MERITOCRAZIA ITALIA AVANZA PROPOSTE PER IL SUPERAMENTO DELLE CRITICITÀ DEL MERCATO DEL LAVORO

MERITOCRAZIA ITALIA AVANZA PROPOSTE PER IL SUPERAMENTO DELLE CRITICITÀ DEL MERCATO DEL LAVORO

Il nuovo Governo pone tra le priorità il superamento delle criticità legate al mercato del lavoro.
La necessità, improcrastinabile, è anzitutto colmare i disequilibri in essere, aggravati dapprima dall’emergenza sanitaria e in seguito dalla precarietà delle relazioni internazionali.

Meritocrazia Italia, rifuggendo da sempre dalla logica del mero sussidio e degli interventi a pioggia, ritiene indispensabile un’attività programmatica di riforma strutturale del mercato del lavoro.
In prospettiva di medio e lungo termine, bisogna necessariamente interrogarsi e intervenire ripartendo dalla reintroduzione di una seria politica industriale, infrastrutturale e produttiva, dall’abbattimento delle diseguaglianze e dell’incolmabile divario tra chi ha sempre di più e chi non arriva a fine mese; dalla tutela dei soggetti precari e dell’esercito di piccoli imprenditori e Partite Iva; dalla capacità di adeguata regolamentazione e governo dei processi legati all’avvento dell’e-commerce, della digitalizzazione imperante e della robottizzazione; dal rispetto delle regole o forse ancor di più dall’uniformità delle regole in ambito nazionale, europeo e internazionale, per evitare fenomeni di dumping lavorativo e fiscale, in una corsa al ribasso dei diritti e delle garanzie.

Meritocrazia torna pertanto a sollecitare
– il perseguimento di una politica fiscale che consenta l’abbassamento del costo del lavoro, la detassazione degli aumenti contrattuali, la previsione di incentivi fiscali all’assunzione e alla stabilizzazione dei posti di lavoro, la decontribuzione del welfare aziendale;
– la stipula di un nuovo ‘Patto sociale nazionale del lavoro e dell’impresa’, che adegui le previsioni della l. n. 300 del 1970, al fine di garantire uniformità di tutele e di diritti, contemperando le esigenze dell’occupazione e della produzione, nell’ottica di rilancio produttivo e di salvaguardia dei posti e delle condizioni di lavoro;
– la complessiva rivisitazione della contrattazione collettiva e il rinnovo di tutti i contratti nazionali nel comparto pubblico e privato attraverso strumenti di concertazione che puntino sulla flessibilità e sul superamento delle misure standardizzate di crescita e diano valore a merito e al raggiungimento di obiettivi produttivi e/o strategici di crescita, procedendo alla stabilizzazione dei contratti provenienti anche dalle piattaforme di delivery;
– la complessiva revisione del quadro normativo per la lotta al lavoro sommerso e alle irregolarità lavorative, ripartendo dalla riscrittura delle sanzioni vigenti, con l’inserimento di massimali connessi alla dimensione e alla media del fatturato datoriale degli ultimi tre anni;
– il ripensamento del sistema degli ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza, attualizzando gli strumenti di sostegno del reddito e potenziando quelli posti a tutela dei lavoratori in costanza di rapporto di lavoro, con trasformazione del reddito di cittadinanza in sistema di ‘reddito di inserimento’ in funzione di recupero di una concreta politica e attività di avviamento al lavoro e con previsione di durata non superiore ai 18 mesi (anche mediante la creazione di un sistema informatizzato nazionale di matching domanda/offerta, snellendo altresì la burocratizzazione della cosiddetta economia on demand);
– la proposizione di un sistema formativo e selettivo del personale comprensivo dell’implementazione delle soft skill e dell’analisi scientifica e di mercato degli ambiti lavorativi, con creazione del libretto delle competenze del lavoratore mediante sistema blockchain e promozione di più adeguati sistemi di formazione tecnico/pratici, detassando i relativi costi e incentivando i soggetti che offriranno formazione qualificata per specifiche categorie di lavoratori (giovani, donne, disoccupati, soggetti svantaggiati) in condizione di debolezza nel mercato del lavoro o a rischio esclusione sociale, destinando i Fondi interprofessionali, oggi attribuiti alla formazione nelle imprese, al servizio per l’occupabilità e alla ricollocazione dei lavoratori;
– la definizione di linee normative di effettiva regolamentazione del lavoro digitale e dello smart working, in superamento dell’ibrido connesso al tele-lavoro, così da favorire una corretta gestione degli istituti basati sul perseguimento di progetti ed obiettivi più che sulla mera messa a disposizione del tempo lavorativo e con attenzione per adeguati percorsi di formazione specifica di personale e dirigenti aziendali;
– la creazione di tre macroaree al Nord, al centro ed al Sud Italia Free tax, nelle quali si possano stabilire insediamenti produttivi con esenzione totale tasse e contributi dipendenti per almeno 5 anni, con obbligo di assunzione di almeno 30 unità e permanenza in Italia per un periodo non inferiore a 30 anni.

Stop war.



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