MERITOCRAZIA ITALIA: LA GUERRA E’ FINITA, ORA DIFENDIAMO TUTTI INSIEME LA PACE

MERITOCRAZIA ITALIA: LA GUERRA E’ FINITA, ORA DIFENDIAMO TUTTI INSIEME LA PACE

Oggi è un giorno storico, un giorno che il mondo aspettava da tempo.
La guerra a Gaza è finita: Israele e Hamas hanno deciso di firmare il piano di pace proposto dal Presidente Trump.
L’accordo arriva proprio a due anni di distanza dalla risposta militare di Israele all’attacco del 7 ottobre 2023.
Se pur si apre la strada alla sola ‘prima fase’ del piano, tesa a sospendere i combattimenti e rilasciare gli ostaggi ancora vivi nel weekend, la gioia è subito esplosa nelle strade di Gaza e tra i cittadini, segno che la pace è sempre stata voluta dai cittadini.
E così, dopo mesi e anni di dolore, distruzione, pianti senza fine, di case rase al suolo, vite interrotte, orfani e ferite profondissime nel cuore e nella mente del popolo, siamo finalmente arrivati ad un punto di svolta, grazie alla mediazione delle potenze internazionali che hanno lavorato affinché la speranza potesse prendere corpo.
È un momento che, per molti, è quasi surreale, sospeso tra incredulità e desiderio di credere che il peggio sia davvero alle spalle.
Eppure, appare impossibile parlare di pace senza ricordare il prezzo pagato. Famiglie che hanno perso i loro cari, bambini che non hanno conosciuto un solo giorno senza paura, monumenti e quartieri distrutti, ospedali sopraffatti, case senza tetto. Ogni volto ha una storia di assenza, ogni strada un eco di bombardamento, ogni notte un grido silenzioso.
Queste immagini non si spengono con un trattato, ma la pace, quando arriva, offre finalmente una tregua al tormento dell’animo. Offre uno spazio per respirare, per ritrovare il contatto con la speranza, per ricominciare.
L’accordo prevede il rilascio degli ostaggi, lo scambio dei prigionieri, il ritiro delle truppe israeliane entro una linea condivisa, il corridoio sicuro per aiuti umanitari. Previste anche misure per ricostruire le infrastrutture, per permettere a Gaza di rialzarsi.
La speranza, viva e diffusa, è che l’accordo non sia un fragile cessate il fuoco, ma l’inizio di un percorso, se pur tortuoso, verso una pace duratura, garantita dalla supervisione internazionale, con l’auspicio che si rispettino i termini e che i civili non siano più solo numeri di una cronaca di guerra.
L’accordo non cancella la memoria. Né le ferite. Non ripara tutto il danno materiale, non restituisce ogni vita. Ma è un compromesso: la decisione che, nonostante tutto, si crede che la vita valga più delle armi, che il dialogo sia più forte del silenzio che precede la distruzione.
Meritocrazia Italia ha sempre invocato una soluzione diplomatica del conflitto sin dai primi giorni ed ha costantemente ribadito la propria contrarietà ad ogni guerra e l’esigenza della coltivazione del dialogo per raggiungere un accordo di pace, in espressione della volontà di tutti i cittadini, vittime dirette ed indirette delle logiche di potere oltremodo distanti dal sentire comune.
Ora è necessario che ognuno, dalle potenze mondiali alle autorità locali, dalle comunità ai singoli individui, faccia la propria parte, perché, se la pace si traduce solo in parole senza fatti, le speranze rischiano di essere ancora una volta tradite.



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