delle dotazioni per i processi da tenere da remoto), dall’altro, non si può trascurare l’effettiva difficoltà degli avvocati che si potrebbero trovare a dovere gestire la distanza tra le due aule.

In alternativa, si potrebbe tamponare sfruttando spazi oggi inutilizzati a causa della pandemia come, ad esempio, le aule dell’Università per stranieri collocata proprio nei pressi del Tribunale penale. Ma, per ovvie ragioni, una simile soluzione non può che essere temporanea.

In questo modo sarebbe, infatti, possibile far fronte all’attuale emergenza pandemica e tornare a celebrare al più presto le udienze in presenza, in maniera dignitosa e sicura nell’attesa che si realizzi il progetto di creare una sede unica (la cittadella giudiziaria) ove ospitare tutti gli uffici giudiziari.

Certo si potrebbe sostenere che non è questo il momento giusto per tirar fuori nuovamente il progetto della cittadella.
Ma, se non ora, quando?
Il problema è sotto gli occhi di tutti. Ed è evidente quanto sia reale e concreto.
Non si può continuare a procrastinare un intervento urgente e necessario.

Proprio per tale ragione, è necessario imprimere una spinta decisiva al progetto di riqualificazione dell’ex carcere di piazza Partigiani. E’ arrivato il momento di farsi parte attiva e propositiva per avviare i lavori, anche utilizzando i fondi che il Recovery Plan ha previsto per l’edilizia giudiziaria.

Il progetto, partito alcuni anni fa ha visto marcare un primo importante punto a maggio 2018, quando è stato firmato il protocollo per la costruzione entro cinque anni, ma i cambi di governo, hanno rallentato il cammino.

Non è più il momento di tergiversare tenendo anche conto che, già nel 2016, era stato evidenziato come, trasferendo tutti gli uffici giudiziari nell’ex carcere si risparmierebbero quasi 3000 euro al giorno di affitti.
In questa prospettiva fa ben sperare la risposta data dall’attuale ministro della Giustizia,  in Commissione Giustizia del Senato, che ha spiegato che, per quanto riguarda le cittadelle della giustizia, “gli interventi previsti che rientrano nel Recovery dal punto di vista dell’edilizia sono Benevento, Bergamo, Latina, Monza, Perugia, Trani, Velletri, Roma, Venezia, Reggio Calabria, Napoli, Bologna, Genova, Milano, Torino, Bari, con i problemi notevoli che abbiamo, Cagliari, Messina, Palermo e Firenze”, per un totale di 420 milioni con il Recovery, che si aggiungono ad altri fondi già stanziati.

 

 

 

 

FONTI

Giustizia e Fase 2, a Perugia per i processi penali agibili solo due aule. E una è in multiproprietà (ilmessaggero.it)

Tribunale di Perugia, crolla parte del controsoffitto in una delle aule: piano inagibile (perugiatoday.it)

Perugia, tutti i giudici nell’ex carcere di piazza Partigiani: solo per l’affitto si risparmiano 2.882 euro al giorno // Umbria24.it

Cittadella giudiziaria Perugia sarà finanziata con Recovery – Umbria – ANSA.it

 



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