NEL GIORNO DELLA MEMORIA – COMUNICATO 27.01.21

NEL GIORNO DELLA MEMORIA – COMUNICATO 27.01.21

Il 27 gennaio 1945, la Sessantesima Armata dell’esercito sovietico abbatteva i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz.
Lo scenario che i soldati si trovarono davanti era agghiacciante. Circa 9.000 prigionieri, molti dei quali già deceduti per le precarie condizioni di salute, causate dai gravosi maltrattamenti. La storia racconta che altri 60.000, i più forti, fossero già stati allontanati dal campo e fatti marciare al freddo per nascondere al mondo la follia di quei luoghi.

Nessuna parola o pensiero può rendere giustizia all’ignominia delle azioni che furono compiute.

Così, con la l. n. 211 del 20 luglio 2000 in Italia venne istituito il Giorno della Memoria e cinque anni più tardi l’ONU introdusse con una propria risoluzione la Giornata Internazionale della Commemorazione, in memoria delle vittime dell’Olocausto.

La Shoah, le leggi fasciste e la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, quelle razziali, lo sterminio e la morte di persone, bambini ed adulti, sono una delle pagine più buie dell’umanità: per le vittime sacrificate in modo disumano ed irragionevole ed i familiari. Per l’orrore e lo strazio di quei momenti, ma anche, non si può non dirlo, per chi, pur sapendo, si è voltato dall’altra parte o ha preferito non vedere, non comprendere, non approfondire ed è rimasto indifferente.

Le motivazioni possono essere state tante e le più diverse e, purtroppo, il passato non si può cambiare o cancellare. E’ possibile, però, filtrarne gli errori e gli orrori, per non ripeterli. Per chiedersi non cosa si sarebbe potuto fare e non è stato fatto, ma cosa si potrà fare la prossima volta. Per riflettere, per declinare le colpe del passato in risorse per il nostro presente ed il futuro delle nuove generazioni.

In questa triste giornata Meritocrazia Italia vuole ricordare lo scempio delle deportazioni, dei campi di concentramento, delle morti insensate di uomini per mano di altri uomini, con spirito costruttivo, affinché oggi, come domani, si possano avere gli strumenti per condannare e ribellarsi contro qualunque dannosa ingiustizia perpetrata nei confronti di chi è considerato diverso. Affinché la diversità sia considerata normalità, perché non è nostro compito giudicare. Affinché l’inclusione e l’integrazione traguardino un mondo a colori governato da ascolto, attenzione, volontà di capire, intuizione, desiderio del bene dell’altro, perché vedere e decifrare un dettaglio può davvero fare la differenza.

Meritocrazia Italia, dunque, vuole ricordare anche chi ha avuto la forza di reagire e di combattere, di notare il particolare, affinché possano essere costoro il faro da seguire e dal buio possa giungersi alla luce.

Il vero nemico è sempre l’indifferenza.

“Sui vostri monumenti alla Shoah non scrivete violenza, razzismo, dittatura e altre parole ovvie, scrivete ‘indifferenza’: perché nei giorni in cui ci rastrellarono, più che la violenza delle SS e dei loro aguzzini fascisti, furono le finestre socchiuse del quartiere, i silenzi di chi avrebbe potuto gridare anziché origliare dalle porte, a ucciderci prima del campo di sterminio” (Liliana Segre).

Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi)



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