Nuovo Accordo Italia-Albania. Per Meritocrazia Italia, prima la Persona

Nuovo Accordo Italia-Albania. Per Meritocrazia Italia, prima la Persona

Stipulato, d’intesa con il Governo albanese, un Protocollo nell’ottica di una collaborazione bilaterale tra i due Paesi per la gestione dei flussi migratori.
L’intento è quello di definire una nuova gestione dei flussi migratori, per realizzare in Albania, a spese e sotto la giurisdizione dell’Italia, due strutture: una destinata all’ingresso, all’accoglienza temporanea e alla trattazione delle domande d’asilo dei migranti, e l’altra all’eventuale rimpatrio. L’Italia si è impegnata a versare all’Albania un primo acconto, pari alla cifra forfetaria di 16,5 milioni di euro, per il primo anno. Negli anni successivi, ogni 6 mesi, il Governo albanese fornirà a quello italiano una lista delle spese chiedendone il rimborso.

L’esigenza di una migliore gestione del flusso migratorio si avverte forte, ma all’iniziativa del Governo non mancano criticità e ambiguità sotto il profilo giuridico.
Innanzitutto le Istituzioni europee dovranno valutare se l’Albania possa validamente cedere la propria sovranità sul suolo albanese all’Italia e soprattutto il modo in cui potrà procedere ai rimpatri senza accordi bilaterali, non essendo soggetta agli stringenti vincoli europei.
Inoltre, la misura rischia di non essere risolutiva, perché i centri avranno una capienza massima di 3.000 persone. Ciò vuol dire che, anche se le pratiche di accoglienza dovessero procedere al ritmo previsto dal Governo italiano, di solo 28 giorni a persona (contro i mesi che si impiegano attualmente), in Albania potrebbero transitare al massimo 36.000 persone l’anno, contro le 145.000 sbarcate in Italia nel 2023.

In seno al Consiglio d’Europa, poi, la tendenza di alcuni Stati a spostare oltre confine la responsabilità in tema di accoglienza sembra poter creare ingiuste disparità di trattamento e generare un pericoloso effetto domino, minando il sistema europeo e globale di protezione internazionale.

Infine il Protocollo presenta profili di illegittimità anche alla luce delle norme costituzionali, ai sensi dell’art 80 cost., che prevede che il Parlamento autorizzi la ratifica dei trattati internazionali in alcuni casi specifici, tra cui rientrano la previsione di oneri per le finanze e la natura politica del trattato. È innegabile anche che l’accordo abbia anche una chiara connotazione politica in vista del futuro processo di adesione dell’Albania all’Unione europea. Pertanto si può senz’altro affermare che la questione ricada nell’ambito di applicazione dell’art. 80 cost., secondo il quale il patto avrebbe dovuto essere concluso con procedure ordinaria, con ratifica del Presidente della Repubblica, previa autorizzazione delle Camere.

Meritocrazia Italia chiede che si faccia chiarezza su una normativa che appare nebulosa e contraddittoria, per evitare che siano compromesse le certezze giuridiche e le garanzie poste a presidio dei diritti e della dignità umana.
Prima la Persona.

Stop war.



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