
Proprio come l’acerola
Le utilità della cittadinanza attiva non sono sempre immediatamente percepibili. Gli effetti spesso si avvertono nel lungo periodo.
La goccia, però, alla fine scava sempre la roccia. E, come la goccia può creare il canale di passaggio per le acque sorgive, così il contributo di un singolo cittadino può generare il movimento che coinvolge tanti altri.
Da un po’ si sente parlare solo di crisi. E l’emergenza è diventata, a dispetto della sua fisiologica straordinarietà, all’ordine del giorno. Di risposta, le decisioni per risolvere ogni problema sono prese in velocità. Non c’è tempo per riflettere. Non c’è spazio per scelte di visione. Si interviene d’imperio, di solito senza preventivo dialogo. Sempre a rincorrere il bisogno del momento.
Le speranze di tutti sembrano riposte nell’evoluzione tecnologica o nella possibilità di una trasformazione improvvisa. Che tutto possa cambiare dall’oggi al domani.
Invece quello che serve davvero viene dal basso.
L’acerola è una pianta molto piccola che cresce in Sud America. Non più di cinque centimetri di altezza. Produce un frutto grande pochi millimetri che contiene decine di volte più vitamina C di un’arancia o di un kiwi.
Il Governo sarà sempre impegnato a risolvere una crisi, annunciandone una nuova, ma i cittadini non possono assecondare questo schema. Dovrebbero piuttosto seguire l’agenda della democrazia, che è l’unico rimedio al malcontento generale, che non fa sentire rappresentati, né guidati.
Quando viene meno la rappresentanza, la guida, il Popolo finisce per non affidarsi più a chi governa, e far leva sulle sue sole capacità. Non vota più, si sa.
È quello che sta accadendo.
Dobbiamo ricordarci, però, che la politica è in ogni cosa. Nel lavoro, nel paesaggio, in quello che mangiamo. Controlla tutto. Non avere il tempo giusto da dedicare alla politica vuol dire rinunciare a vivere, accettare tutto per come è. Sarebbe peggio che essere sudditi.
Ci sono civiltà che la sudditanza non l’hanno scelta; in una condizione di soggezione e privazione dei diritti si sono ritrovate, accettandola come fosse la normalità. Ci sono, poi, altre realtà che si dicono democratiche ma lo sono soltanto all’apparenza, in realtà accettano supinamente di essere soggette a qualcuno, perché si adagiano nell’indifferenza.
Un progetto come quello di Meritocrazia Italia diventa fondamentale in un contesto in cui l’apatia prende il sopravvento e annienta le speranze e le ambizioni.
La politica è soprattutto questo. Voglia di raggiungere obiettivi importanti, di migliorarsi, di connettersi con gli altri.
Nel lungo percorso di Meritocrazia sono nate amicizie vere, legami indissolubili. Quanti momenti belli e quante difficoltà sono state condivise! Più si è e più facilmente si tagliano traguardi da soli irraggiungibili. Se ci fosse maggiore coesione, non ci sarebbe crisi, si riacquisterebbe la visione. Si darebbe ai politici un segnale del valore del dialogo. Anzi, si ridarebbe lustro al significato più nobile del termine ‘politica’.
Tutto a beneficio dei cittadini.
Come diceva un noto politologo, se lasciamo la politica nelle mani di un ristretto gruppo di specialisti, non saremo più in grado di togliergliela quando sarà necessario farlo.
Convinti di non avere tempo e distratti dal futile, abbiamo fatto proprio questo. Abbiamo concesso a pochissime persone un potere straordinario, fuori controllo. Abbiamo inconsapevolmente assunto il rischio che questo potere non torni mai nelle mani del popolo. I pochi saranno sempre più forti, alzeranno le barriere a presidio del loro privilegio e i cittadini saranno sempre più esclusi dalla gestione della cosa comune, per buona pace di ogni democrazia.
Proprio come l’acerola, Meritocrazia concentra in sé un potenziale incredibile. Sta a noi dimostrarlo, vivendo il confronto quotidiano e la condivisione, uniti nel colore della stessa maglia, seguendo la stessa visione. Con costanza.
Per non essere sudditi. Per tornare a essere orgogliosi di essere cittadini. Per il trionfo della vera democrazia. E non c’è democrazia lì dove il Popolo si gira dall’altra parte.