Nuova legge di bilancio: MI chiede di escludere la spesa sanitaria dal patto di stabilità

Nuova legge di bilancio: MI chiede di escludere la spesa sanitaria dal patto di stabilità

Oggi in discussione il disegno di legge di bilancio.

L’inflazione ha polverizzato il valore degli aumenti stanziati dallo Stato, la riforma della medicina territoriale attraverso i fondi del PNRR manifesta le sue criticità e contraddizioni laddove si limita a finanziare l’edilizia sanitaria e non il personale.
Manca all’appello oltre 1 miliardo di euro e la manovra finanziaria non ha accolto le richieste di risorse ben più ingenti per la sanità.
Inoltre, sempre più chiaramente, emerge che le Case di Comunità e Ospedali di Comunità, acclamate come la “soluzione dei problemi del territorio”, da un lato aumenterebbero (come hanno già aumentato) le spese a carico delle ASL (costi di manutenzione, gestione, personale, ecc.), dall’altro allontanano o sembrano allontanare l’assistenza dal cittadino, in controtendenza con i principi di domiciliarità e prossimità delle cure.

Meritocrazia Italia ha più volte caldeggiato l’apertura di tali strutture solo nelle grandi città. Al contrario, nei centri più piccoli, il sistema più funzionale e meno costoso per il SSN non può che essere costituito dalle associazioni di medici di famiglia e di pediatri di libera scelta che, anche grazie all’apporto del personale di studio ed infermieristico (micro-team), riescono a prendere in carico le necessità assistenziali della popolazione con il criterio della prossimità.
Tali strutture potrebbero poi essere coordinate, attraverso progetti e contratti collettivi, con le farmacie convenzionate (altro fondamentale presidio sanitario esistente sul territorio), allo scopo di potenziare l’offerta assistenziale.

Va anche ripensata la rete di assistenza Urgenza (Pronto soccorso e Punti Primo intervento) coordinandola con la ex “guardia medica” (medici di assistenza primaria in quota oraria). A fronte della carenza di personale sanitario, nelle ore più tarde della notte potrebbe essere sospeso il servizio di “guardia medica” e potenziata l’emergenza. In tal modo, le ore di turni “risparmiati” potrebbero consentire il miglioramento dell’offerta assistenziale diurna.
Inoltre, al fine di ridurre le liste d’attesa e garantire una maggiore prossimità delle cure, gli specialisti ambulatoriali potrebbero essere impiegati all’interno delle associazioni dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta, consentendo ai medici in rapporto fiduciario di poter attingere in modo istantaneo a diagnostica specialistica di primo livello direttamente all’interno del proprio studio.
Non ultimo, investendo semplicemente in personale di segreteria, sarebbe possibile aumentare l’efficienza e l’efficacia dei sanitari a lavoro sul territorio e consentire loro di eseguire test diagnostici precoci che potrebbero inviare agli specialisti al fine di ottenerne il referto in tempi rapidi e senza costringere il paziente a inutili spostamenti.

Meritocrazia Italia propone di escludere la spesa sanitaria, quantomeno quella relativa alla prevenzione (vaccinazioni, screening, diagnostica, ecc.) dal patto di stabilità, in modo da poter investire concretamente sulla salute dei cittadini italiani e abbattere nel futuro il costo delle cure.
Ogni anno perso in prevenzione è una ipoteca pluriennale sul futuro del Paese, aumenta i costi di cura e assistenza che il SSN avrebbe potuto risparmiare e costituisce un costo sociale notevolissimo in termini di qualità della vita dei cittadini che si troveranno immancabilmente ad affrontare una vita meno appagante, meno autonoma e più povera, vedendosi costretti a destinare ingenti risorse personali a cura, assistenza e farmaci.
Non sarà facile, ma solo ripartendo dalla centralità del paziente e degli operatori sanitari sarà possibile disegnare soluzioni efficaci a garantire il diritto alla salute dei cittadini.

Stop war.



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