Meritocrazia Italia: contro il fenomeno del randagismo, basta con l’approccio frammentario ed emergenziale

Meritocrazia Italia: contro il fenomeno del randagismo, basta con l’approccio frammentario ed emergenziale

In Italia il fenomeno del randagismo rappresenta una questione sociale, sanitaria ed economica di forte impatto, ma ancora troppo spesso gestita in modo emergenziale e disomogeneo tra le diverse Regioni.

Secondo le stime più accreditate, i cani randagi nel nostro Paese sarebbero circa 700mila, mentre i gatti randagi supererebbero i 2,4 milioni. Le Regioni del Sud, in particolare, registrano le percentuali più alte di animali vaganti. Attualmente si contano circa 1.200 canili pubblici o convenzionati, con oltre 100mila cani ospitati. Per i gatti la situazione è ancora più difficile da monitorare: nel 2023 risultavano attivi poco più di 120 gattili, concentrati prevalentemente nel Nord Italia, ma, mancando l’obbligo del microchip felino, non esiste un dato ufficiale aggiornato. Il costo giornaliero medio per ogni cane ospitato in un canile è di circa 3,50 euro. Questo si traduce in una spesa pubblica superiore ai 250 milioni di euro all’anno. Una cifra significativa, che grava in gran parte sui bilanci dei Comuni, senza che corrisponda sempre a un’effettiva qualità dei servizi e delle strutture.

La gestione del randagismo in Italia è affidata a un sistema misto pubblico-privato. Le Regioni hanno competenza legislativa in materia sanitaria e stipulano convenzioni con associazioni o enti per la gestione dei canili. Gli animali vengono registrati attraverso l’anagrafe canina regionale, i cui dati dovrebbero confluire nel SINAC (Sistema Informativo Nazionale degli Animali da Compagnia), istituito presso il Ministero della Salute. Tuttavia, la comunicazione tra i sistemi è spesso incompleta o disallineata. I controlli veterinari sono affidati alle ASL, ma risultano disomogenei e insufficienti in molte realtà. Le sterilizzazioni sono previste ma non sempre finanziate o rese obbligatorie, e le campagne di sensibilizzazione risultano frammentarie. È chiaro che il modello attuale presenta lacune strutturali: dalla carenza di censimenti aggiornati, all’inadeguatezza di molte strutture, fino alla scarsità di incentivi per le adozioni o la prevenzione degli abbandoni. Tutto questo rende necessaria una riforma ampia e organica.

Per affrontare il fenomeno in modo efficace, Meritocrazia Italia propone una serie di interventi concreti e realizzabili, orientati a migliorare ciò che già esiste e colmare le lacune più evidenti, con:
– censimento nazionale e banca dati unica: istituzione di un censimento nazionale aggiornato ogni due anni per cani e gatti randagi, con obbligo per le Regioni di integrare i dati nel SINAC (Sistema Informativo Nazionale degli Animali da Compagnia), rendendoli accessibili e trasparenti;
– standard minimi obbligatori per canili e gattili: introduzione di requisiti strutturali, sanitari e gestionali uniformi su tutto il territorio nazionale; le strutture dovranno essere ispezionate e certificate ogni anno da ASL competenti;
– potenziamento della prevenzione e della sterilizzazione: previsione di programmi di sterilizzazione obbligatoria per cani e gatti non destinati alla riproduzione, gratuiti o agevolati nei Comuni a maggiore incidenza di randagismo; ed estensione dell’obbligo di microchip anche per i gatti;
– incentivi all’adozione: introduzione di sgravi fiscali o bonus per famiglie che adottano animali da strutture pubbliche, e creazione di piattaforme digitali regionali per facilitare le adozioni, con profili aggiornati degli animali disponibili;
– istituzione di un registro nazionale degli allevatori e tracciabilità dei cuccioli: istituzione di un Albo nazionale degli allevatori autorizzati, con obbligo di tracciabilità dei cuccioli e controlli periodici; rafforzamento delle sanzioni per abbandono, allevamenti abusivi e commercio illegale;
– campagne di educazione e informazione: avvio di campagne nazionali permanenti sul possesso responsabile degli animali, in collaborazione con scuole, media, veterinari e associazioni;
– razionalizzazione della spesa pubblica, e revisione dell’impiego all’adozione, per ridurre i costi a lungo termine e migliorare l’efficacia degli interventi.

Il randagismo non può essere affrontato come una questione marginale. È una responsabilità collettiva che tocca la salute pubblica, il decoro urbano, l’etica e l’uso corretto delle risorse pubbliche.
Meritocrazia Italia ritiene che sia giunto il momento di superare l’approccio emergenziale e frammentato, e costruire una strategia nazionale, basata su dati concreti, meritocrazia nella gestione delle risorse e reale tutela del benessere animale.

Stop war.



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