Meritocrazia Italia avanza proposte per la valorizzazione dell’arte della danza in Italia

Meritocrazia Italia avanza proposte per la valorizzazione dell’arte della danza in Italia

In un Paese che vanta una tra le più antiche tradizioni artistiche e culturali al mondo, la danza continua a rappresentare uno dei linguaggi espressivi più alti e potenti, capace di unire generazioni, territori e identità. Eppure, il mondo della danza in Italia è fortemente penalizzato da un sistema che frammenta le opportunità e costringe giovani talenti a cercare futuro altrove.

Meritocrazia Italia, da sempre attenta alla valorizzazione dei talenti e all’equa distribuzione delle opportunità, intende oggi richiamare con forza l’attenzione sul settore della danza italiana, tanto nel suo aspetto formativo quanto in quello performativo e produttivo.

Nel nostro Paese esistono oltre 15mila scuole di danza (queste quelle dichiarate, perché molte realtà sono associazioni sportive dilettantistiche e quindi rientrano nel settore sportivo), frequentate da circa trecentomila allievi (anche qui i numeri reali lievitano fino a due milioni), con una prevalenza di utenza femminile ma con un forte interesse anche nella sfera maschile e un’età compresa fra i 6 e i 20 anni. Eppure, l’offerta formativa di qualità risulta fortemente sbilanciata a livello geografico: al Nord, e in particolare nell’area di Milano, si concentrano le accademie di alto livello, i concorsi più riconosciuti e i principali sbocchi professionali. Nel Sud e nelle aree interne, al contrario, mancano spesso strutture adeguate, risorse e riconoscimenti istituzionali.
A ciò si aggiungono problematiche sistemiche legate alla trasparenza e all’equità di accesso ai percorsi professionali. Diverse denunce di settore – anche da parte di sigle autorevoli come l’Unione Danza Italiana – segnalano l’esistenza di circuiti chiusi, favoritismi nei concorsi, assenza di criteri di valutazione oggettivi e casi di discriminazione e abuso. Una situazione che mortifica il talento autentico, scoraggia l’impegno e allontana dal settore intere generazioni di giovani artisti.

Nonostante la presenza di realtà internazionali di rilievo, molte danzatrici e danzatori italiani si trovano costretti a emigrare all’estero per proseguire un percorso professionale coerente con le loro ambizioni e capacità. La mancanza di politiche culturali organiche, di reti di sostegno diffuse sul territorio e di investimenti strutturati nel settore spettacolo favorisce un preoccupante esodo di competenze, analogo a quanto accade in altri ambiti accademici e scientifici.
Il sistema danza italiano deve essere in grado non solo di trattenere e valorizzare i propri talenti, ma anche di attrarre giovani artisti, studenti e coreografi dall’Europa e dal mondo, in un clima di scambio e contaminazione virtuosa.

Per questo, Meritocrazia reputa essenziale:
– favorire programmi di mobilità internazionale per studenti di danza, attraverso partenariati Erasmus+ specifici per le arti performative;
– incentivare danzatori che hanno studiato nelle scuole di alta formazione italiana a lavorare nei circuiti italiani, anche tramite semplificazioni normative e permessi artistici dedicati;
– interagire con realtà internazionali, ma avendo un grande rispetto e un grande interesse per il nostro peso storico nel mondo della danza;
– promuovere accordi culturali con accademie e teatri europei per lo scambio di competenze, spettacoli e residenze;
– sostenere l’internazionalizzazione delle compagnie italiane, favorendo tournée, coproduzioni e progetti di formazione congiunta.

A tali fini, occorre:
– sostenere la formazione nel Mezzogiorno e nelle aree periferiche costituendo poli coreutici pubblici o convenzionati anche nelle regioni del Sud, istituendo borse di studio nazionali per la mobilità interna degli allievi meritevoli e creando incentivi fiscali per l’apertura di nuove scuole e residenze artistiche in territori svantaggiati;
– fissare standard nazionali e garantire trasparenza nei concorsi e nelle carriere artistiche. Opportune in tal senso sono la creazione di un albo dei concorsi riconosciuti a livello ministeriale, con regole certe, giurie certificate e criteri oggettivi, e l’istituzione di un Osservatorio indipendente per la trasparenza nel settore danza;
– riconoscere il lavoro del’artista della danza equiparandolo ad altre professioni dello spettacolo, tutelandolo previdenzialmente e contrattualmente, incentivando la creazione di compagnie stabili locali e circuiti di distribuzione nazionale;
– educare alla cultura del rispetto. Nei percorsi scolastici vanno inseriti momenti di sensibilizzazione sulla danza come linguaggio artistico e strumento di inclusione. Occorrono anche campagne contro ogni forma di discriminazione, abuso o favoritismo, promuovendo ambienti educativi etici e inclusivi;
– valorizzare programmi di scambio europei, creare fondi per mobilità internazionale degli studenti di danza, avviare reti di collaborazione stabile con accademie e teatri internazionali.

Meritocrazia chiede pertanto:
– l’apertura di un Tavolo nazionale “Danza e Merito”, con il coinvolgimento del Ministero della Cultura, del Ministero dell’Istruzione e degli Affari Esteri;
– l’elaborazione di un Piano Nazionale per la Danza, con prospettive europee e strumenti di cooperazione internazionale;
– la promozione di reti coreutiche interculturali capaci di generare opportunità concrete per i giovani artisti, dentro e fuori i confini nazionali.

Stop war.



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