Meritocrazia Italia è con il popolo iraniano. Contro la violenza. Per la libertà.

Meritocrazia Italia è con il popolo iraniano. Contro la violenza. Per la libertà.

La rivolta in Iran, nella repressione e nonostante la repressione, va avanti ininterrottamente da quattro mesi.

Una delle più grandi ondate di protesta nella storia del Paese. Una sollevazione senza precedenti in Iran e nel mondo. Uomini e donne di ogni età, classe sociale ed etnia si uniscono in una dimostrazione di rabbia e dissenso verso un regime integralista, che non arretra, non riconosce errori e non mostra intenzione di passi indietro.
Nelle ultime settimane 750 manifestanti, dei quali almeno 65 minorenni di età compresa tra i 2 e i 18 anni, sono stati uccisi e 30.000 arrestati.

21 dicembre 2022. Teheran. La quattordicenne Masoumeh è uccisa dopo essere stata arrestata per essersi tolta il hijab in classe, a scuola, e violentata.
1 gennaio 2023. Mehdi Zare Ashkzari, poco più che trentenne, già studente di Farmacia a Bologna, muore dopo 20 giorni di agonia, a seguito di un pestaggio in cella da parte della basij.
7 gennaio 2023. Mohammad Mehdi Karami e Seyed Mohammad Hosseini, 22 e 26 anni, accusati di aver ucciso Ajamian, un paramilitare membro della milizia Bassidji, legata ai “Guardiani della Rivoluzione” (l’esercito ideologico dell’Iran), sono pubblicamente impiccati, senza mai aver potuto esaminare le presunte prove dell’accusa né scegliere un avvocato difensore. Senza aver potuto incontrare le famiglie per l’ultima volta.
8 gennaio 2023. Mohsen Jafarirad, reporter, critico cinematografico e documentarista iraniano di 36 anni, arrestato durante i disordini a Karai e poi rilasciato, misteriosamente si toglie la vita.

Storie tra tante. Storie raccapriccianti, alle quali assistiamo senza neppure più stupore.

La resistenza del popolo iraniano è alimentata da decenni di sofferenza e dissenso soffocati dalla paura.
Non è più questione di velo o non velo. È questione di libertà, in ogni ambito.
Non è facile fare previsioni sull’evoluzione della protesta, disordinata e disorganizzata, ma convinta.
Seppure i dissenzienti dovessero fare un passo indietro sotto i colpi della violenta repressione, seppure la rivolta non si trasformasse in una vera e propria rivoluzione, è ormai chiaro che l’Iran vive una crisi politica insanabile, governato da una classe del tutto priva di legittimazione e sostegno, disconosciuta da cittadini che vivono un contesto culturale nuovo e incompatibile con i retaggi di un regime incurante dei diritti fondamentali.

Nel frattempo, però, il mondo non può restare a guardare, basito e inerte, attendendo speranzoso una nuova alba.
Sia finalmente il momento della diplomazia e del dialogo costruttivo. I Governi di tutti i Paesi occidentali assumano una posizione comune di dissuasione e contrasto, nello spirito di coesione e solidarietà che avrebbe dovuto portare a evitare anche i recenti eventi bellici.
Non si ceda di un passo nella battaglia per la conquista e il rispetto dei diritti essenziali, perché la dignità umana non ha nazionalità né confini.
Meritocrazia Italia è con il Popolo iraniano.

Stop war.



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