LO STATO AIUTI L’IMPRESA – COMUNICATO 16.09.21

LO STATO AIUTI L’IMPRESA – COMUNICATO 16.09.21

Garantire una migliore inclusione finanziaria è passaggio essenziale per realizzare il progetto di transizione verso un benessere reale e sostenibile. E invece, allo stato, non si riscontra equità nella distribuzione delle opportunità di accesso al credito, specie per privati e imprese.

Non sembra risolutiva l’attivazione di un servizio gratuito per tutti i cittadini che abbiano difficoltà di accesso alla moratoria di un mutuo o ad un finanziamento, da ultimo annunciata dalla Commissione di Inchiesta ministeriale e che consentirebbe di effettuare una segnalazione analizzata e controllata dalla Guardia di Finanza per valutare la sussistenza dei requisiti necessari. Lo scopo dichiarato è quello di rendere più accessibile la richiesta di credito o la moratoria sui mutui, prorogata dal Decreto sostegni Bis solo sulla rata di capitale. Ma, a conti fatti, si tratterebbe di null’altro che di una richiesta di accertamento nei propri confronti.

In linea con quanto già espresso sul punto nei precedenti comunicati, nella mozione congressuale approvata e nella esitata riforma denominata “Codice Fiscale”, Meritocrazia Italia reputa essenziale:

– l’introduzione del merito qualitativo nell’accesso al credito, con prestiti e finanziamenti coperti totalmente dalla garanzia dello Stato per tutti coloro (imprese e privati) che intendono convertire le proprie attività̀ colpite dalla crisi o che intendono avviare nuove iniziative imprenditoriali in settori a principale prospettiva di crescita, con simultanea previsione di un sistema di monitoraggio, verifica e controllo da parte dell’ente finanziatore;

– la sospensione delle segnalazioni alla banca dati del CRIF che impediscono alle imprese di poter nuovamente ricorrere a qualsiasi tipologia di finanziamento senza distinzione del tipo di crisi d’impresa;

– favorire nuove fonti di finanziamento di mercato (posto che gran parte del risparmio italiano è rappresentata da moneta e da depositi tenuti presso le banche), stimolando la crescita di quei settori dei mercati finanziari non bancari (come fondi chiusi, settore delle cartolarizzazioni, etc.) per generare nuova liquidità;

– garantire la possibilità di cessione immediata del credito di imposta in favore del circuito banacario con immediata emissione di corrispettiva liquidità per le aziende impegnate in investimenti in digitalizzazione, innovazione, turismo, e soprattutto per gli interventi di impatto ambientale superando l’attuale possibilità di mera compensazione fiscale;

– riduzione dell’imposizione dell’imposizione fiscale sulla dichiarazione dei redditi di un due per cento per le imprese che hanno mantenuto lo stato occupazionale pre-esesistente durante la crisi e del tre percento per quelle che hanno assunto ulteriori nuovi lavoratori.

E’ fondamentale indirizzare ed incentivare l’accesso ad una finanza sostenibile anche nel nostro Paese, realizzando una vera finanza etica, che sostenga l’economia reale a vantaggio del benessere collettivo, ponendo tra i propri valori l’accesso al credito e l’inclusione finanziaria dei soggetti più deboli.



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