L’INCOSTITUZIONALITA’ CHE TI ASPETTAVI – COMUNICATO 12.02.2020

L’INCOSTITUZIONALITA’ CHE TI ASPETTAVI – COMUNICATO 12.02.2020

Tanto tuonò che piovve.

Queste le prime considerazioni a caldo di Meritocrazia Italia sull’attesa pronuncia di incostituzionalità oggi adottata dalla Corte Costituzionale, all’esito della propria camera di consiglio.

Il Giudice delle leggi ha, infatti, sancito come

“l’applicazione retroattiva di una disciplina che comporta una radicale trasformazione della natura della pena e della sua incidenza sulla libertà personale, rispetto a quella prevista al momento del reato, è incompatibile con il principio di legalità delle pene, sancito dall’articolo 25, secondo comma, della Costituzione”,

di fatto censurando l’operato della Legge manifesto pentastellato, che ha esteso ai reati contro la pubblica amministrazione le preclusioni previste dall’articolo 4 bis dell’Ordinamento penitenziario rispetto alla concessione dei benefici e delle misure alternative alla detenzione.

Ma, come anticipato, l’intervento correttivo era nell’aria, siccome preannunciato dall’incredibile dichiarazione a sorpresa della stessa Avvocatura dello Stato, deputata alla rappresentanza governativa, la quale, nell’udienza di ieri, aveva spiazzato tutti allineandosi alle posizioni dell’accusa e contestando la retroattività del provvedimento, relativamente alla concessione dei benefici penitenziari, con la chiosa di non sentirsi “controparte rispetto ai colleghi difensori, perché lo Stato di diritto dev’essere un riferimento per tutti gli operatori del diritto».

Ed allora, nonostante la censura costituzionale si riferisca, in particolare, alla “mancanza di una disciplina transitoria che impedisca l’applicazione delle nuove norme ai condannati per un reato commesso prima dell’entrata in vigore della legge n. 3/2019″, appare evidente l’eco politico di una siffatta bocciatura, che denota l’inapplicabilità del giustizialismo “fai da te” di matrice populista e la necessità del definitivo abbandono di insensate logiche di contrapposizione figlie dell’agone politico tra blocchi contrapposti, in nome di una imprescindibile cooperazione tra gli operatori qualificati del settore, a beneficio esclusivo del sistema Paese.

L’auspicio di Meritocrazia, dunque, è che tale intervento reprensivo del baluardo costituzionale possa fungere da monito per le prossime imminenti decisioni involgenti il sistema giustizia, perché ogni produzione legislativa torni ad essere espressione di competenza normativa e sintesi di una corretta dialettica professionale, politica ed istituzionale, che sappia porsi all’ascolto dei validi contributi da chiunque provenienti, perché la sconfitta dello Stato è una sconfitta di tutti.



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