Nuovi dazi sulle auto elettriche cinesi: per promuovere la concorrenza, l’UE punti piuttosto su innovazione e qualità

Nuovi dazi sulle auto elettriche cinesi: per promuovere la concorrenza, l’UE punti piuttosto su innovazione e qualità

Dall’inizio del mese di luglio, su decisione della Commissione europea, sono introdotte nuove tariffe doganali sulle auto elettriche importate dalla Cina.
I dazi proposti varieranno dal 26% al 48%, a seconda del costruttore e del modello.

La misura è stata indotta dai risultati di un’indagine che ha rilevato la presenza di presunti sussidi statali a favore delle case automobilistiche cinesi, che, a dire della Commissione, distorcerebbero la concorrenza sul mercato europeo.

La scelta divide.
Certamente è necessario tutelare il lavoro e i diritti dei lavoratori europei, che sarebbero penalizzati da produzioni che alterano il libero gioco concorrenziale specie perché non rispettose delle garanzie minime dei lavoratori e dunque con costi di realizzazione più bassi. Per altro verso è pure importante scongiurare una guerra commerciale con la Cina e un impatto negativo sulla filiera dei componenti e sull’import-export.

Molti economisti fanno notare che, in linea generale, cercare di battere la concorrenza solo con i dazi è una strategia non sufficiente e spesso controproducente nel medio-lungo termine. Non tanto per le potenziali ritorsioni commerciali da parte del Paese produttore delle merci gravate, ma perché i dazi si traducono in un aumento dei prezzi per i prodotti importati dall’estero che pesa, in ultima analisi, sui consumatori; calano il potere d’acquisto e quindi la domanda, che non è certo sia poi dirottata verso prodotti locali. Possono anche ridurre efficienza e innovazione dei prodotti locali, laddove le aziende nazionali non sono chiamate a competere con prodotti stranieri, per via del minore incentivo al miglioramento della qualità dei prodotti o alla riduzione dei costi.

Meritocrazia Italia chiede di puntare, nella tutela dei lavoratori e nel rilancio dei prodotti europei, su innovazione e qualità; la competizione cresce introducendo sgravi e incentivi per quelle aziende che investono in innovazione per rispondere alla concorrenza straniera. L’Unione europea si preoccupi ora di una regolazione in grado di agevolare gli investimenti anche in ricerca.

Stop war.