PACE FISCALE ASSOLUTAMENTE NECESSARIA PER EVITARE IL DEFAULT BANCARIO PER CHI HA RITARDI CON IL FISCO SUPERIORI A 90 GIORNI E SUPERIORI ALL’1% DELL’ESPOSIZIONE – COMUNICATO 26.11.20

PACE FISCALE ASSOLUTAMENTE NECESSARIA PER EVITARE IL DEFAULT BANCARIO PER CHI HA RITARDI CON IL FISCO SUPERIORI A 90 GIORNI E SUPERIORI ALL’1% DELL’ESPOSIZIONE – COMUNICATO 26.11.20

Sono passati dieci mesi dall’inizio dell’evento pandemico, ma le radici della crisi economica che attaglia il Paese hanno origini che risalgono molto più indietro nel tempo e radici molto più profonde di quelle del virus, di più moderna fattura.
Non c’è dubbio che l’epidemia abbia aggravato affanni (anche) economici già in essere, procurandone di nuovi. È piovuto sul bagnato e il tessuto socio-economico sembra prossimo al collasso.

Ma, se tutto sembra fermo, congelato da misure restrittive che comprimono la libertà di circolazione e d’esercizio di attività commerciali, l’indebitamento dei cittadini cresce con incedere inesorabile.
È a dir poco allarmante la relazione della Corte dei Conti, che prende atto di come «l’ampia facoltà riconosciuta ai contribuenti di assolvere ratealmente i debiti iscritti a ruolo, nonostante le ottimistiche previsioni, non abbia contribuito ad incrementare il tasso di riscossione».

L’alibi costruito attorno all’inveritiera idea di un popolo di evasori non regge più.
Alle tre rottamazioni, del 2016, 2017 e 2018, hanno aderito quasi quattro milioni di italiani, per circa 50 miliardi di introiti a fronte dei 95 previsti.
Al saldo e stralcio del 2018 hanno aderito 385.000 italiani, e su nove miliardi di debito sono stati pagati 301 milioni.

In coerenza con le proposte già avanzate, Meritocrazia Italia torna a ribadire l’urgenza di misure calibrate sulla necessità di contenere la sofferenza, verso una pace fiscale che riporti capacità a singoli e piccole e medie imprese e favorisca il rilancio economico e finanziario.

Per questo, è essenziale cogliere l’occasione del prossimo decreto Ristori per prevedere:

– la deroga alla decadenza dai benefici delle precedenti rottamazioni, con tolleranza di 15 giorni in caso di tardivo pagamento;
– una generale pace fiscale per gli anni pregressi, per le imposte dirette e indirette, attraverso la rottamazione di tutti i ruoli formatisi e da formarsi al 31 dicembre 2018, anche se notificati successivamente o non ancora notificati (avvisi bonari, cartelle esattoriali, tributi locali, Imu/tasi), con pagamento del dovuto in 72 rate senza maggiorazione di interessi;
– una sanatoria delle cartelle esattoriali sotto i 1.000,00 euro per i singoli ruoli, notificate sino al 31 dicembre 2018;
– la ‘rottamazione quater’ per sanatoria per cartelle esattoriali sopra 50.000,00 euro e per quelle oggi in rottamazione ter con dilazione in 120 rate mensili;
– la cessione delle cartelle esattoriali pressoché inesigibili a SdC (CdP + Fp);
– la voluntary disclosure con riferimento ad attività e redditi esteri a regime;
– la sanatoria contanti, ripresa dal 2017 e ampliata;
– una moratoria su Durc per imprese in difficoltà fino a 90 giorni oltre fine emergenza sanitari;
– la sanatoria di errori formali a valori minimi;
– la sanatoria dei redditi (compresi contanti) per periodo 2015-2020;
– il pagamento di un’imposta patrimoniale su grandi patrimoni con scelta alternativa: pagamento di una imposta minima al 2% od obbligo di investimento del 5% del patrimonio in Titoli di Stato;
– l’introduzione del sistema cash back su imposte incrementali di periodo con riconoscimento di un credito d’imposta, a condizione di spenderlo in acquisti presso imprese compliant.

Si ricorda altresì che, dal primo gennaio 2021, cadrà in default il sistema bancario, per cui chi ha un debito arretrato di 90 giorni superiore all’1% dell’esposizione totale verso l’istituto di credito (anche se di soli 100,00 euro se persona fisica e 500,00 euro se azienda) sarà dichiarato insolvente, con le note conseguenze sul piano dei rapporti economici e sociali.
Nella convinzione che sia essenziale escludere il rischio che ciò si verifichi realmente, per la portata che avrebbe sul piano individuale e dell’assetto di mercato, Meritocrazia Italia reputa fondamentale:

– non consentire una automatica riclassificazione delle posizioni oggetto di moratoria;
– disapplicare temporaneamente la definizione di default e tutti gli aspetti tecnici conseguenti, a totale beneficio di aziende e privati cittadini.



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